Ha compiuto, lo scorso mercoledì, 90 anni. La maggior parte dei quali spesi al servizio della Chiesa e di una disciplina che solleva grandi interrogativi sulla vita e il senso dell’uomo: la bioetica.
Il cardinale Elio Sgreccia ha dedicato la sua vita a questa affascinante disciplina. Primo docente di bioetica in Italia, direttore fino al 2006 del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia «A. Gemelli», è stato per dieci anni assistente spirituale della stessa facoltà. Vice-presidente (1994-2005) e poi presidente della Pontificia Accademia per la Vita (2005-2008), si è configurato come il portavoce delle posizioni della Chiesa sulle questioni etiche.
Una “vocazione nella vocazione” che porta il nome di una persona famosa: Padre Pio. È stato, infatti, lo stesso cardinale Sgreccia a rivelarlo in una recente intervista ad Avvenire.
Al Santo del Gargano, e in particolare alla sua Opera, la Casa Sollievo della Sofferenza, si deve, secondo quanto afferma il cardinale, il “miracolo del finanziamento per la nascita della prima cattedra europea di bioetica”. Fu, infatti, mons. Riccardo Ruotolo, allora presidente dell’Opera di Padre Pio, ad offrire la disponibilità della Casa Sollievo a coprire la somma richiesta per l’attivazione del corso, presso l’Università Cattolica.
Non stupisce questo “miracolo”, visti i grandi insegnamenti lasciati dal Santo del Gargano sui temi che, ripresi dall’Humanae Vitae in poi, hanno segnato gran parte del dibattito laico e religioso nel nostro Paese.