Nel giorno in cui si commemora il 70° anniversario dello sgancio della bomba atomica a Nagasaki, papa Francesco, nel corso dell’Angelus domenicale, non ha voluto far mancare il proprio appello per la pace nel mondo, "per diffondere nel mondo un’etica di fraternità e un clima di serena convivenza tra i popoli".
"A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione", ha detto il Papa. "Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di massa". Franecsco ha, quindi, auspicato che "da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace! Con la guerra sempre si perde. L’unico modo di vincere una guerra è non farla".
Prima dell’Angelus, il Papa, commentando il brano del Vangelo proclamato nella liturgia domenicale, ha spiegato che "non basta incontrare Gesù per credere in Lui, non basta leggere la Bibbia, il Vangelo". E’ la fede ad aprire gli orizzonti, legandoli alla prospettiva del Padre, "che è come un seme nel profondo del cuore, sboccia quando ci lasciamo “attirare” dal Padre verso Gesù, e “andiamo a Lui” con il cuore aperto, senza pregiudizi; allora riconosciamo nel suo volto il Volto di Dio e nelle sue parole la Parola di Dio, perché lo Spirito Santo ci ha fatto entrare nella relazione d’amore e di vita che c’è tra Gesù e Dio Padre".