Si è svolto con una speciale grazia, presso il santuario della Madonna della Consolazione, a Pula (CA), l’annuale convegno regionale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio della Sardegna. Nella chiesa conventuale dei frati minori cappuccini dove è sepolto il servo di Dio fr. Nazareno da Pula, è stata esposta alla pubblica venerazione l’insigne reliquia del cuore del Santo di Pietrelcina.
(I fedeli entrano nel Santuario di Is Molas per venerare il cuore di Padre Pio)
Su richiesta del coordinatore regionale dei Gruppi di preghiera, fr. Roberto Sardu, dopo aver ottenuto le autorizzazioni previste dal Dicastero delle Cause dei Santi, nel pomeriggio del 1° giugno, è giunta nel centro cagliaritano una delegazione partita da San Giovanni Rotondo, composta dal guardiano del convento, fr. Carlo Laborde, da fr. Gregorio D’Arenzo, da fr. Giovanni Delli Carri e da Damiano Leone, che hanno portato il prezioso reliquiario realizzato dall’orafo franco-georgiano Goudji, in cui è stato collocato il muscolo cardiaco del Cappuccino stigmatizzato, dopo la ricognizione canonica e il successivo trattamento conservativo.
(L’arrivo del cuore di Padre Pio a Pula)
Ad accoglierla, sul sagrato della parrocchia di San Giovanni Battista, nel centro urbano di Pula, è stato l’arcivescovo del capoluogo, mons. Giuseppe Baturi, attuale segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, presiedendo una Messa solenne, concelebrata anche dall’arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, che è anche direttore generale dell’Associazione internazionale dei Gruppi di preghiera, e fr. Luciano Lotti, che è il segretario generale del sodalizio. Durante l’omelia, mons. Baturi, dopo aver spiegato che «il cuore biblicamente è il centro della persona, non soltanto dei sentimenti; è certamente il luogo e l’organo dell’amore», ha evidenziato: «Ciò che può dare davvero senso alla vita è un amore, un amore grande; per cui viviamo solo per ciò che amiamo. Ma san Pio ci avverte che questo amore per cui vivere è intimamente connesso all’esperienza della croce e, quindi, all’esperienza del dolore. Possiamo anche dire che il dolore è l’altra faccia dell’amore, perché amare significa svuotarsi, vivere per un altro, lasciarsi espropriare da un altro che chiede di vivere in me e chiede di vivere grazie a me. Chi non accetta questa possibilità della sofferenza non sta amando». Quindi, l’arcivescovo di Cagliari ha esortato: «Non abbiamo paura del sacrificio! Dobbiamo aver paura dell’inutilità del vivere. Non dobbiamo aver paura della difficoltà, della sofferenza, dobbiamo aver paura di una vita che si consuma senza amore, senza senso, senza pienezza e intensità. Lì dove l’amore è perfetto la vita vince anche sulla morte».
(L’omelia di mons. Giuseppe Baturi)
Un’altra solenne e partecipata Concelebrazione eucaristica è stata presieduta, la sera del 5 giugno, sull’ampia spianata dinanzi al santuario della Madonna della Consolazione, nella frazione di Is Molas del comune di Pula, dal card. Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari e attuale amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, secondo cui «dal cuore di Padre Pio» sono scaturite le due modalità con cui egli ha svolto il suo ministero sacerdotale, «soprattutto quello della Riconciliazione». Due modalità che «talvolta artificiosamente vengono separate». Infatti, il porporato ha spiegato che il futuro Santo ha saputo rispondere ai bisogni di due categorie di persone che si sono recate da lui a San Giovanni Rotondo: «una umanità dolente che si è avvicinata a Padre Pio in ceca di consolazione» e «anche una umanità ribelle, trasgressiva, ipocrita, verso la quale era rigoroso, severo, qualche volta con espressioni violente», perché tale genere di umanità «ha bisogno di sentirsi dire la verità, di essere messa a nudo nella sua miseria».
(L’omelia del card. Arrigo Miglio)
Durante i riti iniziali della Messa ha preso la parola fr. Roberto per salutare il card. Miglio e le autorità presenti e per ringraziare il ministro provinciale dei frati minori cappuccini della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, fr. Francesco Dileo, per aver consentito e agevolato la presenza del cuore del Santo di Pietrelcina a Pula. L’intervento del coordinatore regionale dei Gruppi di preghiera ha commosso tutti quando ha raccontato: «Una bambina di otto anni l’altro giorno accompagnata dai suoi genitori ha voluto portare un suo disegno: c’era la sua famiglia che accoglieva o meglio raccoglieva il sangue dalle mani di Padre Pio… Io non finisco di meravigliarmi, sono davvero pieno di stupore… Stupore per tutto ciò che è stato in questi giorni, per quanto Dio nonostante la mia povertà mi ama e per il prodigio di questi giorni in questa comunità di Pula».
(Il saluto di fr. Roberto Sardu al card. Miglio)
Ha avuto un taglio storico, invece, l’evento che si è svolto la sera del 6 giugno, nella chiesa conventuale di Is Molas, dopo la Messa presieduta da fr. Carlo Laborde. Il direttore di Padre Pio Tv, Stefano Campanella, autore di numerosi libri sul Frate venerato a San Giovanni Rotondo, ha tenuto una conferenza sul tema “Padre Pio, confessore misericordioso”, sgretolando il falso mito secondo cui il Cappuccino di Pietrelcina avesse un carattere burbero. «Padre – ha spiegato Campanella – non voleva umiliare il peccatore, facendogli sentire il peso delle sue miserie, ma fargli acquisire la responsabilità di fronte ad una salvezza che gli veniva offerta. La sua missione è stata autenticamente e profondamente pedagogica e aveva l’obiettivo di far comprendere che, dopo la confessione, si appartiene ad una vita nuova, nella quale era necessario vivere ed operare secondo un progetto che ci vedeva santi, così come Dio ci aveva pensati. Ecco perché, accanto a quelli che ricordano il Padre Pio “burbero”, esistono anche tanti che hanno fatto l’esperienza di un papà affettuoso, comprensivo e misericordioso».
(La conferenza di Stefano Campanella nel santuario della Madonna della Consolazione)
Il 7 giugno la reliquia ha fatto la sua ultima tappa in Sardegna nell’isola della Maddalena, dove un’altra solenne Concelebrazione è stata presieduta da mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena.
(Mons. Corrado Melis nella chiesa di Santa Maria Maddalena)
Il giorno seguente, la stessa delegazione che l’aveva portato, ha riaccompagnato il cuore di Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
(Si ringrazia Damiano Leone per le fotografie di questo articolo)