Fino al 31 gennaio, presso Palazzo D’Accursio a Bologna, sarà possibile visitare la mostra “Visa for life – Passaporto per la vita”, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri Israeliano in collaborazione con il Comune e la Comunità ebraica di Bologna e l’Ambasciata israeliana in Italia.
“Il tema della mostra – ha detto Lucio Pardo, presidente della comunità Ebraica di Bologna – è il salvataggio degli ebrei, la grandissima tragedia dell’Olocausto, l’annientamento e la distruzione del popolo ebraico in Europa, che ha avuto protagoniste tre figure: le vittime ebree, i carnefici nazisti e gli spettatori, che si sono comportati in maniera diversa gli uni dagli altri.
Ma c’è anche un’altra categoria, che non viene inclusa perché minore: quella dei salvatori. Uomini coraggiosi che hanno rischiato la propria vita, alcuni anche perdendola, per salvare gli ebrei.”
La mostra presenta carte d’identità, passaporti falsi, documenti e certificati che hanno permesso a migliaia di ebrei di salvarsi.
“Il più grande in assoluto fu il rampollo di una nobile famiglia di Svezia: Raoul Wallenberg – ha aggiunto Pardo – che invece di indirizzare la propria vita verso la strada della carriera, politica o diplomatica, scelse di partire per Budapest, arruolarsi nel corpo diplomatico dell’ambasciata svedese e rischiare la propria vita per gli ebrei. Pur di salvarli fabbricò passaporti provvisori e carte d’identità, pieni zeppi di timbri e di firme, contando sull’effetto che avrebbero prodotto sulle autorità tedesche e ungheresi, sensibili al fascino della forma. Con questo sistema sottrasse alla morte più di 100.000 ebrei, e purtroppo di lui non si sa più nulla”
“La mostra – conclude Pardo – vuol essere una lezione da imparare e non una semplice celebrazione per ricordare.”