XXX Anniversario della Morte di Fra Daniele Natale, discepolo di Padre Pio
Il 6 luglio scorso, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, è stata celebrata una Concelebrazione Eucaristica in occasione del XXX anniversario della morte del Servo di Dio, Fr. Daniele Natale, presieduta da Fr. Carlo Calloni, postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e religiosi, tra cui il ministro della provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, Fr. Francesco Dileo, e il vice postulatore della causa di Fra Daniele, Fr. Mariano Di Vito.
L’Omelia di fr. Carlo Calloni
Durante l’omelia, Fra Carlo Calloni ha sottolineato il significato profondo della preghiera nella vita di Fra Daniele, evidenziando come il recitare l’Ave Maria fosse per lui un gesto potente di adesione alla volontà di Dio, mediata da Maria. “La preghiera ti cambia,” ha detto Fra Carlo, “se la preghiera non ti cambia, sono parole vuote, inutili.” La preghiera, secondo Fra Daniele, doveva entrare in profondità, permettendo a chi prega di stupirsi e meravigliarsi davanti alla presenza di Dio. Fra Daniele insegnava a vivere la preghiera come un’esperienza viva e reale, un momento di adorazione in cui si poteva “gustare, vedere e toccare la presenza di Dio.” La preghiera non era solo un insieme di parole, ma un dialogo con Dio, un momento di ascolto e di scambio.
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L’Importanza della parola di consolazione
Fra Carlo Calloni ha anche parlato del ruolo consolatorio della parola di Fra Daniele. Nonostante l’umiltà delle sue espressioni, le sue parole erano piene di forza e speranza. Egli incoraggiava i fedeli con semplici espressioni di conforto e fiducia in Dio, come “coraggio, Dio ti vuole bene” e “continua, vai avanti, non abbandonarti alla disperazione.” Queste parole erano essenziali per i tanti che si rivolgevano a lui in cerca di consolazione nelle loro tribolazioni.
La Carità come amore incondizionato
Un altro aspetto fondamentale della vita di Fra Daniele era la sua carità. Fra Carlo ha descritto la carità come “un amore continuo, un gesto di benevolenza che va oltre le fatiche e il ringraziamento.” La carità di Fra Daniele era un riflesso dell’amore di Cristo, un amore che si dona senza aspettarsi nulla in cambio. Questo amore si manifesta pienamente nella croce di Gesù, simbolo del più grande sacrificio per la salvezza dell’umanità. Fra Daniele, seguendo l’esempio di San Pio da Pietrelcina, viveva la sua vita all’insegna della preghiera, della parola di consolazione e della carità. Questi elementi erano il fulcro del suo ministero e della sua testimonianza di fede.
Fra Carlo Calloni ha concluso l’omelia con un invito a riconoscere i segni straordinari della presenza di Dio nella vita quotidiana, ricordando che “dal cuore di Dio nasce la meraviglia e lo stupore di qualcosa che non ci aspettiamo.” In questo spirito, la commemorazione di Fra Daniele Natale è diventata un richiamo alla speranza e alla fiducia nell’amore infinito di Dio.
Inaugurazione della Nuova Opera di Antonio Ciccone
Dopo la celebrazione eucaristica, i presenti si sono recati presso la tomba di Fra Daniele, dove è stata inaugurata una nuova opera d’arte del maestro Antonio Ciccone, dedicata al Servo di Dio. L’opera, benedetta durante la cerimonia, rappresenta un ulteriore tributo alla vita e all’eredità spirituale di Fra Daniele Natale.
La comunità di San Giovanni Rotondo ha vissuto un momento di profonda spiritualità, celebrando non solo le virtù di un uomo che ha dedicato la sua vita a Dio, ma anche la gloria di Dio che si manifesta attraverso la vita dei suoi servi fedeli.
FOTO cappuccinifoggia.it
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