La televisione continua ad essere uno degli elettrodomestici più utilizzato dai nostri giovani che, sovente, trascurano forme d’arte molto più soddisfacenti. Non succede questo sicuramente ai ragazzi che hanno conosciuto la compagnia teatrale di Manfredonia la “Bottega degli apocrifi”.
La "Bottega degli apocrifi" nasce a Bologna nel 2000. Si chiama così perché da un lato c’è la “bottega”, quell’identità artigianale del teatro, la possibilità di sporcarsi le mani come in una bottega, di sfruttare la forza fisica, la possibilità di lavorare facendo pratica e “apocrifi” perché il primo lavoro, da loro realizzato dal vivo, è stato proprio un lavoro di riscrittura, messo poi in vita, dei vangeli degli apocrifi seguendo la traccia nascosta dei vangeli non riconosciuti. Una divulgazione dei vangeli un po’ particolare, visto che stiamo parlando di attori teatrali. Nel gruppo, ognuno ha il suo compito: c’è chi si occupa della scrittura dei testi, chi è alla guida del laboratorio, e chi si occupa regia della compagnia. Dopo aver messo in scena i vangeli apocrifi, quindi il loro primo lavoro, quelli della bottega hanno voluto dare una identità diversa alla compagnia portando avanti anche lavori originali scritti da loro stessi. Lavori particolarissimi che fanno anche un po’ “simpaticamente” impazzire la gente che li segue, alla ricerca delle allegorie presenti all’interno delle rappresentazioni teatrali per questo motivo molto gradite. Elementi portanti dei loro ultimi lavori sono: musica dal vivo composta dal maestro Fabio Trimigno, la regia visionaria di Cosimo Severo, e i testi di drammaturgia contemporanea scritti da Stefania Marrone. Fra gli attori, tanti i giovani che prendono parte ai laboratori scolastici. Questi ultimi permettono di entrare in contatto con i ragazzi, portatori di un contesto sociale e un vissuto familiare molto forte. I laboratori nelle scuole quindi sono dei luoghi in cui si suda insieme.
Questo è lo scopo principale della compagnia: essere tutti coinvolti su un palco per dar libero sfogo alla propria passione che potrebbe, perché no, diventare una professione.