Stiamo celebrando la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”: quest’anno l’evento coincide con il centenario di questa iniziativa celebrata per la prima volta a New York, dal 18 al 25 gennaio 1908. Il tema è tratto da un passo della Lettera di san Paolo ai Tessalonicesi “Pregate continuamente’”. Ai microfoni di Tele Padre Pio abbiamo raccolto la testimonianza di don Stefano Caprio, direttore dell’Ufficio per le attività Ecumeniche della Diocesi di Foggia – Bovino il quale per quindici anni è stato missionario in Russia e ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con cattolici ortodossi. Vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista:
Don Stefano, secondo lei quale potrebbe essere un bilancio di questi cento anni di preghiera? Oggi i cristiani sono più uniti?
Certamente si! E’ un bilancio straordinario perché oggi noi conosciamo e apprezziamo il valore dell’esperienza dei cristiani ortodossi, anglicani, evangelici di ogni tipo e grazie proprio alla preghiera abbiamo saputo superare tanti muri. Certo, non è ancora l’unità formale ma è un’unità profonda.
L’imperativo di San Paolo ai Tessalonicesi:
“Pregate continuamente” sottolinea che la vita della comunità cristiana è realmente feconda solo attraverso una vita di preghiera. In che modo possiamo concretizzare queste parole nel nostro cammino ecumenico… un cammino, però, che non sia limitato ad una sola settimana ma che diventi un impegno quotidiano?
Credo che questa settimana ci dia uno spunto giusto perché la prima cosa da fare è sintonizzarsi a livello spirituale lì dove è più facile superare le divisioni trovando i mezzi che ci avvicinano. La preghiera è comune a tutti i cristiani…così come alcune preghiere e a tal proposito ricordo la preghiera del Padre Nostro…Bisogna, però, anche saper tradurre questa esperienza in azione e l’azione potrebbe essere di semplice fraternità, di amicizia, conoscenza, di condivisione…Può essere un’azione culturale nella riscoperta di radici comuni della storia che ci ha divisi ma che ci ha anche avvicinato… E poi non dimentichiamo che il tutto si possa concretizzare con ‘esperienza caritativa, sociale e di aiuto per i tanti bisognosi… e tutto ciò non richiede trattative diplomatiche particolari. Bisogna solo darsi da fare.
Secondo lei, in alcuni casi è possibile che ci sia più ignoranza che diffidenza …. E che questo nostro non sapere, non conoscere la storia, la cultura, le radici di altre religioni possa creare distacco e paura… di conseguenza viene meno anche l’unità, la pace, la concordia, la fratellanza, il rispetto…
Questo è stato uno dei grandi problemi di tutta la divisione dei cristiani del secondo millennio ossia la distanza culturale, giografica che ci impedisce di riconoscerci e di capirci. Oggi è un po’ diverso…Abbiamo tantissimi musulmani e tanti ortodossi. Sono persone con cui dobbiamo dialogare con lo studio e la preghiera. Ma è fondamentale anche la conoscenza diretta che oggi è più possibile proprio perché vivono accanto a noi e grazie alla quale si può superare questa ignoranza. Ci vuole solo un po’ di pazienza.
Qual è la consistenza delle confessioni cristiane non cattoliche presenti nella Diocesi di Foggia – Bovino? Come sono i rapporti?
I rapporti sono buoni. Noi lavoriamo in contatto con altri cristiani da molti anni e non solo a livello diocesano ma in tutta la regione Puglia perché è presente una Commissione Regionale e un Consiglio Provinciale costituito dalle cinque diocesi della capitanata che coordina i programmi e le preoccupazioni. Sul territorio sono presenti molti ortodossi per queste migrazioni recenti ed è presente anche un’ortodossia più radicata. C’è una comunità illenica di greci residenti in tutta la Puglia e poi abbiamo tantissimi rumeni ortodossi. Per quanto riguarda i protestanti la situazione è un po’ diversa. C’è una presenza poi evangelica che risale all’inizio dell’800 dei Valdesi, soprattutto nelle zone del Sud Appenino con comunità storiche. E’ un lavoro che cerchiamo di rendere continuo durante tutto l’anno con momenti di incontro, dialogo e conferenze. Lo scorso anno abbiamo realizzato una mostra biblica tutti insieme: cattolici, protestanti, ortodossi. Quest’anno vorremo fare una conferenza su un tema ecumenico comune: “La salvaguardia del creato”. Bisogna riscoprire le nostre radici e convertirci come San Paolo. Solo la conversione porta all’Unità.