Padre Pio è stato il nome più citato, la sera del 22 ottobre scorso, durante la cerimonia di consegna del “Premio Atri” di Giornalismo, diretto da Marino Spada, giunto alla sua XI edizione.
Uno dei premi alla carriera, consegnati nell’antico e suggestivo Teatro comunale della cittadina in provincia di Teramo, è stato infatti attribuito a Stefano Campanella, «in qualità di direttore dell’emittente Padre Pio Tv», per aver contribuito, con rara capacità espositiva e un linguaggio fruibile a tutti, a far conoscere nel mondo la parola e le opere del Santo di Pietrelcina».
Prima di ritirare il riconoscimento dalle mani del sen. Etel Sigismondi, Campanella ha espresso il suo ringraziamento non solo a titolo personale, «bensì a nome dell’intera squadra, perché quello che abbiamo raggiunto è un traguardo di un lavoro di squadra. E in questa squadra voglio includere non solo quelli che condividono con me il lavoro di redazione, ma anche fr. Nicola Monopoli, che sta al di sopra di noi, Ma voglio includere anche chi sta al di sopra di fr. Nicola, e cioè Padre Pio». Noi, in pochissimo tempo, in 23 anni, abbiamo visto una piccola radio diventare una grande emittente televisiva, che oggi, oltre a trasmettere in tutta Italia e in tutta Europa, diffonde il suo segnale negli Stati Uniti, Canada e Oceania mediante una piattaforma IP e può essere ricevuta in tutto il mondo via internet o attraverso le App per dispositivi mobili iOS e Android. E tutto questo, senza finanziatori. L’unico nostro mecenate è stato proprio Padre Pio: ad ogni porta alla quale abbiamo bussato, temerariamente, in questi 23 anni, dall’altra parte trovavamo qualcuno disposto a darci una mano, che ci ha indirizzato, aiutato, ci ha dato il supporto necessario per consentirci di compiere questo grande percorso, dichiarandosi devoto del Cappuccino stimmatizzato o rivelando che lo era qualcuno della sua famiglia».
«Quindi – ha concluso il direttore della televisione che trasmette da San Giovanni Rotondo – davvero abbiamo percepito che Padre Pio ci ha accompagnato in questo cammino finalizzato a portare la Parola di Dio in tante case. E adesso il prossimo traguardo che stiamo per raggiungere è aprire la nostra programmazione al tema della sostenibilità cristiana, al messaggio partito da Francesco d’Assisi, oggi rilanciato da Francesco da Buenos Aires, il nostro Papa Francesco, che ha bisogno di essere veicolato in una cultura in cui l’economia, se non ritrova la necessaria moralità, ci riporterà a nuove crisi come quella i cui effetti stiamo ancora patendo, che pesano soprattutto sui più poveri».
Un altro significativo premio alla carriera è stato conferito al condirettore di Famiglia Cristiana, Luciano Regolo. Lo stesso riconoscimento è stato assegnato anche a responsabili di testate laiche, come: Piero Anchino (direttore del quotidiano Il Centro), Paolo Mieli (che ha diretto La Stampa e il Corriere della Sera), Claudio Cerasa (direttore de Il Foglio), Massimo Giannini (direttore de La Stampa), Giuseppe De Bellis (direttore di Sky Tg24), Italo Cucci (già direttore del Corriere dello Sport) e Ivan Zazzaroni (attuale direttore dello stesso quotidiano sportivo), Alessio Falconio (direttore di Radio Radicale), Maurizio Molinari (direttore de La Repubblica) e Agnese Pini (direttrice QN – Resto del Carlino – La Nazione). Un applauso particolarmente caloroso ha accompagnato la consegna della targa a Nuccio Fava (già direttore del Tg1), che con i suoi 84 anni può essere considerato il decano dei giornalisti premiati. Hanno ritirato il riconoscimento alla carriera anche Eleonora Daniele (conduttrice televisiva e giornalista di Rai Uno), Maria Concetta Mattei (che dalla redazione del Tg2 è passata a dirigere Scuola di Giornalismo di Perugia).
Padre Pio si è ripreso la scena con la consegna di un premio speciale a padre Guglielmo Alimonti, confratello, e figlio spirituale del santo Cappuccino, che nel suo intervento ha lodato l’iniziativa del “Premio Atri” di Giornalismo, definendola «una spinta all’intelletto e al cuore di tutti quelli che hanno il culto di ciò che è vero, che è bello, che è giusto».