La figura di quest’uomo si potrebbe delineare con poche semplici parole: “testimone di Cristo in sala operatoria e nella vita”.
Medico amorevolmente sollecito verso i malati, padre dal cuore aperto all’accoglienza di bambini in difficoltà, uomo animato da profonda fede. Questo è Vittorio Trancanelli, nato il 26 aprile 1944 a Spello (PG). Medico all’Ospedale Silvestrini di Perugia, sposato con Lia Sabatini, si ammala gravemente nel 1976, un mese prima della nascita di Diego, unico figlio naturale. Malattia e lavoro non impediscono a lui e alla moglie di accogliere nella loro casa come figli altri sette ragazzi, alcuni dei quali disabili.
Poco prima della morte, vuole tutti i figli attorno a sé e alla moglie dice: «Per questo motivo valeva la pena di vivere, non per diventare qualcuno, fare carriera e soldi».
È il 24 giugno quando lascia questa terra.
Ai suoi funerali, celebrati in cattedrale dall’arcivescovo di Perugia, mons. Chiaretti, c’era una città a rendergli omaggio accanto alla moglie al figlio naturale Diego e gli altri figli adottati e in affido. Sulla sua bara ricoperta dal Tallit, il manto di preghiera degli ebrei, c’erano un rotolo della Bibbia e la Croce.
Anche dopo la morte di Vittorio Trancanelli l’associazione ha continuato ad operare, accogliendo le famiglie più povere, più deboli e più bisognose provenienti da ogni parte della terra. E’ un centro di spiritualità familiare in piena consonanza con la diocesi e in modo particolare con la Caritas. La comunità vive la spiritualità di Vittorio e ne conserva lo stile di semplicità ed autenticità evangelica.
Attualmente le famiglie che operano direttamente sono cinque, aiutate da altre famiglie amiche e da persone singole che collaborano attivamente.
Mons. Chiaretti ha dato il via alla causa di beatificazione e il 24 settembre 2006 ha aperto il processo conoscitivo sulla vita e sulle virtù di Vittorio con una messa solenne nella cattedrale di Perugia. Vittorio Trancanelli è stato dichiarato dalla Chiesa “Servo di Dio”.