Debutterà in prima assoluta al Teatro Smeraldo di Milano l’11 giugno l’opera musicale di Angelo Branduardi che, ancora una volta, si dimostra uno dei più grandi talenti della musica italiana. Sui palcoscenici di tutta Italia, la rappresentazione svilupperà la figura e il carisma di San Francesco D’assisi, con un cast composto da attori, ballerini e musicisti con le coreografie di Alberta Palmisano e la regia di Oreste Castagna.
Con l’intensità interpretativa che lo contraddistingue, Branduardi ha musicato le parole di San Francesco, scritte più di ottocento anni fa e oggi attuali più che mai.
Ai microfoni di Radio Padre Pio,con parole semplice ma efficaci, ci ha raccontato come è nato questo suo nuovo lavoro.
Questo lavoro è una commedia musicale che però sarebbe meglio definire Lauda.La Lauda è una composizione poetica e musicale e la sua origine risale al Cantico, in cui il sentimento religioso scopre per la prima volta il mondo della natura. Noi abbiamo ricreato questa situazione con una scenografia completamente di legno e attraverso una serie di quadri raccontiamo la vita di Francesco D’Assisi.
In scena San Francesco sarà Gualtiero Scola, mentre santa Chiara sarà interpretata da Angela Giliberti e frate Berardo da Walter Tiraboschi.
Ma in scena ci sarò anch’io nel ruolo di “narratore” proprio alla maniera del teatro shakespeariano.
Nel cast rientrano anche personaggi “secondari” e un gruppo di danza di stile moderno ma classico composto da 15 elementi.
– Come mai ha scelto soltanto attori giovani?
Perché è bello dare a dei giovani delle possibilità per poter esprimere i propri talenti. Credo che sia anche giusto che una figura come quella di San Francesco non venga interpretata da un “vecchio trombone” ma che sia un ragazzo giovane e pieno di speranza che sappia trasmettere il più naturale possibile un messaggio fondamentale, purtroppo spesso dimenticato: l’amore per l’umanità .
– Dialoghi,costumi e tematiche sorprendentemente ricche di analogie a dispetto di epoche e culture così distanti tra loro. Ma qual è il Francesco che ne viene furori?
La figura francescana che noi presentiamo non è solo quella del “giullare di Dio” come spesso viene definito, ma bensì la figura di un uomo molto complesso, per questo anche molto moderno e pieno di contraddizioni, di dubbi, di sofferenza e anche di disperazione.
La sua figura ci fa riflettere su tematiche più che mai attuali: la pace,l’ecologia, la speranza e la solidarietà. Lui, giovane ragazzo solare, pieno di vita, passionale come un uomo qualunque che è vittima della rabbia di fronte alle ingiustizie e che si lascia prendere dallo sconforto nel vedere tanta sofferenza. Francesco che ama la natura nella sua totalità ed è cosciente di poter vedere la vita anche nel dolore e nella malvagità. Grazie alla sua fede profonda, non smette di credere di poter cambiare il mondo. E così ha fatto.
– Quindi un Francesco straordinariamente moderno e passionale, un uomo di pace e concordia?
Attenzione! Ciò non significa fare di San Francesco un semplice pacifista. Lui in molte questioni è stato mediatore di pace ma, come dicono le Fonti Francescane, la pace va inseguita e conquistata.Ciò significa semplicemente che l’uomo deve impegnarsi fortemente.
– La musica è in gran parte tratta da L’Infinitamente piccolo, un disco con undici canzoni sui testi tratti dalle fonti francescane. Cosa si aspetta dal pubblico?
Spero che il pubblico possa apprezzare il lato poetico che emerge da questa storia. Spero che si commuovano per le parole francescane. Il consiglio più bello della vita francescana, e che poi è il senso autentico del francescanesimo, è quello che ci giunge dal messaggio della perfetta letizia, ossia dalla capacità di saper scegliere la vera libertà.
Credo che non ci sia nulla da aggiungere sulla figura carismatica di San Francesco, nulla che i nostri cuori non sappiano già. Quest’opera è semplicemente la storia di un grande uomo e che la scelta artistica è mirata a far rivivere un po’ di San Francesco in ognuno di noi.