Dieci anni fa, il 5 settembre 1997, moriva a Calcutta Madre Teresa. Nel 2003, proclamandola beata in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, Giovanni Paolo II l’aveva definita: “Una piccola donna innamorata di Dio, umile messaggera del Vangelo e infaticabile benefattrice dell’umanità.” La scelta non fu casuale: la beatificazione della Madre fu vista dal Papa come la celebrazione di un modello per la missione contemporanea e come un gesto di gratitudine per tutta l’opera svolta dai missionari e missionarie che nel mondo lavorano con lo stile di Madre Teresa di Calcutta. Ai microfoni di Tele Radio Padre Pio abbiamo ascoltato la testimonianza di padre Piero Gheddo, missionario del PIME ( Pontificio Istituto Missioni Estere ), il quale ci ha raccontato i suoi incontri con la Madre .
Il Pime vanta, da decenni, un rapporto speciale con Madre Teresa e le sue suore. Ci spieghi il perché? Pochi sanno che la 1° Veglia missionaria in Italia, alla vigilia della Giornata missionaria mondiale è stata celebrata a Milano il 20 ottobre 1973, con ottomila persone che sfilavano pregando e cantando lungo le vie del centro storico di Milano, per poi riunirsi in piazza Duomo ad ascoltare Madre Teresa di Calcutta. L’iniziativa, presa dal Centro missionario Pime per conto della diocesi di Milano, si è diffusa rapidamente in Italia e oggi rappresenta un importante appuntamento per mole diocesi.
Come è nato il rapporto tra Madre Teresa e il Centro Pime di Milano? Il nostro rapporto è iniziato nel 1964, quando ho visitato la Madre a Calcutta, alla Nirmal Hrida, la casa dei moribondi. Molti di quei poveri non avevano mai avuto un letto, mai una medicina, mai mangiato tre volte al giorno. Poi ho visitato la Shishu Bhava,la casa dei bambini orfani, figli di ragazze madri abbandonati. Tornato in Italia, in quel 1964 quando Madre Teresa era ancora quasi sconosciuta fuori dall’India ( le Missionarie della carità sono state approvate da Paolo VI solo l’anno dopo) ho scritto molto su di lei: e subito è iniziato il movimento di conferenze, mostre fotografiche, incontri nelle scuole e invio di offerte per la Madre di Calcutta.
E poi… Nell’aprile 1973 viene da Hong Kong a Milano come nuovo direttore del Centro Pime, padre Giacomo Girardi. Una delle sue prime decisioni è stata di preparare una veglia missionaria, gesto coraggioso in un tempo in cui la città era occupata dai contestatori.
Quella prima visita di Madre Teresa a Milano è stata provvidenziale per il Centro Missionario…. Infatti la Madre chiese al Pime di essere suo referente per l’Italia per incontri e iniziative. L’accordo è durato fin verso il 1979 quando Madre Teresa ricevette il premio Nobel per la Pace e le sue suore si stabilirono a Roma e in altre città italiane. Il più importante avvenimento cui abbia partecipato la Madre in Italia è stata la “Celebrazione della vita” il 23 aprile 1977, nello stadio di San Siro, strapieno, con la presenza di tutti i vescovi lombardi. Fu la più imponente manifestazione pubblica dei cattolici italiani contro la legge sull’aborto.
Ha incontrato altre volte Madre Teresa? Nell’autunno 1974 ad Addis Abeba in Etiopia, poco dopo il colpo di Stato militare che aveva tolto dal trono il negus, l’imperatore d’Etiopia. Erano giorni di terrore, la città era bloccata dai militari, che stavano eliminando gli oppositori. Madre Teresa viene a sapere dalle sue suore che l’imperatore e la sua famiglia sono tenuti prigionieri non si sa dove. La madre era molto riconoscente all’imperatore d’Etiopia che aveva accolto la sua prima comunità, ma per i militari e i comunisti d’Etiopia la Madre era nessuno. Ebbene, lei va con una suora per compagna al quartiere generale della rivoluzione e, dopo molte preghiere e insistenze, riesce a visitare la famiglia reale, portando il conforto della preghiera alle loro pene!, Dopo, raccontando il fatto come del tutto naturale, ai giornalisti diceva : “Nulla è impossibile a Dio”. Sono andato molte volte in India. Ciò che mi ha sempre sconvolto e stupito è che riusciva a far accettare quella povera gente ovunque. Ho pensato: ha un carisma naturale enorme che usa per il servizio dei più poveri. Ma era anche l’aiuto straordinario dello Spirito Santo. E poi la sua vitalità:io avevo vent’anni meno di lei, ma alla sera ero distrutto, lei faceva ancora un’ora di adorazione inginocchiata sulla nuda terra.
Madre Teresa rappresenta per tutti noi uno dei più credibili “testimonial” del Vangelo.In che modo? Non si capisce nulla di Madre Teresa fuori da una logica di fede. Era una vera missionaria!
“Chi è il missionario?” Lei mi rispose: “Un cristiano talmente innamorato di Gesù Cristo, da non desiderare altro che di farlo conoscere e amare..” Poteva sembrare una vecchia suora che viveva fuori dal nostro tempo. Invece la sua testimonianza di amore all’uomo e di santità l’ha resa gradita a tutti: ha inculcato il Vangelo in India, ha stabilito ponti di dialogo con Indù e musulmani, è riuscita a entrare in Paesi comunisti come Cuba e la Cambogia,che perseguitavano la Chiesa e i cristiani. Tutto il suo segreto è racchiuso nelle parole di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri, così come io amato voi… ”Questo amore che riusciva donare agli altri è stato manifestato dal popolo il giorno del suo funerale. Al corteo funebre, trasmesso in mondovisione, erano presenti capi dello Stato, i rappresentanti di tutte le religioni, le folle di Calcutta. La commozione e il rimpianto divennero allora visibili, toccarono il cuore di credenti e non credenti. Alla folla che gremiva Piazza San Pietro in occasione della beatificazione della Madre, il Papa disse: “Placare la sete d’amore e di anime di Gesù in unione con Maria era il solo scopo dell’esistenza di Madre Teresa e la forza interiore che le faceva superare sé stessa e andare di fretta da una parte all’atra del mondo per la salvezza dei più poveri tra i poveri. Questa è stata l’umile suora che si definiva “una semplice matita tra le mani di Dio…” Ed è così che vogliamo ricordarla…