“Penso a Dio qualche volta di notte. Incontri con gente famosa” (ed. Ancora) è il nuovo libro del giornalista Michele Brambilla. 18 interviste con “illustri” uomini e donne del nostro tempo, a cui l’autore ha rivolto una domanda su tutte: credete in Dio?
Michele Brambilla, che cosa l’ha spinta a chiedere a uomini e donne illustri se credono in Dio? La curiosità. Credo che quella sull’esistenza di Dio sia la domanda per eccellenza, quella che ognuno di noi è costretto a porsi almeno qualche volta nella vita. Eppure, nei giornali si parla di tutto, si dà importanza a tutto, tranne che a quello
E quello più difficile? Quello con Bertinotti. L’ho trovato di un’ostinazione e mi permetto di dire anche di una superficialità che non immaginavo, vista la sua fama di uomo intelligente.
Qual è stata la risposta più incoraggiante che ha ricevuto? Per la loro semplicità, quelle di Alberto Sordi, che diceva di ritenere evidente l’esistenza di Dio: ”La vita c’è, e non è una cosa che possa combinarsi da sola”. E poi Marija Pavlovic. Debbo essere sincero: non sono un devoto di Medjugorje. Anzi ho parecchi dubbi. Però Marija mi è sembrata una persona sincera. Sono stato con lei un intero pomeriggio, a casa sua, e mi ha fatto anche assistere a un’apparizione. Naturalmente io non ho visto né sentito niente. Però me ne sono andato con l’impressione che quella donna non è un’imbrogliona.
Lei crede in Dio? Credo che non ci sia nulla di più grande e vero e completo, per l’uomo, di Gesù Cristo. Non mi interessano altre prospettive religiose all’infuori del cristianesimo. Su questo non ho dubbi. Purtroppo, però, ho altri dubbi. A volte temo che sia un inganno e mi dico: bello il Vangelo, ma sarà anche vero? Davvero Gesù è risorto? Per questo, alla fine del libro, ho scritto che faccio mia la preghiera che mi ha confidato di recitare il regista Pupi Avati ogni volta che entra in chiesa e si mette davanti all’altare: ”Signore, fa che tu esisti”. Sono un credente fragile, ma non ho desiderio più grande di questo: che il cristianesimo sia vero.