«Bisogna essergli grati per aver dato un messaggio molto forte alla Chiesa e cioè che la cosa importante non è il potere ma il servizio». Lo ha detto Giovan Battista Brunori, vicecaporedattore esteri e vaticanista del Tg2, autore del libro “Benedetto XVI. Fede e profezia del primo Papa emerito della storia” (ed. Paoline). Una biografia dedicata a Joseph Ratzinger, intellettuale, studioso e pontefice, alla soglia dei suoi 90 anni.
«Papa Benedetto è sempre stato un personaggio che ha sorpreso i suoi interlocutori e ha dimostrato una libertà d’animo e un coraggio davvero straordinari» – ha detto Brunori nell’intervista a Padre Pio tv – «Ha chiuso una porta del suo pontificato che è stata aperta poi da Papa Francesco. Credo che aldilà delle differenze di personalità, che sono molto chiare ed evidenti, in realtà ci sia anche una grande continuità in quanto la Chiesa è stata ed è guidata da due persone di grande fede«Tracciare il ritratto di un Papa tutt’ora vivente è stata un’impresa molto difficile ma allo stesso tempo emozionante ed anche illuminante – ha proseguito Brunori – è stata l’occasione per riflettere di più sulla figura di Ratzinger, per studiare con calma i documenti, i suoi libri, i discorsi. Incontrare le persone che lo hanno conosciuto, andare in giro a raccogliere testimonianze è stata un’esperienza che mi ha fatto arricchire. Ho colto nella figura di Benedetto XVI il desiderio di difendere la fede dei semplici».
Nel prologo del libro l’autore ripercorre l’11 febbraio 2013, giorno della rinuncia di Papa Benedetto al ministero petrino, gesto che ha cambiato profondamente la storia della Chiesa. «Io credo che senza le dimissioni di Papa Benedetto probabilmente non ci sarebbe stata la voglia di rinnovamento così forte che ha motivato l’elezione di Papa Francesco. E questa esigenza di cambiamento espressa dai cardinali riuniti in Conclave, è stata certamente e in buona parte motivata dalle dimissioni di Ratzinger» ha spiegato l’autore del libro.
«Auguro a Papa Benedetto, (che domani compirà 90 anni n.d.r.) di poter continuare a servire la Chiesa con la preghiera, l’insegnamento e lo studio. Non possiamo che ringraziarlo e mi auguro che il suo messaggio sia un seme che possa condurci ad una nuova primavera della Chiesa insieme a Papa Francesco».