Debutta il 27 maggio a San Giovanni Rotondo la nuova opera teatrale del regista ed autore Carlo Tedeschi. Dopo il successo ottenuto con il musical “Chiara di Dio”, che racconta la vita di Chiara di Assisi, Tedeschi porta in scena “Un fremito d’ali”, con un particolare sottotitolo: “La vita di Padre Pio vista dagli angeli”. Vi proponiamo uno stralcio dell’intervista realizzata a Carlo Tedeschi, ospite ai microfoni di Radio Padre Pio.
Carlo come nasce il musical? Il musical nasce da un desiderio di fra Nazario Vasciarelli, guardiano del convento di San Giovanni Rotondo, durante la nostra permanenza a San Giovanni per la rappresentazione di “Chiara di Dio”. Durante una messa a cui assistevo, fra Nazario mi disse: “Tu hai fatto Chiara di Dio, tu sei sensibile alle ispirazioni del cielo perché non scrivi uno spettacolo su Padre Pio?.” Il quel momento mi sentii di dire subito sì… anche se per me è stato come un salto nel vuoto. Comunque dissi di sì ed è cominciata questa bellissima storia.
Una bellissima storia che ha come titolo “Un fremito d’ali – Padre Pio visto dagli angeli”. Come mai questo titolo e secondo te che ruolo hanno avuto gli angeli nella vita di Padre Pio? Carlo Carlei, regista di quel bellissimo film per la televisione sulla vita di Padre Pio, durante un’intervista disse: “Che cosa potevo rappresentare di Padre Pio se non quello che conosciamo, ciò che è stata la sua vita…”. In quel momento pensavo: “Se dovessi farlo io uno spettacolo su Padre Pio che cosa potrei raccontare?”. In quel momento mi piacque pensare: “Voglio rappresentare l’invisibile… quello che non abbiamo visto della vita di Padre Pio… ossia il mondo invisibile che lo circondava e questi angeli con cui parlava…” Mi è sembrato subito uno strumento eccezionale: guardare la vita di un uomo,di un sacerdote, di un santo, attraverso gli occhi di un angelo, il suo “Angelo custode””.
Come si struttura lo spettacolo? Ho voluto creare uno spettacolo per tutti e in modo particolare per i giovani. Ho voluto presentare un Padre Pio che per circa un’ora e quindici minuti è giovanissimo e non fa altro che vivere in scena quello che vivono tutti i giovani. Padre Pio sente una voce dentro al suo cuore che gli sussurra continuamente: “Ubi est Deus tuus?”, ossia : “Dove è il tuo Dio?. Credo che tutti i giovani, almeno per la mia esperienza, sentano queste spinte e questa voce. Ecco perché i giovani potranno identificarsi in questo ragazzino, che a diversità di altri, chiude con il mondo, chiude con le attrazioni della vita, per seguire solo quella voce, per seguire l’impulso interiore. Tutto ciò gli permetterà di accogliere in un sogno, o come lui stesso dice: “in una visione intellettuale“, questo uomo maestoso per iniziare una storia d’amore bellissima. Lo spettacolo inizia con la scena di Piana Romana dove, durante una profonda preghiera, inizia il suo rapporto con il mondo celeste. Dopo di che lo vedremo crescere, piano piano, fino alla prima Messa…poi anziano, con le stimmate, morente… .
Tutte le tappe principali della vita di Padre Pio verranno ripresentate con il musical?
Sì, però con gli angeli sempre presenti in scena. Sono gli angeli che commentano, sottolineano…Ad esempio nella celebrazione della prima Messa, non si vedrà tanto la celebrazione, ma il commento della gente che si chiede: “Ma che cosa sta facendo? Perché si è fermato? Perché è in silenzio?” In quel momento noi vedremo ciò che ha visto Padre Pio, grazie alla presenza dell’angelo.
Attraverso la danza, la musica e la recitazione, espressioni artistiche molto importanti oggi per evangelizzare, ci viene data la possibilità di “riscoprire” un Padre Pio giovane forse poco conosciuto dai giovani… Abbiamo conosciuto Padre Pio, nella nostra cultura, già “realizzato” santo… ed è forse per questo motivo che fa fatica ad entrare nella realtà dei giovani che vivono in questo mondo disincantati e attratti da tante altre cose negative. Ho pensato che sarebbe stato meglio invece presentarlo come un giovane… con le sue spinte da giovane. Anche se cambiano i tempi, gli scenari, però non cambia l’animo umano e soprattutto non cambia Dio creatore che vuole comunicare con le sue creature…. E le sue creature siamo noi. Ho cercato di dare un’immagine del bene e del male diversa da quella che la cultura di oggi ci propone. Il diavolo, il bene, il male…sono rappresentati con un linguaggio lontano dal mondo giovanile, i quali hanno bisogno di vedere e ascoltare qualcosa di diverso…. Ho voluto provarci…. spero di esserci riuscito.
Quanto c’è di “francescanesimo” in Carlo Tedeschi e in tutta la fondazione “Leo Amici”?
La Fondazione “Leo Amici” ha costruito un piccolo paese definito, dal suo fondatore, “un piccolo paese fuori dal mondo”. E’ un punto di riferimento per giovani, pellegrinaggi, figli spirituali, iniziative umanitarie, congressi, etc… In questo luogo, dove si vive questo amore, pace, fratellanza, noi abbiamo vissuto fino a quattro anni fa, fino a quando ci è stato chiesto di realizzare il musical dedicato a Santa Chiara. Improvvisamente, anche se già si conosceva la spiritualità di Francesco, abbiamo scoperto che in tutti questi anni abbiamo vissuto in questa povertà e semplicità. Ci siamo resi conto che Francesco era molto vicino al nostro modo di vivere la fede, di rapportarci a Dio, il nostro vivere insieme esperienze di fratellanza e solidarietà. E’ bello condividere tutto quello che è il nostro pensiero e il nostro cuore aperto al prossimo e l’anima aperta a Dio. Ecco perché abbiamo rappresentato volentieri la storia di Chiara e Francesco ed ecco perché ho ubbidito a quest’altro richiamo in cui si presentata un altro figlio di Francesco: Padre Pio. Si apra il sipario alla bellezza di Dio. A questi giovanissimi artisti che non vogliono far altro che trasmettere il loro amore e l’entusiasmo che caratterizza la ricerca di Dio.
Chi pensi di ringraziare per la riuscita del musical? Ringrazio Padre Pio perché si è reso visibile. Padre Pio si è fatto sentire tantissimo dai vari attori che hanno interpretato le fasi della sua vita. Gli interpreti hanno vissuto dei momenti spirituali molto intensi. Ringrazio, quindi, Padre Pio perché ci ha guidato in questo cammino e ci accompagnerà per la messa in scena del musical.
Le musiche sono di Stefano Natale e Andrea Tosi. Coreografie di Gianluca Raponi. L’anteprima dello spettacolo, prodotto dall’Associazione “Dare” e promosso dalla Fondazione “Leo Amici“, con la collaborazione del Convento dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo, sarà rappresentata gratuitamente sul sagrato della nuova chiesa dedicata a San Pio.
Per info: www.unfremitodali.it