Il giorno della festa della “Presentazione di Gesù al Tempio”, coincide con un anniversario di particolare importanza per i camilliani: la conversione di san Camillo De Lellis, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali. Era il 2 febbraio 1575. Camillo giovane pigro e rissoso, vagabondando per l’Italia, venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia (FG). In quella giornata si trovava di ritorno dal convento dei cappuccini di san Giovanni Rotondo, dove venne inviato con un asinello per un fraterno scambio di generi alimentari. È qui che iniziò il suo percorso verso la conversione, precisamente nella “Valle dell’inferno” tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo. Fu decisivo nel giorno precedente l’incontro con il guardiano del convento dei cappuccini di san Giovanni Rotondo che parlò a Camillo di Dio e della salvezza dell’anima: "Dio è tutto, il resto è nulla. Salvare l’anima è l’unico impegno della vita che è breve". Il giorno seguente 2 febbraio, dopo la santa Messa riprese la via del ritorno. Durante il viaggio gli martellavano sempre più forte nella mente le parole di P. Angelo: Dio è tutto, il resto nulla. A un certo momento, soggiogato da sentimenti di pentimento, scese dalla cavalcatura e, come San Paolo sulla via di Damasco, si mise in ginocchio e pianse dicendo: "Signore, perdona a questo grande peccatore. Dammi tempo di fare penitenza. Non più mondo, non più peccati!" Questa è la testimonianza concreta di come la grazia di Dio vince sempre.
La vita di San Camillo si intreccerà con quella di Padre Pio dopo diversi secoli, nello stesso luogo. Sarà lo stesso Padre Pio a raccontarlo al camilliano padre Pietro Santoro nel 1958. Questo il suo racconto: «Ero a san Giovanni Rotondo e volevo incontrare Padre Pio. Dopo aver partecipato alla sua Messa lo attesi con gli altri pellegrini in un passaggio obbligato: mi vide e sorridente esclamò: “Ecco un Camilliano”. Poi avvicinandosi e porgendomi la mano da baciare, mi disse: “da dove vieni ?”, “dalla Sicilia Padre”, risposi. E Lui, accarezzandomi la testa riprese:”Questo Siciliano… lo sa Padre – riprese P. Pio – lo sa che io sto alla cella n. 5 occupata un tempo da san Camillo?” – era la cella degli ospiti – “Sì”, risposi. E Lui: “Ma non sa una cosa!… che san Camillo la abitò una sola notte e si fece santo… ed io che vi abito da trenta anni sono ancora un povero diavolo…” e scoppiò in una fragorosa risata, mentre ridandomi la mano da baciare mi salutò dicendo: “preghi per me…”, e andò via».