“Nel Giorno del Signore….i tuoi giorni..” è questo lo slogan scelto in occasione della 42° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che sarà celebrata domenica 17 aprile. Ai microfoni di Radio Padre Pio abbiamo ospitato don Luca Bonari, direttore del Centro Nazionale Vocazioni che ha spiegato l’importanza di questa giornata per ogni comunità cristiana.
Don Luca, quest’anno le nostre comunità si ritrovano a celebrare la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni senza la presenza di Giovannei Paolo II…che ha lasciato un bellissimo messaggio in occasione di questa giornata e che non possiamo sottovalutare.. Per la prima volta, da quando fu istituita da Paolo VI, la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (GMPV) sarà celebrata senza il Papa. Basti, però, pensare alle quattro Esortazioni apostoliche, frutto di altrettanti Sinodi, che si sono occupati espressamente “della vocazione e della missione” dei Laici (Christifideles Laici), dei Presbiteri (Pastores dabo vobis), dei Consacrati (Vita Consecrata) e dei Vescovi (Pastores gregis). Questi Documenti costituiscono un punto di riferimento imprescindibile per la pastorale vocazionale. Dentro questo orizzonte si collocano i Messaggi di Giovanni Paolo II con i quali ha innanzitutto sollecitato la Chiesa a fermarsi in preghiera per invocare dal Signore il dono delle vocazioni. È nata così la GMPV, ed egli è rimasto fedele all’intuizione di Paolo VI: trasformare tutta la Chiesa in un grande Cenacolo da cui si innalza a Dio un’incessante e fiduciosa preghiera per le vocazioni. Anche nel suo ultimo Messaggio per la GMPV di quest’anno Giovanni Paolo II è ritornato espressamente sul tema della preghiera. Invita i giovani ad avere il coraggio di “prendere il largo”, egli così afferma: «La prima condizione per “prendere il largo” è coltivare un profondo spirito di preghiera alimentato dal quotidiano ascolto della Parola di Dio. L’autenticità della vita cristiana si misura dalla profondità della preghiera, arte che va appresa umilmente “dalle labbra stesse del maestro divino”, quasi implorando, “come i primi discepoli: ‘Signore, insegnaci a pregare!” (Lc 11, 1)». Pur essendo profondamente convinti che le vocazioni sono un dono gratuito di Dio, siamo anche consapevoli che la Chiesa non potrà mai rinunciare al suo compito di mediazione, adoperandosi con tutte le sue energie e con l’apporto specifico di tutti i battezzati, perché i giovani siano aiutati a percepire, a discernere e a rispondere alla voce di Dio. In Italia, la celebrazione della GMPV non poteva non tener conto degli Orientamenti pastorali che la CEI ha offerto per questo primo decennio del duemila. Per ciò, lo slogan, proposto per questa occasione dal Centro Nazionale Vocazione: Nel giorno del Signore… i tuoi giorn…, fa esplicito riferimento al Tema del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al 29 maggio: Senza la domenica non possiamo vivere.
Il Papa, rivolgendosi ai giovani nel suo messaggio dice anche “ Chi apre il cuore a Cristo non soltanto comprende il mistero della propria esistenza, ma anche quello della propria vocazione, e matura splendidi frutti di grazia. Che cosa significa aprire il cuore a Cristo? Il Papa prende spunto da un passaggio della lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, un documento importante sui compiti della Chiesa contemporanea là dove dice che Cristo si rivela all’uomo Dio, ma rivela anche l’uomo a se stesso egli rende nota la sua altissima vocazione. E’ chiaro che aprire il cuore a Cristo significa guardare la vita secondo il Suo cuore e il Suo sguardo. Significa guardare la vita così come l’ha guardata Gesù come figlio del Padre, come totalmente donato alla missione e in modo particolare come consacrato al Padre. Chi accoglie Cristo nel suo cuore non teme di mettere tutta la sua vita nelle mani di Dio come risposta quotidiana alla chiamata all’amore che ciascuno di noi deve tentare di realizzare al massimo delle possibilità perché il giudizio finale sarà tutto concentrato sull’amore.
Ultimamente si parla di crisi vocazionale, ma è proprio vero? Non credo che esista una crisi vocazionale in questo senso. Esiste evidentemente una difficoltà nuova che riguarda però alla vocazione all’amore per tutti. Il problema vero non è che secondo alcuni Dio ha smesso di chiamare…Il Signore chiama, perché non può non chiamare e nel suo chiamarci rivela il suo amore. Dio non può non amarci…Questa deve diventare per noi una grande certezza e speranza…Purtroppo i nostri giovani, oggi, non hanno solo paura di diventare sacerdoti o consacrati … ma hanno anche paura di prendere le scelte definitive che appartengono alla vocazione coniugale unica e fedele. Allora ecco che la nuova evangelizzazione deve mirare innanzitutto ad una nuova evangelizzazione all’amore e dell’amore.
Come si possono superare queste barriere che creano ostacoli ad una risposta generosa e positiva alla chiamata di Dio? Qual è il consiglio che darebbe ai giovani? Il consiglio che darei ai giovani è lo stesso di Giovanni Paolo II, ossia: “Spalancate le porte a Cristo…”. Ma perché spalancare le porte a Cristo? Perché tu ne hai bisogno. Perché tu per capire te stesso e per dare un volto alla tua vita la prima cosa di cui hai bisogno è quella di essere rivelato a te stesso. Spalancare le porte a Cristo significa aprire la propria vita a un senso pieno, alla speranza. In occasione della 42 Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni abbiamo scelto come tema: “Nel giorno del Signore….nei tuoi giorni…” per un significato ben preciso. Se si considera il giorno del Signore come un obbligo da rispettare, si sbaglia in partenza. Ma se si pensa che questo giorno è un giorno pensato perché il Signore vuole stare con te ed esiste una storia d’amore che preme al tuo cuore e alla tua vita. Il metterti alla sua presenza è semplicemente un rispondere a questa storia d’amore di cui tu hai bisogno per capire te stesso. “Nel giorno del Signore…nei tuoi giorni…” significa una storia d’amore da scoprire. Ai nostri giovani dobbiamo riuscire a trasmettere questo messaggio di vita, d’amore e bellezza.
“Duc in altum!” con queste parole, e senza esitazione il Papa rivolge il suo appello ai giovani! Si tratta di un bellissimo appello che il Papa riprende dalla lettera apostolica Novo millennio ineunte. Significa prendere il largo perché sulla sua parola puoi davvero costruire la tua vita. Al cuore della Domenica sta la celebrazione dell’ Eucaristia. Tu giovane, tu credente, nutrendosi dell’Eucaristia e della Parola, ricevi la forza di trasformarti a tua volta in vocazione, ossia in dono per gli atri. Mi auguro che tutti possano vivere questa 42° Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni con la certezza che l’Eucaristia costituisce il momento culminante nel quale Gesù, nel suo Corpo donato e nel suo Sangue versato per la nostra salvezza, svela non solo il mistero della sua identità, ma indica anche il senso della vocazione d’ogni credente.