Una croce di pietra che ha attraversato la storia della violenza e della distruzione è stata donata ieri sera dalla Chiesa Assira d’Oriente alla Comunità di Sant’Egidio. Il simbolo, che proviene dalla Chiesa di San Giorgio di Mosul, è stato vandalizzato nel 2014 dai miliziani dell’ISIS, in uno degli atti di barbarie che hanno segnato il destino della città irachena e delle sue comunità cristiane. La croce, segnata dai segni della devastazione, è stata posata sull’altare delle croci nella chiesa di Sant’Egidio, a Trastevere, in una cerimonia che ha rappresentato non solo un atto di restituzione di memoria, ma anche un forte simbolo di speranza e di solidarietà tra le comunità cristiane.
Il Vandalismo dell’ISIS a Mosul
Nel 2014, l’arrivo dell’ISIS a Mosul ha significato la distruzione di numerosi luoghi di culto, simboli e patrimoni storici di inestimabile valore, tra cui la Chiesa di San Giorgio, uno degli edifici religiosi più antichi della città. I miliziani dell’ISIS, durante la loro occupazione, hanno compiuto atti di vandalismo senza precedenti, danneggiando statue, croci e affreschi, in un tentativo sistematico di cancellare ogni traccia della presenza cristiana e della sua storia millenaria in quella regione. La Chiesa di San Giorgio non è stata risparmiata, e la croce di pietra che è stata donata a Sant’Egidio porta con sé il peso di quella distruzione, ma anche il segno che nonostante tutto la fede continua a resistere.
Il Legame con la Comunità di Sant’Egidio
La donazione della croce è anche un atto che rinsalda il legame profondo e di lunga data tra la Comunità di Sant’Egidio e la Chiesa Assira d’Oriente. Sant’Egidio, fondata nel 1968 a Roma, ha sempre cercato di essere vicina alle periferie del mondo, alle popolazioni più povere e ai cristiani perseguitati, e in particolare ha sostenuto le comunità cristiane del Medio Oriente. Il legame con la Chiesa Assira si è intensificato negli ultimi decenni, soprattutto con l’escalation delle guerre e dei conflitti in Iraq e Siria, che hanno messo a dura prova le comunità cristiane locali.
Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha sottolineato, durante la cerimonia, la “lunga amicizia” che lega la Comunità alla Chiesa Assira, un’amicizia che si è fortificata durante gli anni più bui, segnati da guerre, terrorismo e instabilità. Questi legami sono stati particolarmente evidenti nel sostegno offerto ai cristiani iracheni e siriani costretti a fuggire dalle proprie case a causa della violenza del conflitto, ma anche nell’intensa collaborazione su temi di pace, dialogo e promozione dei diritti umani.
Un Momento di Preghiera e Riflessione
La cerimonia, che si è svolta nella basilica di Santa Maria in Trastevere, è stata anche l’occasione per celebrare il trentesimo anniversario dell’inizio del dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Assira d’Oriente. Il Patriarca Mar Awa Royel III ha presieduto la preghiera serale, accompagnato da una delegazione di arcivescovi e metropoliti provenienti da tutto il mondo, venuti a Roma per un incontro che ha visto la partecipazione di alcuni dei più alti rappresentanti del dialogo ecumenico e interreligioso.
In occasione di questo anniversario, il 7 novembre si è tenuto un atto accademico presso l’Università Pontificia San Tommaso d’Aquino (Angelicum), dove sono intervenute personalità di spicco, tra cui il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e numerosi esperti teologi e vescovi. Questo evento sottolinea il cammino condiviso che le due chiese hanno intrapreso verso un’unità sempre più profonda, nonostante le difficoltà che le separano.
Un Segno di Speranza
La croce di pietra che ora si trova nell’altare delle croci a Sant’Egidio non è solo un ricordo della violenza che ha segnato la Chiesa di San Giorgio a Mosul, ma anche un segno di speranza. La sua donazione rappresenta un atto di resilienza e di fede che va al di là della distruzione. La comunità assira d’Oriente, pur segnata da anni di sofferenze, continua a testimoniare una forza che trascende il dolore, e la Comunità di Sant’Egidio, con il suo impegno quotidiano per la pace e la giustizia, è oggi un partner fedele e solidale in questo cammino.
La speranza di una pace duratura, in cui la convivenza tra diverse fedi e culture diventi non solo possibile, ma una realtà quotidiana, rimane il cuore pulsante della relazione tra la Chiesa Assira e la Comunità di Sant’Egidio. E mentre la croce di pietra simbolizza il passato di dolore, essa è anche un messaggio di luce e di futuro, in cui la fede e l’amore reciproco possono trionfare sulla violenza e sulla distruzione.