“Nel cuore della notte, nella stagione più rigida, nella più gelida grotta, più
abitazione di armenti che di umana creatura, veniva alla luce nella pienezza dei
tempi il promesso Messia Gesù il Salvatore degli uomini.
Non strepito attorno a lui; un bue ed un asino riscaldano il neonato povero
Bambino; un’umile donna, un povero uomo stanco adoranti presso di lui.
Non si odono che vagiti e pianto del Dio pargoletto. E con questo pianto e con
questi vagiti egli offre alla divina giustizia il primo riscatto della nostra
riconciliazione.
Da ben quaranta secoli egli è atteso; con sospiri gli antichi Padri ne avevano
invocato la venuta; i sacri scrittori chiaramente avevano profetato ed il luogo
e l’epoca della sua nascita, eppure tutto è silenzio e sembra che nessuno sia a
conoscenza di questo grande avvenimento. Solo un po’ più tardi egli è visitato
da pastori intenti a vigilare il gregge nei prati. Sono avvertiti da spiriti
celesti dello strepitoso avvenimento, invitati a recarsi alla sua grotta.
Quali e quanti non sono, o cristiani, gl’insegnamenti che si partono dalla
grotta di Betlemme! Oh come deve sentirsi acceso il cuore di amore per colui che
tutto tenerezza si è fatto per noi! Oh come dovremmo ardere del desiderio di
condurre il mondo tutto a quest’umile grotta, asilo del re dei re, più grande di
ogni reggia umana, perché trono e dimora di Dio! Chiediamo a questo divin
Bambino di rivestirci d’umiltà, perché solo con questa virtù possiamo gustare
questo mistero ripieno di divine tenerezze…
Il celeste Bambino soffre e vagisce nel presepe per rendere a noi amabile,
meritoria e ricercata la sofferenza: egli manca di tutto, perché noi apprendiamo
da lui la rinunzia dei beni e degli agi terreni; egli si compiace di umili e
poveri adoratori per invogliarci ad amare la povertà e preferire la compagnia
dei piccoli e dei semplici a quella dei grandi del mondo.
Questo celeste Bambino tutto mansuetudine e dolcezza vuole infondere nei nostri
cuori col suo esempio queste sublimi virtù, affinché nel mondo dilaniato e
sconvolto sorga un’era di pace e di amore. Egli fin dalla nascita ci addita la
nostra missione, che è quella di disprezzare ciò che il mondo ama e cerca.
Oh! prostriamoci innanzi al presepe e con il grande s. Girolamo, il santo
infiammato di amore a Gesù bambino, offriamogli tutto il nostro cuore senza
riserva, e promettiamogli di seguire gli insegnamenti che giungono a noi dalla
grotta di Betlemme, che ci predicano essere tutto quaggiù vanità delle vanità,
non altro che vanità”. (Padre Pio da Pietrelcina)
E’ morto Padre Gregorio D’Arenzo. Lutto tra i confratelli di Padre Pio
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