In occasione dell’anniversario dalla Beatificazione di Padre Pio vogliamo riproporvi la cronaca di Gennaro Preziuso del 2 maggio 1999 pubblicato sul numero 6 -7 del mensile Voce di Padre Pio.
Un cielo grigio incombe minaccioso su Roma fin dalle prime ore del mattino e contrasta fortemente con la vivida gioia che vibra nei cuori.
Migliaia di pellegrini, ingoiati dalla metropolitana, riemergono a frotte in via Ottaviano attraverso Piazza Risorgimento stringendo tra le mani i bigliettini rilasciati dalla prefettura della casa Pontificia per assistere alla solenne cerimonia della beatificazione di Padre Pio.
Quel fiume di gente scorre in silenzio lungo via di Porta Angelica. Poi a seconda delle zone da raggiungere in Piazza San Pietro, viene fatto defluire in direzione diverse da agenti in divisa coadiuvati da giovani volontari. Organizzazione perfetta supera pieni voti la prova generale programmata proprio per questo giorno in vista del grande Giubileo del 2000.
I figli spirituali, devoti del Serafino Crocifisso del Gargano si sono preparati in preghiera e raccoglimento all’evento tanto atteso e danno edificanti testimonianze di competenze di fede. Hanno dimenticato ogni amarezza, dissipato ogni risentimento, deposto ogni rancore che nessuno è riuscito a rinverdire nei giorni precedenti, neppure taluni pietosi corsi, stilati con terminologia impropria, colmi di inesattezze e di madornali errori, frutto di improvvisazioni, pregiudizi, scarsa conoscenza della storia e delle norme canoniche.
Non hanno fatto più notizia, infatti i soliti argomenti, triti e ritriti, presentati come fatti inediti e come preludi di verità nascoste ripescati in un passato coperto ormai dalla carità e dall’oblio. I gruppi non ostentano bandiere nei cartelli. Appartengono tutti ad una sola famiglia, quella di Padre Pio. Ordinati, disciplinati e corretti si dispongono in fila per sottoporsi al metal detector, prendono quindi posto nei vari settori. Sono giunti nella capitale 2500 pullman e 44 treni speciali, Si parla di oltre 310 mila fedeli presenti in piazza San Pietro in via della Conciliazione in Piazza San Giovanni in Laterano. Prestano servizio 2000 vigili, 1500 volontari, 300 operatori sanitari. Una brezza si leva leggera, la banda dei Carabinieri esegue una marcia festosa. Le campane della basilica mettono in fuga le rondini, che si dileguano disegnando arabeschi nell’aria.
Giungono i rappresentanti del Corpo Diplomatico, i Dignitari del Sovrano Militare Ordinario di Malta, il Presidente della Repubblica Scalfaro, il presidente del Senato Mancino, il capo del Governo D’Alema, il Ministro Rosa Russo Iervolino, il Sottosegretario Minniti e il sindaco di Roma Rutelli. Viene intonato inno dedicato a Padre Pio “Immagine di Cristo, segnato dal sangue, effige della Croce nel corpo della Chiesa”. Al microfono si alternano frati cappuccini per dettare alcuni pensieri del Venerato Padre, per orientare su di essi la comune riflessione, per guidare preghiere formulate con le sue parole.
Sul sagrato compaiono le guardie svizzere mentre squilli di tromba si fondono con il canto della corale. I celebranti si avviano verso l’altare.
L’evento
Alle ore 9:30 precise un lungo applauso saluta il Santo Padre Giovanni Paolo II che avanza. Il suo incedere, ondeggiare ed incerto, ricorda tanto quello di Padre Pio. E’ visibilmente emozionato nel vedere la piazza e via della Conciliazione gremite come non mai. Ha atteso per anni questo giorno e la sua espressione, apparentemente ermetica, rivela una indicibile commozione. Con voce tremula introduce la celebrazione rivolge a tutti il saluto di Cristo: “Pace a voi fratelli e sorelle carissimi… Pace a voi, che facendo memoria delle meraviglie compiute da Dio nostro Padre, con l’opera dello Spirito Santo, nel suo servo l’umile frate Pio da Pietrelcina, vi radunate intorno all’altare di Cristo Gesù”.
Il nome del venerato Padre sulle labbra del Papa provoca un altro interminabile applauso. Dopo i riti di introduzione si avvicina alla cattedra del Santo Padre sua Eccellenza reverendissima Monsignor Vincenzo D’Addario. al tuo fianco, immobile c’è il postulatore generale dell’Ordine dei frati minori cappuccini il Padre Paolino rossi. Monsignor D’Addario chiede al Santo Padre che si proceda alla Beatificazione di Padre Pio. Sull’assemblea cadono dal cielo poche gocce di pioggia. Somigliano a quelle fuoriuscite dai fori di un invisibile aspersorio, agitato per la benedizione. Il presule da lettura di alcuni cenni biografici del venerato Padre. Al termine sua Santità Giovanni Paolo II pronuncia la formula della beatificazione.
Sono le ore 9:58 del 2 maggio 1999. I fedeli ripetono all’unisono: “Amen alleluia”. Si alza il telo che nasconde l’razzo, al centro del impalcatura per restauri alla facciata della Basilica e scopre l’immagine del beato Pio da Pietrelcina, con i suoi occhi profondi e sereni, il sorriso appena abbozzato, la sua espressione bonaria e paterna. È
E’ un momento indescrivibile piango senza ritegno. La piazza sembra impazzita. Tutti esultano, sventolando foulard capelli molti colori.
Dai maxischermo si vedono scene analoghe, che arrivano da piazza San Giovanni in Laterano e dal sagrato del Convento di San Giovanni Rotondo.
In quest’ultimo mese di maggio del millennio, nella quinta domenica di Pasqua si registra, come ha detto il padre Raniero Cantalamessa e microfoni della Rai, “la rivincita di Dio” e della Vergine Maria a Padre Pio un dono di Gloria che sta sbalordendo il mondo. Accanto all’altare vengono collocate le reliquie del novello beato. Una artistica teca d’argento, opera del maestro Goudji, contiene alcune escare cadute dalle stigmate del caro Padre. Quei grumi di sangue, piccolissima parte di quello in 50 anni copiosamente versato, sono ora esposte alla venerazione. Tra bellissimi fiori ardono ceri, mentre Monsignor Vincenzo D’Addario ringrazia il Papa. Segue il canto del Gloria, l’orazione colletta e la liturgia della parola. Le letture sono tratte dagli Atti degli Apostoli (6, 1-7), dalla prima lettera di San Pietro (2,4-9) e dal Vangelo di Giovanni (14, 1-12). All’omelia Il Papa parla di Padre Pio, l’umile frate cappuccino “che ha stupito il mondo con la sua vita”.
Ricorda il giorno in cui ebbe “l’occasione di conoscerlo” e ringrazia il Signore che gli dà “oggi la vita di iscriverlo nell’albo dei Beati”. Ripercorre i tratti salienti dell’esperienza spirituale del venerato Padre, rievoca i suoi carismi, le prove sopportate “crogiuolo di purificazione”, il suo magistero sublime, le sue grandi opere. Rivolge infine al Beato una preghiera e chiede per tutti intercessione, soccorso conforto e pace.
Il cielo intanto si è rischiarato e il sole rende ancora più acceso il rosso delle rose contenute nei vasi ai piedi dell’altare. lL preghiera dei fedeli viene elevata Dio in lingua polacca, tedesca, filippina, swahili, francese, portoghese e italiana. La liturgia eucaristica prosegue si conclude tra scroscianti applausi, con l’apostolica benedizione.
L’altra piazza
Il santo padre, ricevuto il saluto delle autorità, si ritira. Deve raggiungere, a bordo di un elicottero bianco, Piazza San Giovanni in Laterano. I fedeli seguono attraverso i grandi monitor i suoi spostamenti. Lo rivedono sul balcone centrale della cattedrale di Roma e ascoltano con attenzione il saluto rivolto ai fedeli convenuti, prima della recita del Regina Coeli. Il Papa partecipa con entusiasmo la gioia provata nel proclamare Padre Pio Beato e la commozione avvertita di fronte all’eccezionale manifestazione di fede offerta ai pellegrini. Sottolinea la devozione Mariana del novello Beato, rievoca le esportazioni dallo stesso profuse per diffondere ovunque l’amore alla Madonna e la recita del santo rosario. Con dolore e preoccupazione rivolge il suo pensiero alla vicina Iugoslavia ed alza nuovamente la voce “per supplicare in nome di Dio che cessi la sopraffazione dell’uomo contro l’uomo e si fermino gli strumenti di distruzione e di morte”. Rinnova, infine la sua preghiera a Padre Pio, affinché “dal cuore degli uomini sgorghi sentimenti di perdono, di riconciliazione e di pace”