Il più importante santuario italiano dedicato a San Michele Arcangelo è senza dubbio quello di Monte Sant’Angelo, nel Gargano. a poca distanza da San Giovanni Rotondo.In occasione della festa liturgica si San Michele abbiamo ospitato ai microfoni di Radio Padre Pio padre Ladislao Suchy CSMA, Rettore del Santuario Basilica dell’Arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo.
Padre Ladislao che cosa rappresenta per la vostra comunità tale ricorrenza? Per noi, Padri Micaeliti, custodi del santuario di San Michele, nel quale da oltre dieci anni prestiamo il servizio pastorale è un momento molto importante perché San Michele non solo è il protettore della nostra Congregazione ma anche protettore della Chiesa universale. L’8 maggio richiama le origini del Santuario…l’evento iniziale durante il quale Dio, attraverso il ministero dell’Arcangelo Michele, ha voluto far si che questo luogo diventasse luogo di incontro tra l’uomo e Dio. Questo avvenimento è accaduto nel 490, quando apparendo a San Lorenzo Maiorano disse: “Sono l ‘Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode… Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini… Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va’, perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano.” In queste parole di San Michele troviamo racchiuso tutto il programma del Santuario. Si tratta di un programma spirituale che San Michele, difensore dei diritti di Dio e condottiero degli angeli buoni, vuole trasmettere all’uomo. L’uomo, solo attraverso l’esperienza dell’amore di Dio e la presenza di Cristo nelle propria vita, inizia ad accorgersi che ha degli amici che lo sostengono nel proprio combattimento contro ogni schiavitù. Sappiamo che il più grande nemico dell’uomo è il maligno che agisce però in modo astuto attraverso le tentazioni. Spesso sono realtà che ingannano l’uomo… un uomo che ha sempre più bisogno, oggi più che mai, di punti di riferimento per capire che la propria vita ha un senso. Uno di questi riferimenti è proprio l’Arcangelo Michele. Il suo nome ebraico Mi – ka – El significa: Chi è come Dio? Per noi,Padri Micaeliti, per tutto il Santuario e per tutti i devoti la festa dell’anniversario dell’Apparizione di San Michele , istituita da papa Pio V per l’8 maggio, è fondamentale. Ma anche quella liturgica che ci fa celebrare la festa di san Michele il 29 settembre con pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo.
La sacra Grotta è stata prescelta da secoli come meta di pellegrinaggi, luogo di preghiera e soprattutto di riconciliazione con Dio. Nell’arco di quindici secoli di storia, i cristiani da tutto il mondo sono venuti al Santuario del Gargano Fra i pellegrini troviamo numerosi Papi. Ad esempio Giovanni XXIII da cardinale, Giovanni Paolo II, lo stesso cardinale Joseph Ratzinger nel 1985, oggi papa Benedetto XVI; alcuni santi come Santa Brigida di Svezia, Sant’Alfonso de’ Liguori, San Gerardo Maiella, Padre Pio da Pietrelcina e tanti altri … ma soprattutto migliaia di pellegrini venuti da tutte le nazioni, attratti dal fascino dalla Celeste Basilica così singolare, dove trovano speranza, perdono e pace, per intercessione di San Michele Arcangelo. Assistiamo continuamente a dei veri e propri prodigi spirituali. L’uomo sperimenta la grazia dell’amore perché si rende conto che esiste qualcuno che lo ama veramente. In questo modo, si entra in un rapporto intimo con il Signore, che lo porta poi a fare l’esperienza della riconciliazione. Questo è il più grande miracolo…
E’ storica la notizia del 3 luglio del 1917 di quando Padre Pio si recò pellegrino alla Grotta del Gargano per venerare San Michele di cui era devotissimo… Si racconta che Padre Pio aveva avuto sempre questo desiderio: visitare la grotta di San Michele. Espresse quel desiderio al suo superiore il quale, non appena i frati ebbero ultimato gli esami, organizzò il viaggio a Monte Sant’Angelo in onore del Patrono della religiosa provincia cappuccina, sia per premiare gli studenti che avevano appena terminato gli esami e infine per accontentare Padre Pio. La comitiva alle ore tre del 3 luglio 1917, da San Giovanni Rotondo, sia avviò alla volta di Monte Sant’Angelo. All’epoca, le strade erano mal conce e quindi bisogna percorrere all’incirca ventisei chilometri. Si racconta che Padre Pio fece un buon tratto a piedi ma poi, sofferente com’era, fu costretto a salire sul carretto. Lungo il percorso recitò il santo Rosario e alcune litanie in onore della Madonna, che tanto amava, e a San Michele. All’ingresso del santuario fu preso da intensa commozione e poi si fermò in devota e profonda meditazione ai piedi dell’altare di San Michele. Da quel giorno la sua devozione per il Principe celeste ebbe un sensibile e maggiore impulso. Ogni anno faceva una quaresima di preparazione alla festa dell’Arcangelo.
Padre Ladislao, un messaggio per tutti i nostri radio ascolatori…
Diceva Padre Pio: “Prima di recarvi qui da me… andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione dell’Arcangelo Michele….” Padre Pio considerava San Michele un amico prezioso che l’ha sostenuto nei suoi duri combattimenti con il diavolo. Ognuno di noi nella vita conduce un combattimento…ma il nostro è un combattimento vittorioso perché Cristo è risorto. Lui è vincitore…e noi con Lui siamo dei vincitori. A vote perdiamo il senso della nostra strada…ma San Michele ci ricorda il giusto sentiero da percorre e invita tutti a entrare nella grotta per immergerci nell’intimità dell’amore e della misericordia del Signore.