Trascorse 20 anni a servizio degli ammalati Aveva 102 anni
Suor Consolata di Santo, suora clarissa, classe 1916, figlia spirituale di Padre Pio, è volata al cielo ieri nel monastero di clausura delle clarisse cappuccine di Roma.
Ultima di 10 figli, era nata a Santeramo in Colle in provincia di Bari il 10 aprile 1916. Aveva sei mesi quando la mamma, prima di morire, disse al sacerdote che le stava imponendo le mani sul capo per l’unzione degli infermi: «lascio erede della mia famiglia la Madonna e chiedo al Signore la grazia che tutti i miei figli siano consacrati a Dio». Cosi fu. Tutti consacrati.
Entrò in convento il 21 settembre 1936, tra le Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, le suore che Padre Pio volle in Casa Sollievo della Sofferenza a prestare servizio tra gli ammalati. Giunse a San Giovanni Rotondo il 23 settembre 1955, sei mesi prima dell’inaugurazione della Casa Sollievo. Giunse con la superiore provinciale ed un’altra suora. Cosi raccontò in un’intervista rilasciata a Stefano Campanella nel 2012: «Mi trovavo in una grande angustia, in un grande pericolo, ero in Toscana. Scrissi a Padre Pio e mi rispose il guardiano della fraternità fr. Carmelo da Sessano con queste parole: Padre Pio dice “attenda che la volontà di Dio di compia”. Dopo una settimana la superiora provinciale mi telefonò: “parti, perché Padre Pio ci aspetta a San Giovanni Rotondo. Eravamo le prime tre suore che giunsero in Casa Sollievo della Sofferenza».
Suor Consolata nella sua semplicità racconta anche il primo incontro con padre Pio: «il giorno dopo Padre Carmelo ci accompagnò da Padre Pio in convento. Abbiamo atteso in una saletta della foresteria. Da una finestrella, che comunicava con un’altra stanza sentimmo bussare: era Padre Pio. Provammo ad aprire la finestra ma non ci riuscimmo, tanto che dall’altra stanza sopraggiunse il guardiano sorridendo e sbloccando il gancio che permetteva l’apertura della finestra. Padre Pio, affacciandosi, con un sorriso bellissimo e con un tono scherzoso disse: “come farete a curare gli ammalati se non siete state capaci neanche di aprire un finestrino? Poi guardando le suore a lungo una per uno proferì delle parole di incoraggiamento: “non preoccupatevi verranno altre suore” e cosi fu. Il giorno dell’inaugurazione della Casa eravamo 15 suore».
Era il 3 novembre 1955 quando si confessò per la prima volta da Padre Pio. Dopo la confessione, pianse: era una maschera di lacrime. Suor Consolata raccontò che dopo la confessione stava per ricevere la benedizione e guardando Padre Pio, lui le disse: «”ah bene, sei tu? le hai avute solenni (le botte, facendo cenno con la mano, n.d. a.) questa mattina“. Fu la mia prima confessione e gli chiesi: “Padre mi prenda come sua figlia spirituale e lui rispose: “se ti comporti bene però!“. E’ stata la mia salvezza, dopo Gesù e la Madonna». Suor Consolata andava ogni giorno a Messa, alle 5, e spesso incontrava Padre Pio. Un giorno, in confessione gli chiesi di potergli baciare le piaghe delle mani senza guanti e lui le rispose: “davanti a tutta questa gente?” e poi non mi disse altro”. La mattina seguente, al termine della Messa, un suo confratello la incitò: “Corri Consolata va da Padre Pio”. Lei andò, si inginocchiò, Padre Pio la guardò e le avvicino le mani, Suor Consolata baciò le piaghe e poi Padre Pio le disse: «sei contenta adesso? e poi sorrideva».
Nel 1959, quando Padre Pio stette male, Suor Consolata era ricoverata in ospedale e alloggiava nella camera accanto a quella di Padre Pio, allorché il santo trascorse la notte tra il 1 e il 2 luglio 1959 in Casa Sollievo: «e quando venne Padre Pio….. “sentivo il suo respiro dalla mia stanza“. Quando tornò in convento, prima di andare via, passò dinanzi alla mia porta e mi disse: “come stai Consolata? Ed io risposi: ma Padre chiedi a me? tu come stai? Eh?, se non ci fossi io per voi, povere a voi”, disse. Lo abbracciai e gli baciai le mani: un incontro indimenticabile».
Suor Consolata prestò il suo servizio in Casa Sollievo della Sofferenza, al servizio dei malati, dal 1955 al 1975. Aveva 59 anni quando entrò in clausura tra le clarisse cappuccine: «Dopo vent’anni, sentivo il bisogno di ritirarmi in clausura per fare una santa morte. Pensavo di morire dopo due, tre anni. Chiesi anche questo a Padre Pio, quando lui era in vita». Ma il cappuccino stigmatizzato, dopo diverse richieste le mandò a dire: “Di’ a Consolata che Padre Pio non ha mai cambiato ordine, non me lo chieda più”. Erano passati 13 anni circa, era il 1968, e suor Consolata lo chiese nuovamente a Padre Pio che inizialmente non rispose. Consolata incalzò, e lui: “Beh e chi ti accompagnerà?”. Era la risposta che Suor Consolata attendeva. «Entrai in clausura nel segreto, nessuno sapeva. Da Assisi, scrissi delle lettere al direttore sanitario e alle suore, nessuno sapeva: “non torno più, vado in clausura”. Era il 2 agosto 1975. Padre Pio mi ha segnato la strada».