Nella Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio, la Comunità di Sant’Egidio rinnova il suo instancabile impegno per un futuro senza guerre, sostenendo il messaggio di Papa Francesco. A Roma, l’appuntamento principale si svolge a Piazza San Pietro dove migliaia di persone si riuniscono in attesa dell’Angelus per ricordare le terre dilaniate dai conflitti e lanciare un appello alla riconciliazione.
Un messaggio universale: pace e dignità umana
Il tema scelto da Papa Francesco per la 58ª Giornata Mondiale della Pace, “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”, si allinea perfettamente con l’azione della Comunità di Sant’Egidio. Da anni, questa realtà internazionale è in prima linea per promuovere la pace, il dialogo e la giustizia in numerosi teatri di guerra, dall’Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel, il Mozambico e altre aree di crisi.
Durante la manifestazione “Pace in tutte le terre”, cartelli e striscioni ricordano i nomi delle regioni ancora colpite dalla violenza. La pace, ribadisce la Comunità, non può essere un’utopia, ma deve diventare un obiettivo concreto, perseguito con il dialogo e il rispetto della dignità umana.
Un modello di azione concreta
Negli ultimi anni, Sant’Egidio ha dimostrato come l’impegno per la pace possa tradursi in azioni tangibili ed efficaci. Memorabile è stata la mediazione della Comunità negli accordi di pace in Mozambico nel 1992, che ha posto fine a 16 anni di guerra civile. Da allora, Sant’Egidio ha replicato questo modello in contesti come il Sud Sudan, Gaza e l’Ucraina, promuovendo con impegno costante negoziati, corridoi umanitari e progetti di ricostruzione.
Anche nell’ambito dell’accoglienza ai migranti, la Comunità si è distinta con l’iniziativa dei corridoi umanitari. Questo programma ha permesso a migliaia di persone in fuga da guerre e persecuzioni di trovare rifugio e integrazione in Europa, dimostrando che accoglienza e solidarietà possono essere strumenti di pace.
Il sostegno di Papa Francesco
Durante il primo Angelus del 2025, Papa Francesco ha rivolto un appello accorato affinché “su ogni fronte cessino i combattimenti” e ha espresso il suo grato apprezzamento per l’impegno di Sant’Egidio. Nel recente incontro con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità, il pontefice ha sottolineato l’importanza di tenere viva la speranza e di rafforzare le iniziative per l’accoglienza e il dialogo.
Il Giubileo della speranza: un nuovo inizio
Quest’anno, coincidente con il Giubileo della speranza, la Comunità di Sant’Egidio invita a rinnovare l’impegno per la pace. Tra gli obiettivi sottolineati da Papa Francesco ci sono il condono del debito internazionale per i Paesi più poveri, l’abolizione della pena di morte e la creazione di un fondo globale per combattere la fame e favorire lo sviluppo sostenibile.
Questi temi, intrecciati con il lavoro di Sant’Egidio, offrono una visione concreta di come la pace possa essere costruita giorno per giorno. Non si tratta solo di fermare le guerre, ma di creare le condizioni per un mondo più giusto e solidale.
Un invito all’azione
La Comunità di Sant’Egidio, con le sue marce, veglie e iniziative globali, ci ricorda che la pace non è solo un ideale, ma una responsabilità collettiva. A partire dalle piazze di Roma fino ai villaggi del Sahel e ai campi profughi del Medio Oriente, Sant’Egidio mostra che ogni gesto di solidarietà può contribuire a costruire un futuro migliore.
Il 1° gennaio non è solo l’inizio di un nuovo anno, ma un invito a unirsi, riflettere e agire per un mondo in cui la pace e la dignità umana prevalgano sulla violenza e sulla divisione.