Il Card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute, lo scorso 5 maggio, si è recato pellegrino a San Giovanni Rotondo in occasione del 60mo anniversario dell’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza.
Eminenza, a San Giovanni Rotondo in occasione dei 60 anni dall’inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza, l’Opera della Provvidenza voluta da Padre Pio. Sono venuto come pellegrino, ma sono venuto anche a vedere quest’Opera che ammiro per la prima volta. Casa Sollievo è una ricchezza per la Chiesa e per la gente, perché in questo luogo professionalità e cuore sanno fondersi insieme e credo che l’ammalato abbia bisogno sia dell’uno che dell’altro.
Lei ha accompagnato Papa Francesco durante la visita a Lampedusa, nel luglio 2013, tra i rifugiati e i migranti. Qual è il significato più profondo del verbo accogliere?
Accoglienza non è soltanto dare un tetto, un piatto, un letto. L’accoglienza è soprattutto ti dono il cuore. L’amore è abitare nel cuore degli altri e fare abitare gli altri nel proprio cuore. Quindi se voglio davvero stare vicino agli altri, anche se mi sembrano diversi, ho bisogno di aprire la porta del cuore, scoprendo che lì c’è posto per tutti.
È l’Anno Santo della Misericordia. A cosa siamo chiamati noi cristiani?
La fede ha bisogno di trasformarsi in gesti, opere. E la misericordia non è soltanto emozione, è la conclusione forte dell’amore, è la capacità di curvarsi, non lasciare solo chi soffre, tenerlo per mano, accompagnarlo. E il Signore ci chiede questo. L’amore si misura dal come so fermarmi, infatti Gesù usa un verbo “rimanete nel mio amore”. E quando uno si ferma e rimane è là che comincia la misericordia.
Cosa la colpisce della vita e della spiritualità del Santo di Pietrelcina?
Saper fondere preghiera e servizio ai sofferenti. Un ospedale c’è perché deve curare, e perché deve dare dignità all’uomo. Credo che Padre Pio attraverso la preghiera invitava tutti a rivestire l’uomo di dignità, perché un uomo quando arriva in un ospedale viene denudato, viene privato, da quel momento finisce di essere se stesso perché dipende da tutti gli altri. Mentre qui c’è in gioco il cuore e questo ti lascia sperare perché chi è ammalato ha bisogno della medicina ma anche di un sorriso, di una carezza, di uno sguardo e qui questi miracoli si compiono.
Ha affidato il suo ministero al Padre Pio?
Sono contento di essere venuto proprio per riprendere fiato e continuare il cammino.
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