S.E. Mons. Michele Seccia, Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, rientra in Italia da un particolare viaggio che lo ha condotto in Albania in occasione della Beatificazione dei primi martiri di quel Paese proclamati da Papa Francesco. Ripercorrendo la storia contemporanea del popolo albanese, possiamo capire come i diritti umani di questa popolazione siano stati calpestati dalla dittatura di Enver Halil Hoxha, durata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla sua morte nel 1985. Nel 1967, dopo due decenni di ateizzazione sempre più forte, Hoxha dichiarò trionfalmente che la nazione era il primo paese dove l’ateismo di stato era scritto nella Costituzione; infatti in quella del 1976 l’articolo 37 recitava: "Lo Stato non riconosce alcuna religione e sostiene la propaganda atea per inculcare alle persone la visione scientifico-materialista del mondo". Molti furono purtroppo gli uomini e le donne perseguitati in questo periodo cupo e drammatico a causa della propria fede Cristiana: l’articolo 55 del codice penale del 1977 stabiliva infatti la reclusione da 3 a 10 anni per propaganda religiosa e produzione, distribuzione o immagazzinamento di scritti religiosi. Secondo un rapporto di Amnesty International pubblicato nel 1984, lo stato dei diritti umani in Albania era pressoché nullo: diritti civili come la libertà di parola, stampa, di religione e di associazione, erano del tutto scomparsi "per garantire stabilità ed ordine". Ospite di Padre Angelo Massafra, Francescano di origine Pugliese, Arcivescovo della diocesi di Scutari, Mons. Seccia ha ricordato che "…La Chiesa riscopre, come già avvenuto con la recentissima canonizzazione dei primi martiri benedettini caduti durante la rivoluzione Spagnola del primo novecento, che anche l’Albania ha i suoi martiri: persone che sono cresciute nella fede, ma che, una volta riconosciute, sono state perseguitate ed uccise proprio in odio alla Fede. Abbiamo bisogno di ricordare questi eventi particolari, perchè a volte noi consideriamo la nostra Fede Cristiana quasi un’abitudine…mentre la Fede è l’impegno più gioioso che ogni battezzato può assumere davanti a Dio e alla propria coscienza". Tutti noi, per rafforzare il nostro Credo e per poterlo testimoniare sempre con forza e coerenza nella società e migliorarla rendendola più giusta ed umana, forse, oggi più che mai, abbiamo bisogno di modelli di Beati e Santi del nostro tempo. Persone che hanno creduto, sperato e testimoniato con forza anche in momenti bui e difficili. Persone che non hanno perso la Speranza in Dio anche quando ogni diritto veniva offeso e calpestato. Persone Sante vicine a noi che nel nostro tempo hanno saputo essere esempi di vicinanza a Dio, sostenute da quella Fede incrollabile a cui tutti noi dobbiamo ispirarci.