Casa Sollievo della sofferenza è la primizia di una grande speranza per tutti quelli che soffrono
Pio XII, parlando della neonata “Casa Sollievo” ai medici che partecipavano al simposio inaugurale, ebbe a dire: “L’ospedale di San Giovanni Rotondo, che apre ora i suoi battenti, è frutto di una delle più alte induzioni, di un ideale lungamente maturato e perfezionato a contatto con i più svariati e crudeli aspetti della sofferenza morale e fisica dell’umanità” e aggiunge che la “Casa Sollievo della Sofferenza” è “chiamata a introdurre nella cura degli infermi una concezione più profondamente umana e allo stesso tempo soprannaturale.” Il grande Pontefice concluse la sua riflessione sull’opera di Padre Pio, dicendo che “è la primizia di una grande speranza per tutti quelli che soffrono…”.
Era il sigillo più alto al nuovo ospedale che San Pio aveva sognato da più di una decina di anni, da quando, cioè, ricevette da Parigi la prima offerta di tre milioni di franchi da parte di un convertito, Emanuele Brunatto, nel 1942. Nel momento dell’inaugurazione, avvenuta da parte del Cardinale Lercaro, arcivescovo di Bologna, 5 maggio 1956, Padre Pio presentava “Casa Sollievo” come una creatura della provvidenza, invitando i presenti a benedire, insieme a lui, il Signore: “Quest’opera – disse commosso – è all’inizio della sua vita, ma per poter crescere e diventare adulta, si raccomanda alla vostra generosità, affinché non perisca e divenga la città ospedaliera, tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ascetico di francescanesimo militante”.
Casa Sollievo della Sofferenza “luogo di scienza e di preghiera”
È commovente rileggere oggi le parole di San Pio e quelle di Papa Pacelli, ma è ancora più commovente rivedere le fotografie di quel giorno era riascoltare l’auspicio formulato dal Santo che “Casa Sollievo” “diventi il luogo di preghiera e di scienza, dove il genere umano si ritrova in Cristo Crocifisso, come in un solo gregge con un solo pastore...“. C’è qualcosa di antico e di nuovo in queste ultime parole, con una venatura ecumenica, inusitata, forse nel linguaggio di Padre Pio, ma quasi profetica, perché anticipava quello che doveva essere il futuro di un ospedale, divenuto grande per impegno clinico, ma anche civile, sociale e spirituale.
Nella mente del Santo fondatore, “Casa Sollievo” non doveva essere una clinica qualsiasi, sia pure ad alto livello scientifico, ma doveva essere un luogo privilegiato per il recupero fisico e spirituale: “se fosse solo sollievo dei corpi – disse Padre Pio nel primo anniversario di inaugurazione di Casa Sollievo – sarebbe solo costituzione di una clinica modello, fatta con i mezzi e la vostra carità, straordinariamente generosa. Ma essa è stimolata incalzata a essere richiamo per operante dell’amore di Dio, mediante richiamo della carità”
Un richiamo operante dell’amore di Dio
“Casa Sollievo” doveva essere “un richiamo operante all’amore di Dio” e doveva suscitare un fiume di carità, ciò che è avvenuto non solo attraverso i gruppi di preghiera, ma anche mediante una moltitudine di devoti ed amici, che non hanno mancato di sostenere la creatura del Santo delle stimmate.
Agli inizi del cammino ospedaliero, Padre Pio ripeteva ai medici una parola che andrebbe ripetuta oggi a tutti gli operatori ospedalieri:“A nulla valgono le nostre medicine se al letto del malato non portate l’amore”. Anche per questo non lo chiamò “ospedale” ma “Casa Sollievo della Sofferenza”, perché aveva un’idea moderna, avanzatissima della struttura. Città ospedaliera e Cittadella della carità, per Padre Pio devono essere la stessa cosa, perché l’amore vivifica la famiglia e santifica la casa; l’amore trasfigura i rapporti sociali e civili; l’amore è caldo come il respiro di Dio.
Tutta la vita di San Pio è stata un servizio di carità, un continuo sacrificio per gli altri, una donazione senza limiti. Il servizio ai malati e penitenti era solo mosso dalla carità, le sue preghiere, la sua esistenza terrena, le molteplici sofferenze, nascevano tutte dal cuore. La stessa preghiera scaturiva dal cuore di Dio e diveniva apertura al mondo, in una tensione spirituale, che lo portava allo struggimento di sé. Dalle sue mani bucate dalle stimmate passavano benedizione di offerte;quando le alzava per assolvere o per rimproverare, si capiva che aveva dentro il fuoco della carità.
Casa Sollievo della Sofferenza e Cittadella della Carità per San Pio sono la stessa cosa ed anche per noi oggi.