Da un paio di giorni è incominciato il mese di maggio: mese dedicato alla vergine Maria. Maggio è il mese, che raccoglie le anime ad ammirare e onorare la Madonna, la creatura piú santa e amabile, la Madre di Dio e nostra, la Regina del cielo e della terra. Il mese di maggio, una devozione semplice, che va diritto al cuore, perciò, in questo mese si elevano a Maria, inni, preghiere e canti. Una devozione, che ha resistito all’urto del secolarismo, anzi si è incrementata, perché è una manifestazione di fede, di sentimento e di poesia; una devozione ricca di elementi religiosi e umani. Per questo motivo, nelle cattedrali, nelle umili chiese, nei villaggi, ovunque si fa a gara, per onorare la Madonna, per esaltarne la grandezza e dimostrarle riconoscenza e amore. Quelli, poi, che sono impediti per vari motivi, fanno il mese di maggio in casa, personalmente o tramite le varie emittenti cattoliche.
1ª domanda: “Come è nato il mese di maggio?”.
Una bella domanda, perché è molto importante conoscere l’evoluzione storica del mese di maggio. Esso nasce da un’esigenza spontanea, che è il certificato migliore di garanzia. Infatti, esso non nasce da una rivelazione, ma da un bisogno del cuore. Le radici del mese di maggio o piú precisamente di un periodo, dedicato alla vergine Maria, sono molto remote: prima in Oriente e poi in Occidente. I) Nel 500 d. C., nelle chiese di Egitto ci si preparava al Natale con una liturgia quotidiana, dove, accanto all’attesa di Gesú, vi erano particolari lodi alla Madonna, consistenti su brani biblici commentati e seguiti da applicazione pratica quotidiana. Questo aveva luogo dal 10 dicembre all’8 gennaio. II) Invece, il mondo greco-bizantino dedicava alla Madonna il mese di agosto, con al centro l’Assunzione della Vergine (Dormizione). Questa festa aveva quindici giorni di preparazione e quindici di ringraziamento, sempre legato alla liturgia. Ciò si è sviluppato all’inizio del secondo millennio e divenne obbligatorio con l’imperatore Adronico II, morto nel 1328. III) Nel nostro Occidente alla Madonna si dedica, non il mese tra dicembre-gennaio, come nell’Egitto, né l’intero mese di agosto, come presso la chiesa greco-bizantina, ma il mese di maggio, in reazione al mese di maggio di pagano. Ora vedremo prima il mese di maggio profano e poi quello mariano.
Maggio profano e pagano
Maggio prende il nome dalla dea Maia. In Grecia: Dalla mitologia greca sappiamo che Maia è la secondogenita delle sette figlie, ma la piú importante delle Pleiadi, ottenute da Atlante con la sua unione con l’oceanina Pleione. (Ve le ricordo tutte e sette = Asterope, Maia, Elettra, Taigete, Alcione, Celeno e Merope, nella costellazione del Toro). Maia, amata da Zeus, generò Ermes o Mercurio, dio dell’astuzia. NB: Lo stesso nome aveva anche un’antica divinità italica (indicata come Maiestas), alla quale era consacrato il mese di maggio. A questa dea il 1° maggio veniva offerto un sacrificio. II) A Roma, ai primi di maggio, vigeva la consuetudine di tenere i “ludi florales o floriala”, i giochi floreali, giornate di giochi, dedicate alla dea Flora, introdotte nel 241 a. C. dai sabini, per propiziarsi la fecondità della natura. III) Nel medioevo, soprattutto in Provenza, ogni paese eleggeva la giovinetta piú degna e bella, che veniva collocata come regina, in una nicchia di fiori e alla quale, se povera, veniva offerto un obolo per la dote. Una specie di elezione di una Miss. È proprio vero: “Nulla di nuovo sotto il sole”. IV) Una cosa simile avveniva anche in Inghilterra. V) Altrove, si danzava davanti a un albero. Maggio in Italia. L’Italia non era da meno. Soprattutto a Firenze (città del fiore), mentre agli inizi di maggio si cantava la “maggiolata”, si piantava il “maio”, cioè si appendeva, all’uscio della donna amata, un ramo fiorito.
Come si vede, gli elementi dominanti sono i fiori, le canzoni, le danze, le bellezze femminili e amore, non senza inconvenienti morali, in un’epoca, il Rinascimento, in cui i gusti del classico mondo pagano rinascevano con prepotenza. (Un inciso: Il Rinascimento classico va dalla metà XV sec. alla fine del XVI sec, dove soprattutto nella letteratura italiana, si sancisce l’autonomia della ragione dalla religione). La stessa natura, d’altronde, coi suoi fiori, profumi e tepori primaverili, portava alla festa, alla gioia, alla bellezza e all’amore.
Maggio mariano
Il mese mariano nacque probabilmente per reazione alle celebrazioni paganeggianti, ma anche per moto spontaneo di fede, per cui gli elementi paganeggianti vennero trasferiti nell’ambito religioso, con al centro la Madonna, la “tota pulchra”, la “tutta bella”, per eccellenza, la “rosa mistica”.
All’inizio, si registrano manifestazioni diverse, per contenuto e luoghi. Porto alcuni esempi, cronologicamente parlando I) Verso la fine del tredicesimo secolo, il re di Spagna, Alfonso X (+ 1284) celebra maggio, in una poesia, come il mese delle lodi a Maria. Questo significa che, almeno in alcuni luoghi della nazione, quel mese era dedicato alla vergine Maria. II) Nella Germania del Nord, un domenicano, il b. Enrico Susone, (+ 1365), coltivava nel cortile del convento dei fiori. Con essi ne faceva una corona, con cui adornava il primo maggio una statua della Vergine, attirando cosí l’attenzione dei confratelli del suo convento. Essendo, poi, predicatore, ne diffuse l’usanza. Inoltre, questo beato, dalla prima notte di maggio sino alla fine del mese, venerava un piccolo ramo verdeggiante, considerandolo come simbolo di Maria. III) In Italia, a Mantova, agli inizi del 1400, era invalso l’uso di recarsi nei giorni festivi di maggio, dinanzi all’altare della Madonna, per pregarla. IV) In Francia, verso il 1550, a Parigi, in maggio gli orefici erano soliti offrire un dono speciale detto “majo”, alla cattedrale di Notre Dame (Nostra Signora), esattamente alla mezzanotte del primo maggio.
2ª domanda: “Come si è arrivati all’attuale strutturazione del mese di maggio?”.
Strutturazione del mese di maggio: un cammino di crescita
È dal 1550 che si viene meglio definendo il mese di maggio. Anche ora vi presenterò alcune persone, che hanno contribuito alla sua diffusione, sempre presentandoli cronologicamente.
I) Un benedettino, p. Wolfang Seidl scrive un libretto: “Il maggio spirituale”, in cui propone omaggi speciali a Gesú e Maria, per distogliere dal maggio profano. II) Il toscano s. Filippo Neri (1515-1595) usava a Roma condurre i suoi ragazzi sul colle del Gianicolo, per ornare di fiori un’immagine della Madonna, intonando canzoni, in suo onore, e suggerendo, nel contempo, qualche piccola mortificazione, cioè il fioretto, come piccolo fiore spirituale. III) I gesuiti facevano qualcosa di simile nei loro collegi. Anzi, usavano mettere alla fine del mese dei biglietti, nei quali erano segnati i diversi atti di virtú, offerti, nel corso dei 31 giorni. Questi, poi, venivano trascritti in piccoli libri, destinati a formare il tesoro della Regina del cielo. IV) I novizi domenicani. In un documento del 1677 si segnala che i novizi domenicani di Fiesole FI (non so se ora è provincia di Prato) il 1° maggio 1677 si riunirono in associazione mariana, per “cantar maggio” alla Madonna, con litanie, inni e altri segni di devozione. La domenica successiva la incoronarono con rose fresche e le posero nella mano un cuore d’oro. V) Nella chiesa di s. Chiara a Napoli, già prima del 1700, ogni sera del mese di maggio si onorava Maria con cantici per un’ora, ricevendo alla fine la benedizione col Santissimo.
Un NB: La prima raccolta conosciuta di cantici mariani per il mese di maggio fu stampata a Colonia nel 1692 a opera del frate minore cappuccino, p. Lorenzo von Schnüffis.
Diffusione, con stampa.
I) Il merito principale è dei gesuiti, che nel 1664 stamparono a Roma un libretto, prima intitolato “Theofilus marianus” e, poi, “Mensis marianus”, con riflessioni ed esempi ogni giorno.
II) P. Francesco Saverio Jacolat, nel 1724, fece uscire la prima edizione, in Germania, a Dillingen, tra Augsburg e Stuttgart, dal titolo “Mensis marianus”. Erano, però, 30 riflessioni sulla vita di Maria, desunte dagli scritti dei Santi Padri.
III) Questo libro, viene ristampato dal p. Annibale Dionisi, nel 1726, con il titolo di “Mese di maggio”, aggiungendo, però, “vari fiori di virtú”, cioè dei fioretti. Cosa suggeriva questo sacerdote? Si poteva recitarlo in famiglia o nelle scuole religiose (e non nelle chiese), davanti a un’immagine o altarino della Madonna, con dei candelieri e fiori freschi; recita del rosario o almeno delle litanie; spunti di riflessione, esempio, fioretto e giaculatorie. Confessione e comunione settimanale o almeno quindicinale. Alla fine del mese, consacrazione alla Madonna. Ebbe un’enorme diffusione.
IV) Finalmente nel 1785-86, uscí il libretto: “Il mese di Maria ossia di maggio”, del p. Alfonso Muzzarelli, ancora in commercio. Costui indicò che il mese di maggio doveva esser pregato in forma pubblica nelle chiese.
Pio VII, rientrato da Parigi, nel 1815 e nel 1822 concesse speciali indulgenze, per coloro che celebravano il mese di maggio. Infine, Pio XII, il 30 aprile 1939, suggerí ai genitori di portare anche i loro figli, al mese di maggio, in quanto ormai era una pratica abituale nella Chiesa universale.
Padre Pio e sorella morte
Siamo nel mese, che la Chiesa ha dedicato, consacrato ai nostri cari defunti: il mese di novembre. Tutti, chi prima,...