Paola Saluzzi, giornalista e conduttrice, è la nuova testimone dei progetti del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) l’ONG che si ispira al carisma di don Bosco. Nel corso del programma “Fra terra e cielo”, Paola Saluzzi ci ha raccontato le emozioni del suo primo viaggio realizzato nel mese di dicembre in Angola.
Come è stato questo primo impegno ufficiale di testimone dei progetti del VIS?
Il mio primo viaggio con il VIS si è svolto a Luanda, la capitale di Angola, nel mese di dicembre e vi assicuro che è stata dura ritornare alla rassicurante e tranquilla vita quotidiana , ai nostri preparativi per le festività natalizie dopo aver attraversato le strade fangose e respirato la miseria di milioni di persone che cercano di sopravvivere a Liniera, nel quartiere costruito sulla più grande discarica a cielo aperto a Luanda.
Qual è l’immagine che non potrà dimenticare e che l’ha turbata in modo particolare?
E’ un immagine di fortissima vergogna… Vergogna nell’appartenere al mondo dei ricchi, al mondo occidentale, al mondo che si crede civile di fronte a situazioni del genere. Si respira un odore tremendo… la “puzza della povertà” che non è un odore sgradevole quando tale, ma che mette in evidenza che dietro quell’odore si nasconde la colpa del mondo intero. Sono persone private di ogni cosa a causa di guerre civili, di una spartizione ingiusta effettuata da chi ancora oggi continua a gestire petrolio, diamanti, oro… Gente tradita e calpestata nel bene più importante e che caratterizza ogni uomo: la dignità. Credo che dignità vuol dire non mettere nessuno in condizioni di stendere la mano per chiedere da mangiare.
Qual è invece la foto più bella che conserverà nel suo album fotografico?
La messa domenicale celebrata in un grosso capannone affollatissimo di uomini, donne e bambini… tutti composti e pulitissimi perché hanno indossato i vestiti più belli che possedevano. Persone che lavorano duramente per la propria sopravvivenza senza possedere nulla…. Un esempio banale… Per procurarsi un po’ di acqua percorro a piedi, quotidianamente, oltre sette chilometri… Ho incontrato mamme che pur gestendo un nucleo familiare abbastanza numeroso, costituito da sette figli, non hanno avuto paura ad accogliere all’interno della propria famiglia altri bambini che vivevano per strada abbandonati a se stessi…Donne che si improvvisano da madri per tutti… con una forza e una grinta indescrivibile. Mi hanno lasciato un’immagine vera e pulita di ciò che significa vivere la propria fede, una fede sincera, ricca e autentica. .
Si sente privilegiata di questo nuovo impegno umanitario che svolgerà per e con il VIS?
Il VIS rappresenta una forza enorme ed è presente in Angola dal 1991, sia nella capitale Luanda che nelle zona rurale e ha già realizzato con i Salesiani numerosi progetti di alfabetizzazione, formazione professionale ed assistenza socio – sanitaria. Di fronte a tanta condizione disumana c’è l’imponenza della scuola di don Bosco, un edificio di quattro piani, visibile da ogni angolo di Liniera, che accoglie 4000 studenti, dalla prima elementare alla scuola professionale. Un segno di speranza che un altro mondo è possibile se tutti impariamo a dare il nostro piccolo e generoso contributo. Il VIS è costituito, infatti, da un esercito di donne e uomini volontari nato dall’amore di don Bosco desideroso di aiutare concretamente gli ultimi, i diseredati, gli abbandonati…. I volontari offrono, ogni giorno, gratuitamente il loro bene principale: la generosità. Essere testimone dei progetti del VIS significa raggiungere un grande “guadagno”…. Ne guadagna il mio cuore in maniera indiscutibile.
Quando e perché è diventata devota di Padre Pio?
Padre Pio, nella mia famiglia, è stato sempre considerato come un vecchio parente che da un momento all’altro potesse arrivare. Mia mamma era molto legato al frate e mi diceva sempre,quando ero bambina, di invocarlo e di rivolgere a lui tutte le mie preghiere ….“Tu chiedilo a padre Pio…” era solita dire. Quando sei bambina tutto nasce spontaneamente e ingenuamente….Non ti poni molte domande come: Ma chi è quest’uomo, cosa ha fatto, etc…. Però si aveva la certezza che si trattasse di un uomo buono e generoso che se ne stava lì buono e sempre pronto a darti una mano…. Nel tempo, crescendo, la figura di Padre Pio è diventata un sicuro punto di riferimento. Lo considero un grande santo perché è appartenuto a quella schiera di santi che la gente invoca tali prima che la Chiesa decida di santificarli. Padre Pio è stato un uomo buono con tutti. Ha saputo testimoniare come sia importante il rispetto per l’altro…è stato un uomo che ha saputo dare alla preghiera, al rosario, alla speranza una voce e un significato: amore. Padre Pio è stato un uomo che non ha chiamato una struttura sanitaria semplicemente ospedale, ma ha voluto chiamarla Casa Sollievo della Sofferenza. Lui ha sempre creduto in Dio e ha portato in tutto il mondo questo suo credo. E’ una figura che senti vicino al tuo cuore….proprio come una persona cara della propria famiglia.
Attualmente lei è impegnata con uno nuovo programma dal titolo “Novecento controluce” in onda su Sat 2000 raccontando i grandi personaggi , le cui storie individuali si intrecciano alla grande Storia del secolo scorso. Come prosegue questo nuovo impegno?
Il programma sta andando benissimo… Ogni settimana raccontiamo una passaggio del nostro paese, quanto di grande, di bello, di importante l’Italia continua a produrre attraverso nomi importanti: Carla Fracci, don Oreste Benzi, Sergio Zavoli e tanti altri ancora. Ventiquattro puntate per recuperare, attraverso i ricordi di uomini e donne testimoni di mezzo secolo di vita italiana, pagine note e poco note del nostro recente passato. Grandi uomini che ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani.
Per info sui progetti del VIS: www.volint.it