Lo slogan della Giornata “Let communities lead” (letteralmente “Lasciamo che siano le Comunità a guidare il cambiamento”) promosso dall’UNAIDS (il Programma delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS) contiene la precisa indicazione a coinvolgere nella lotta all’AIDS tutte quelle comunità che sono a rischio o sono colpite dall’HIV.
L’AIDS è una malattia infettiva ancora notevolmente diffusa nel Mondo. Secondo i dati forniti dall’UNAIDS, nel 2022 39 milioni di persone erano HIV positive. Di questi, circa 5,7 milioni di persone non conoscevano la loro positività all’HIV. Sebbene inguaribile allo stato attuale, l’infezione da HIV è curabile mediante i cosiddetti farmaci antiretrovirali. Tuttavia, l’accesso alle cure farmacologiche che attenuano il decorso clinico della patologia, migliorano la qualità di vita ed evitano le conseguenze più gravi della malattia non è sempre attuabile. Sempre l’UNAIDS riporta che nel 2022 solo 29,6 milioni di persone con l’HIV hanno avuto accesso alle terapie antiretrovirali mentre oltre 9 milioni non hanno avuto la possibilità di curarsi. Il numero dei decessi rimane alto con 630.000 morti nel solo 2022.
La distribuzione geografica di questa malattia è differente da un continente all’altro, con l’Africa a pagare il contributo più alto: 28 milioni di HIV positivi di cui 20 milioni nella sola Africa Orientale e Meridionale. Altro dato preoccupante (per la possibile trasmissione dell’HIV da madre a figli) è che nelle giovani donne africane di età compresa tra i 18 e i 19 anni, il 13,6% è sieropositivo contro l’1,5% dei ragazzi della stessa fascia d’età. Questi numeri aumentano ulteriormente per le donne di 30 anni o più (secondo dati pubblicati dalla TWAS per conto dell’UNESCO).
Per tale motivo, da oltre 20 anni, la Comunità di Sant’Egidio ha creato il programma DREAM, acronimo per “Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition” un programma sanitario nato per la cura e la prevenzione dell’AIDS in Africa. Il punto di forza di questo programma è stato quello di istituire 50 centri di salute e 28 laboratori di biologia molecolare in 10 paesi dell’Africa Sub-sahariana supportando i sistemi sanitari nazionali, formando il personale locale ed offrendo gratuitamente servizi di prevenzione e cura per circa 500.000 malati.
Oltre a costruire il network logistico, la Comunità si è particolarmente impegnata su due fronti: offrire alle donne sieropositive incinte servizi di qualità per evitare la trasmissione del virus ai figli e supportare un’attività di educazione sanitaria e sensibilizzazione tra gli adolescenti al fine di prevenire il contagio in questa fascia di età a rischio. Dal 2002 a oggi, DREAM ha garantito la nascita di 150.000 bambini sani da madri sieropositive e la formazione dei cosiddetti expert clients, ossia di pazienti che hanno beneficiato della terapia nei centri di salute di Sant’Egidio e sono divenuti a loro volta punti di riferimento per i giovani offrendo loro le informazioni necessarie per sottoporsi ai test ed accedere alle cure.
Come affermato dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres – in occasione della Giornata Mondiale dell’AIDS – “possiamo e dobbiamo porre fine all’AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030. Raggiungere questo obiettivo significa rispettare il tema di quest’anno “Let communities lead”: la strada per porre fine all’AIDS passa attraverso le comunità. Dal collegamento delle persone alle cure, ai servizi e al sostegno di cui hanno bisogno, all’attivismo di
base che spinge all’azione affinché tutte le persone possano realizzare il loro diritto alla salute. Sostenere chi è in prima linea nella lotta contro l’AIDS è il modo per vincere (…). Soprattutto, abbiamo bisogno di fondi. La risposta all’AIDS nei Paesi a basso e medio reddito ha bisogno di oltre 8 miliardi di dollari in più all’anno per essere completamente finanziata. Ciò deve includere un aumento dei finanziamenti per i programmi locali condotti da persone affette da HIV e per le iniziative di prevenzione condotte dalle comunità. L’AIDS si può sconfiggere”.
La Comunità di Sant’Egidio è sempre pronta a ribadire il proprio impegno nell’offerta di servizi sanitari d’eccellenza e con il programma DREAM non intende abbassare la guardia in un momento delicato in cui i contagi dell’HIV crescono soprattutto tra i giovani africani.