Impietosamente, ogni fine settimana i Tg trasmettono la lista delle giovani vite spezzate dagli incidenti stradali, che secondo le statistiche, è la prima causa di morte per i giovani dai 18 ai 35 anni. È una sofferenza ascoltare le dinamiche degli scontri, la corsa in ospedale, il dramma di sempre più famiglie segnate da queste tragedie. Ma niente è paragonabile al dolore e allo sgomento che hanno fatto irruzione nelle case e nell’anima di coloro che stavano seguendo la telecronaca del Gran Premio Motociclistico che si correva nella città di Sepang, in Malesia.
Al secondo giro, il pilota italiano Marco Simoncelli, 24 anni, perdendo il controllo della sua moto in una curva non è riuscito ad evitare lo schianto. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime e i dottori hanno tentato disperatamente di rianimarlo per circa 45 minuti, ma non è servito. Tutto ciò ha avuto un impatto emotivo e una sofferenza incredibili per quelle scene strazianti e purtroppo anche trasmesse molte volte. In diretta, si è assistito alla morte tragica di un ragazzo conosciuto e amato non solo dagli sportivi appassionati di motociclismo, ma da tanti che lo apprezzavano soprattutto per la sua grande simpatia ed esuberanza, per la sua giovialità e il suo accento romagnolo inconfondibile. Un ragazzo come tanti, con tanti sogni e tanta voglia di impegnarsi nella sua passione, che ha in sé una componente di rischio elevatissima, nonostante gli accorgimenti per migliorare la sicurezza dei piloti. Un ragazzo con un grande attaccamento ai valori, quali la famiglia, con cui viveva a Coriano (Rn) e l’amicizia, la vita e la solidarietà: è stato infatti testimonial per iniziative a favore dei bambini del reparto oncologico dell’Ospedale di Rimini e della Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica. È doloroso pensare ad una morte per una tragica fatalità, che poteva essere evitata, che ci fa perdere una bella persona e un grande sportivo, ma di fronte all’ingiustizia degli eventi tristi della vita, la nostra fede ci fa guardare alla speranza nell’eternità.
Lo affidiamo con le nostre preghiere alla misericordia di Dio, “amante della vita” (Sap11,26), Lui che può consolare le lacrime e la disperazione dei genitori, della sorella e di tutti gli amici e tifosi di Marco Simoncelli, il grande campione che ora corre verso il Cielo.