A meno di improvvise novità dell’ultimo minuto, domani(venerdì 2) all’alba Kenneth Boyd verrà messo a morte nello Stato del North Carolina: sarà la millesima esecuzione da quando, nel 1976, la Corte suprema degli Stati Uniti ha ripristinato la pena capitale.
In queste ore intanto Amnesty International ha lanciato oggi un appello on line (www.amnesty.it/appelli/usa2) per salvare Stanley ‘Tookie’ Williams, un afro-americano di 51 anni, condannato a morte in California per quattro omicidi. Williams, dopo ventiquattro anni passati in carcere, è diventato un simbolo di speranza: il suo comportamento esemplare e la sua attività in favore dei ragazzi di strada ne hanno fatto un candidato al Nobel per la Pace. La sua esecuzione è prevista il 13 dicembre.
“La storia di queste 1000 esecuzioni -ha dichiarato Fosca Nomis, vicepresidente della Sezione Italiana di Amnesty International- è piena di minorenni al momento del reato, errori giudiziari, difficoltà economiche e conseguente difesa inadeguata, discriminazione da parte delle giurie, minorati mentali messi a morte…Più del dieci per cento dei condannati a morte aveva rinunciato a presentare appello contro l’esecuzione per sfiducia nei confronti del sistema giudiziario statunitense. Per sua natura, la pena di morte è inefficace e arbitraria, e non ha potere deterrente nei confronti della criminalità. Le risorse spese per le 1000 esecuzioni avrebbero potuto essere destinate a programmi di riabilitazione, sostegno alle vittime e
prevenzione del crimine, oltre che a migliorare il lavoro delle forze dell’ordine”.
Nel mondo sono 121 gli Stati che hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica, mentre sono 75 quelli che ancora la prevedono. Nel corso degli ultimi dieci anni la pena capitale è stata abolita da più di trenta Paesi. La maggior parte delle esecuzioni si concentra in Cina, Arabia Saudita, Iran, Vietnam e Usa.