Si è svolta ieri a Roma, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, la Veglia Ecumenica di preghiera per i Martiri del XX e del XXI secolo. La Basilica è un vero e proprio Santuario dei Nuovi Martiri ed accoglie i testimoni della fede provenienti da Europa, Medio Oriente, Asia, Americhe, Oceania e Africa, nonché quelli uccisi sotto i regimi totalitari del secolo scorso. La Veglia, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Diocesi di Roma, è stata presieduta dal Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

Nel corso della celebrazione, sono stati ricordati – come ultimi in ordine di tempo – tre monaci egiziani copto-ortodossi (Takla el- Samouili, Youstos ava-Markos e Mina ava-Markostre), pugnalati a morte in Sudafrica il 23 marzo, e padre William Banda della Società S. Patrizio per le Missioni Estere, ucciso il giorno successivo. Per loro e per ogni altro Martire ricordato è stata accesa una candela. Sono stati posti poi ai piedi dell’altare, in rappresentanza dei quattro continenti, quattro crocifissi, circondati dalle palme, simbolo di pace.
Il Cardinale Farrell, nella sua omelia, ha ricordato i passi del Vangelo di San Marco (13, 5-13) in cui Gesù annuncia di guerre, terremoti e carestie, l’inizio cioè di un tempo di dolore in cui i cristiani saranno perseguitati, odiati ed uccisi a causa della loro fede. Ma – ci dice Gesù – proclamate il Vangelo a tutte le Nazioni e “chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. “Nei Martiri – prosegue Farrell – vediamo che la comunione con Gesù è ben più preziosa della vita terrena e persino dei legami famigliari. Questa testimonianza di sangue che i Martiri rendono a Cristo è […] un grande segno di speranza perché il Regno di Dio continui a diffondersi e ad essere ancora più conosciuto e amato. I Martiri avevano nel cuore la pace e per questo, con la loro morte, hanno fermato la spirale della violenza. Li preghiamo perché anche noi possiamo avere un cuore pacificato e desideroso di pace, di essere accoglienti, di sentire la giusta solidarietà e compassione e saper trovare modi intelligenti e realistici per offrire aiuto e sostenere il cammino della pace e dell’uguaglianza in tanti paesi del mondo”.
Numerosi sono stati i partecipanti alla Veglia che si sono uniti nella preghiera implorando i Martiri di intercedere perché si possa fermare la guerra in Ucraina ed il massacro degli innocenti in Israele, a Gaza, e nell’intero Medio Oriente. Ai Martiri è stato chiesto, durante la celebrazione, non solo il dono della pace ma anche quello della solidarietà cristiana verso i poveri, i bisognosi e gli afflitti. Occorre infatti combattere, con le povere armi del bene, quell’indifferenza che sembra oggi dominare le nostre società sempre più secolarizzate ed individualiste.