16 giugno 2002. In una calda giornata di inizio estate, in una gremita piazza San Pietro, un curvo e sofferente Giovanni Paolo II proclamò santo il beato Padre Pio da Pietrelcina.
A quell’evento storico, culmine di una causa di beatificazione e canonizzazione durata 19 anni, è stata dedicata la puntata del 18 giugno de “Il Sabato del Convento“.
Partendo da un’altra data: 20 gennaio 2000. Un giorno che ha segnato profondamente la vita di una mamma Maria Lucia Ippolito e quella della sua famiglia. Matteo Pio Colella a sette anni si ammala di meningite fulminante e viene salvato miracolosamente grazie all’intercessione di Padre Pio.
Una guarigione inspiegabile per la scienza medica ma possibile per la fede cristiana, un miracolo che ha permesso a Padre Pio di essere dichiarato santo dalla Chiesa.
«Con il passare degli anni la consapevolezza di essere parte di un grandioso disegno del Signore è aumentata – ha detto Maria Lucia, ospite in studio – siamo stati travolti da uno tsunami di dolore prima, per la malattia di Matteo e di gioia poi per la santificazione di Padre Pio. Ci siamo trovati al centro del mondo, con le nostre vite e la nostra storia familiare, indissolubilmente legate a Santo di Pietrelcina. Oggi a distanza di vent’anni le nostre emozioni e i nostri sentimenti si sono sedimentati e tutto appare non solo più chiaro ma anche più commovente perché vediamo Matteo adulto, e sappiamo che questo è stato un dono di Padre Pio».
Ospite della parte centrale del programma un’artista che sulla sua pagina Twitter si definisce “ricercatrice di musica e parole”: Mariella Nava.
Ha iniziato a studiare pianoforte da bambina e da ragazza per gioco a scrivere le sue prime canzoni. Sono i suoi amici più cari ad accorgersi del suo talento ma la vera svolta arriva quando invia una sua canzone “Questi figli” a Gianni Morandi che ne resta particolarmente colpito.
Tante le collaborazioni illustri e le canzoni scritte per grandi nomi della musica italiana tra cui “Spalle al muro” scritta per Renato Zero. Ha partecipato diverse volte al Festival di Sanremo, classificandosi terza nel 1999 e ricevendo il premio della critica come miglior musica con “Così è la vita”.
Il suo ultimo lavoro musicale s’intitola “Trialogo” ed è una conversazione a tre voci, un racconto a sei mani, un lavoro di condivisione con Grazia Di Michele e Rossana Casale alle quali Mariella Nava è legata da affinità musicali ed una bella amicizia.
«Amiche da sempre, un giorno ci siamo incontrate e dette: ma perché non facciamo qualcosa insieme, un disco, un tour? E così è nato “Trialogo”».
L’attenzione ai temi culturali e sociali del nostro paese si riflette spesso nella sua musica e nei suoi testi. Come ad esempio “In nome di ogni donna”, contro la violenza sulle donne, “Stasera torno prima” diventata colonna sonora della campagna sul tema della sicurezza sul lavoro e “Cielo rosso”, un brano dedicato alla “sua” Taranto.
«La musica è uno strumento sociale. Così come si canta a più voci è necessario fare qualcosa insieme per sensibilizzarci gli uni con gli altri».
La fede che posto occupa nella vita di Mariella Nava?
«Più scopro la vita, che non smette mai di stupirmi, più mi sorprendo e più trovo Dio dentro di me come una forza straordinaria, che mi permette di superare i momenti dolorosi che la vita ci riserva. Sono già stata a San Giovanni Rotondo e venire mi arricchisce sempre un po’».