"Oggi è una giornata di lutto, ma anche di grande speranza e luce”. Con queste parole, la dott.ssa Andreana Bassanetti, fondatrice dell’Associazione “Figli in cielo”, scuola di preghiera e fede è intervenuta nel corso della trasmissione “Vangelogiovane” dedicata alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti che la Chiesa Universale celebra il 2 novembre. Non esiste persona che non abbia vissuto l’esperienza della perdita di una persona cara. Questa è un’esperienza profondamente umana e molto dolorosa. E diventa ancora molto più dolorosa nel momento in cui a morire sono i propri figli. Il dolore è così grande…sembra che qualcuno ci toglie la terra sotto i piedi. Ma il lutto, ci ricorda la dott.ssa Bassanetti, è un tempo di cui abbiamo bisogno per riprenderci la nostra vita. E’ un periodo molto difficile, ma molto importante durante il quale la grazia di Dio vuole scendere nella nostra vita: “Proprio nei momenti più bui, così come ricorda anche San Giovanni della Croce, il Signore è più vicino. Il buio che noi vediamo è dovuto proprio ad una specie di abbaglio perché i nostri occhi – continua la Bassanetti – non sono in grado di percepire una presenza così luminosa e così grande. Per cui più il Signore è vicino, e più noi fatichiamo a percepire la sua presenza. E’ necessario vivere un cammino di conversione, di fede e di preghiera. La preghiera è di aiuto ai vivi e ai morti. Diventa lode eterna. Il grande significato della nostra preghiera è da mettere in relazione con la comunione dei santi. Dato che formiamo un’unica chiesa, ci uniamo tutti nella preghiera. Anzi, questa è l’unica forma effettiva di unità con i morti: la preghiera”. La morte di qualcuno può suscitare in noi una fonte permanente di traumi; ma, ci sono altre difficoltà da mettere in relazione con la morte: la solitudine, la nostalgia, la rassegnazione, il sentimento della perdita, l’assenza, il timore di morire, la sofferenza … Molte volte, sia per il dolore della perdita, che per la difficoltà di accettare la morte, noi tutti tentiamo di attivare meccanismi psicologici di difesa, per questo motivo la dott.ssa Bassanetti suggerisce: “ Non date per scontato che il dolore e la morte è la fine di tutto. Provate a darvi la possibilità di vivere un cammino di ricerca. Una ricerca che presuppone il cinquanta per cento di possibilità per uscire dalla crisi e un buon cinquanta per cento di fallire….Ma in ogni caso vale la pena provare. L’unica condizione è abbandonarsi al punto che il Signore possa operare e portare luce. Frequentando i gruppi dell’Associazione, si ha la possibilità di confrontarsi con altri genitori e famiglie che hanno già vissuto questo dolore. Si ha la possibilità di fare un cammino di fede che aiuta a riaffermare la fede nella risurrezione. Questa è la nostra parola ultima: risurrezione!”