Quest’anno gli esercizi spirituali del Papa per la Quaresima sono stati tenuti da Monsignor Angelo Comastri, arcivescovo di Loreto, Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa, Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, vicepresidente della Pontificia Accademia dell’Immacolata. Lo abbiamo intervistato nel corso del programma ‘Mattino dieci’.
Eccellenza, la pace: come si ottiene, come si chiede?
Innanzitutto bisogna dire che la posizione della Chiesa è netta.
Il papa è in questo momento un autentico profeta di pace.
Ciò premesso, bisogna doverosamente chiarire che la pace è un frutto, e se non si semina, non lo si ottiene.
Ricordiamo quell’espressione della Sacra Scrittura: frutto della giustizia è la pace. Ci vuole più giustizia sociale, più attenzione ai poveri, meno arroganza nei rapporti personali e internazionali!
Sono tutte premesse dalle quali può nascere la pace. Se vogliamo la pace dobbiamo gettare questi semi a livello personale, familiare, sociale e internazionale. C’è spazio per l’impegno di tutti.
Ma secondo Lei qual è il piano in cui possono incontrarsi la politica laica e la fede cristiana?
Molto spesso la politica si trova davanti a delle sorprese perché si muove solo per a livello di interessi: questioni di potere, alleanze…non voglio screditare tutta la politica, ma di fatto le condizioni generalmente sono queste.
La fede ha il potere di dare un’iniezione ideale, un senso alla politica, di darle un’anima; la fede può aprire orizzonti, mettersi accanto alla politica, perché quando perde gli ideali rischia di diventare soltanto un groviglio di interessi.
Senza orizzonti ideali la politica è più un macigno che opprime che uno strumento al servizio dell’uomo.
Un ritratto di questo straordinario papa.
Quest’anno ho tenuto gli esercizi spirituali a Giovanni Paolo II e gli sono stato accanto per una settimana. Ho visto che il papa è soprattutto un uomo che prega, e pregando conferma la fede dei credenti. Ho visto che il papa somiglia a Mosé, del quale la scrittura dice ‘ sembrava che vedesse l’invisibile’. Ho avuto proprio la stessa impressione.
Chi è per Lei San Pio da Pietrelcina?
Non ho avuto la gioia di conoscerlo, ma mia madre era molto devota, me ne parlava moltissimo.
Amo padre Pio perché lei lo amava. Accanto al letto, in camera, aveva un’immagine della Vergine ed una di padre Pio, e chiudeva la giornata con una preghiera all’una e all’altro.
Quando penso a lui, ho un’immagine, espressiva credo: avete presente quando il cielo cupo, e sembra che stia per scaricarsi sulla terra la tempesta di lampi e tuoni, e all’improvviso si apre, si vede un lampo di luce…ecco, nel secolo delle diffidenze religiose, nel secolo dei progetti atei anche feroci è stato un lampo di luce e di eternità, generando attorno un grande stupore.
Molti lo avevano dimenticato, e invece in lui si vedeva riflesso il mistero della presenza di Dio.
Per questo è stato particolarmente amato: perché ha riportato un raggio di cielo sulla terra buia.