In occasione della dodicesima Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), tenutasi dal 12 al 15 giugno, Caritas Internationalis ha lanciato un appello affinché i membri dell’OMC rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale per tutte le tecnologie mediche, al fine di sostenere la condivisione di informazioni e il trasferimento di tecnologie ai Paesi in via di sviluppo, per fornire un aiuto a rispondere alla pandemia di COVID-19.
Marta Petrosillo, direttore della comunicazione di Caritas Internationalis, intervenuta in collegamento dalla Polonia nell’ambito di un approfondimento in “Tempo d’Estate”, oltre a parlarci del rischio globale di crisi alimentare (altro tema sul quale Caritas sta sensibilizzando l’opinione pubblica), ci ha dato, a microfoni spenti, qualche dettaglio sulla situazione inerente i diritti di proprietà intellettuale.
Dopo 18 mesi di negoziati relativi all’Accordo OMC sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS), Caritas Internationalis avrebbe auspicato che la realtà del COVID-19 potesse aprire le porte alla ricerca per affrontare le sfide che mettono a rischio la vita delle persone più povere e vulnerabili del nostro mondo. La rinuncia a tutti i diritti di proprietà intellettuale per la durata della pandemia consentirebbe ai Paesi del Sud globale di produrre vaccini e di rafforzare i sistemi sanitari rendendoli capaci di far fronte a potenziali pandemie future.
Questo non può essere fatto se non si raggiunge un accordo su un rapido trasferimento di conoscenze che avvenga tramite la formazione e l’accompagnamento alla produzione di vaccini. «È un diritto fondamentale di ogni persona avere accesso all’assistenza sanitaria in qualsiasi circostanza, soprattutto durante le pandemie – afferma il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Aloysius John – in seguito alla pandemia di COVID-19, che continua ad avere un impatto sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo, è diventato evidente che i cittadini dei Paesi in via di sviluppo devono avere un accesso equo ai vaccini».
Caritas Internationalis chiede, dunque, con urgenza a tutti i Paesi di prendere le loro decisioni nel rispetto dei diritti umani, assicurandosi che la dignità di ogni individuo sia preservata e che prevalga la giustizia sociale.