Si è svolta ieri a Roma, presso la Sala Conferenze della Comunità di Sant’Egidio, la presentazione del libro “W la scuola” curato da Evelina Martelli. Edito dalla Morcelliana di Brescia, il testo illustra gli interventi che la Comunità di Sant’Egidio ha messo in atto da alcuni anni per prevenire e contrastare il fenomeno della dispersione scolastica soprattutto – ma non solo – negli istituti scolastici delle grandi periferie urbane. Solo a Roma sono circa 2000 i minori seguiti in questo programma ed inseriti in un database per il monitoraggio degli interventi. Analoga esperienza è stata condotta a Genova e verrà presto estesa ad altre città.
Il fenomeno della dispersione scolastica in Italia è rilevante. Secondo dati raccolti dal MIUR, nell’anno scolastico 2018-19 e nel passaggio al successivo hanno abbandonato la scuola media 9.445 alunni, pari allo 0,56% del totale nazionale, mentre altri 6.322, pari allo 0,37%, hanno lasciato nel passaggio tra i cicli scolastici di primo e secondo grado. Numeri più consistenti riguardano la scuola superiore, dove gli abbandoni sono stati in totale 86.620, pari al 3,33%. In pratica – prima del lockdown imposto dalla pandemia – 102 mila studenti hanno abbandonato la scuola italiana in un solo anno scolastico. La dispersione scolastica ha riguardato soprattutto i maschi, gli stranieri ed è stata più consistente nel Mezzogiorno, con Sicilia, Calabria e Campania a guidare questa triste classifica.
Con il programma “W la scuola”, la Comunità di Sant’Egidio intende contrastare l’abbandono precoce della scuola – che sembra essersi particolarmente acuito durante e dopo la pandemia – facilitando il rapporto tra le scuole, le famiglie ed il territorio. In particolare vengono analizzate le cause che predispongono all’abbandono scolastico e proposti interventi per prevenire e contrastare questo fenomeno grazie al supporto, su base volontaria, di “facilitatori”, rappresentati, per la stragrande maggioranza, da studenti delle scuole superiori ed universitari già attivi in diversi contesti nel sostegno all’infanzia. Questi “angeli custodi”, così come ribattezzati da Paola Cortellessa, autrice di uno dei 12 contributi del libro, sono impegnati su vari livelli: ritessere il rapporto tra il minore, la sua famiglia e la scuola; inserire i minori in contesti “protetti” di socializzazione tra coetanei; sostenere i minori nello studio; facilitare l’iscrizione alla scuola.
Le attività svolte dal programma “W la scuola” e illustrate nel libro della Martelli si inquadrano in quella lunga e consolidata esperienza di sostegno che la Comunità di Sant’Egidio, sin dal 1968, ha rivolto ai bambini svantaggiati delle periferie del mondo e di cui si è dato conto nel libro di Adriana Gulotta “Alla scuola della Pace” (Ed. San Paolo, 2017). Sotto un certo aspetto i due testi sono complementari tra di loro. Tramite le Scuole della pace, la Comunità di Sant’Egidio sostiene il bambino nell’inserimento scolastico, aiuta la sua famiglia nel compito formativo e propone un modello educativo a maestri, insegnanti e a quanti si trovano accanto ai bambini a diverso titolo. Con il programma “W la scuola”, si vogliono ricondurre nelle aule tutti quei giovani che hanno smarrito la via della scuola o stanno per “scomparire” dall’orizzonte educativo, facilitandone il reinserimento mediante un’alleanza preziosa tra le famiglie e la scuola. L’effetto finale dei due programmi è quello di avere una scuola non solo uguale per tutti ma anche accessibile a tutti per evitare quel disastro educativo che rappresenta oggi l’ipoteca più seria per il futuro del nostro Paese.