La nomina di Papa Francesco
È un antico estimatore di Padre Pio e da molti anni amico di molti dei suoi confratelli il nuovo Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Ieri, infatti, il Santo Padre Francesco ha designato come successore del cardinale Domenico Calcagno, mons. Nunzio Galantino, vescovo emerito di Cassano all’Jonio, che lo stesso Pontefice aveva chiamato a svolgere il compito di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Nato a Cerignola, in provincia di Foggia e a poche decine di chilometri da San Giovanni Rotondo, 16 agosto 1948, il nuovo responsabile dell’APSA è stato ordinato sacerdote il 23 dicembre 1972, ma ha continuato gli studi conseguendo:
- nel 1974 la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari e l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole statali;
- nel 1981 il dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Luigi di Napoli.
Per questo, dal 1977, ha coniugato i suoi impegni di parroco nella sua città natale con l’attività di docente di Storia e Filosofia nelle scuole pubbliche statali, di docente di antropologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, dove ha tenuto corsi anche ai bienni di specializzazione in Teologia fondamentale e in Teologia dogmatica.
Le sue competenze, emerse da numerosi volumi e saggi di carattere antropologico e teologico, scritti anche su riviste scientifiche di Teologia e Filosofia, non sono passate inosservate e gli sono valse, nel 2004, l’incarico di responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della CEI, che si è unito all’impegno di parroco e a quello di docente.
Solo quando è stato nominato vescovo di Cassano all’Jonio, nel 2012, ha lasciato la sua Cerignola per iniziare il suo ministero in Calabria, al quale si è aggiunto, nel dicembre del 2013, l’incarico di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, successivamente diventato il suo unico compito esclusivo, per il quale si è trasferito a Roma.
Le sempre più importanti responsabilità ecclesiali non gli hanno mai impedito di offrire generosamente la sua disponibilità nelle iniziative organizzate dai frati cappuccini a San Giovanni Rotondo. L’ultima volta è avvenuto la sera del 16 marzo scorso, quando ha presieduto la festa dei giovani che si è svolta in preparazione alla visita pastorale di Papa Francesco, durante la quale mons. Galantino ha esortato le nuove generazioni a seguire «una segnaletica ben definita, la segnaletica delle Beatitudini che è fatta di passione per le opere di pace, di attenzione misericordiosa verso gli altri, di vita segnata dalla sobrietà, come ha fatto san Pio».
Il vescovo cerignolano ha presieduto anche la Celebrazione Eucaristica commemorativa del decennale di dedicazione della chiesa di San Pio da Pietrelcina, progettata da Renzo Piano. In quella circostanza mons. Galantino evidenziò in maniera ancora più esplicita la sua ammirazione verso il religioso stigmatizzato affermando: «Questo luogo in particolare, grazie all’azione di san Pio da Pietrelcina, è diventato luogo di conversione e di perdono. Il santo cappuccino, con la sua assiduità al confessionale e la sua capacità di discernimento degli spiriti, ha testimoniato la grandezza del perdono di Dio, il dono della sua misericordia, la serenità e la gioia che la conversione porta con sé».