Il 1 febbraio 2018, al termine della Celebrazione Eucaristica vespertina, il ministro della religiosa provincia di Sant’Angelo e Padre Pio, fr. Maurizio Placentino ha benedetto il mosaico che ritrae San camillo de Lellis con un malato tra le braccia, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie. Si tratta del terzo mosaico aggiunto in chiesa dopo quelli di Giovanni Paolo II e Madre Teresa.
Fr. Maurizio durante l’omelia ha invitato l’assemblea a soffermarsi “a contemplare la Santità che non è un concetto astratto, ma è l’incarnazione della storia del Vangelo, della vita di Gesù”. Il provinciale ha poi ricordato come la vita di San Camillo si è intrecciata con quella di San Pio: “Due santi, che sono uniti, non solo dalla data di nascita, ma dalla piccola celletta in cui San Camillo dimorò seppur per una notte. Nella stessa cella, secoli dopo, Padre Pio ha vissuto importanti momenti mistici. Questi luoghi parlano e invitano alla conversione e alla vita del vangelo”. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie “oggi si arricchisce di questo nuovo tassello che ricorda questo grande esempio di santità. I santi ponendoli nelle nostre chiese, nelle navate laterali fanno da contorno all’assemblea e fanno il “tifo” per noi. Oggi ci sono vicini e sono di esempio e di incoraggiamento per le nostre vite affinché noi tutti troviamo nella loro storia forza e ispirazione per il nostro cammino di fede. La Santità è vita e dinamicità e lo vediamo leggendo la storia di San Camillo.
Prima della benedizione del Mosaico ha preso la parola padre Rosario Messina, il quale ha spiegato che “era un dovere, un obbligo, un desiderio vivo per i camilliani per esprimere immensa gratitudine innanzitutto a Dio e poi ai frati cappuccini di questo convento che sono la continuità dei loro predecessori e sopratutto di un certo Padre Angelo che fu per Camillo, un vero Angelo. Quella sera del 1 febbraio 1575 Padre Angelo fece un discorso che ha stravolto Camillo. E’ qui che si è convertito. Questa presenza vuole essere un segno di gratitudine ed un accostamento alla spiritualità di San Pio, grande devoto di San Camillo.”
La storia della sua conversione
Il giorno della festa della “Presentazione di Gesù al Tempio”, coincide con un anniversario di particolare importanza per i camilliani: la conversione di san Camillo De Lellis, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali. Era il 2 febbraio 1575. Camillo giovane pigro e rissoso, vagabondando per l’Italia, venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia (FG). In quella giornata si trovava di ritorno dal convento dei cappuccini di san Giovanni Rotondo, dove venne inviato con un asinello per un fraterno scambio di generi alimentari. È qui che iniziò il suo percorso verso la conversione, precisamente nella “Valle dell’inferno” tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo. Fu decisivo nel giorno precedente l’incontro con il guardiano del convento dei cappuccini di Gan Giovanni Rotondo che parlò a Camillo di Dio e della salvezza dell’anima: “Dio è tutto, il resto è nulla. Salvare l’anima è l’unico impegno della vita che è breve“. Il giorno seguente 2 febbraio, dopo la santa Messa riprese la via del ritorno. Durante il viaggio gli martellavano sempre più forte nella mente le parole di P. Angelo: Dio è tutto, il resto nulla. A un certo momento, soggiogato da sentimenti di pentimento, scese dalla cavalcatura e, come San Paolo sulla via di Damasco, si mise in ginocchio e pianse dicendo: “Signore, perdona a questo grande peccatore. Dammi tempo di fare penitenza. Non più mondo, non più peccati!” Questa è la testimonianza concreta di come la grazia di Dio vince sempre.
Padre Pio e San Camillo
Era il 18 agosto del 1958 quando il camilliano Padre Pietro Santoro era a S. Giovanni Rotondo per partecipare all’Eucaristia celebrata da Padre Pio sul piazzale dinanzi alla nuova Chiesa, dove era stato preparato un Altare. I fedeli erano tanti e circondavano come un grande abbraccio il santo del gargano. Padre Pietro voleva a tutti i costi parlare con lui ed attese Padre Pio dopo la Messa. Era accompagnato “sacerdote amico”. Padre Pietro attese il suo passaggio. “Ed eccolo, Lo vidi giù in fondo alla scala che si accingeva a a salire. Mi vide e sorridente, mentre saliva, esclamò: Ecco un Camilliano. Poi avvicinandosi e porgendomi la mano da baciare, mi disse: Da dove vieni… Dalla Sicilia Padre Pio, risposi. E Lui, accarezzandomi la testa riprese: Questo Siciliano… lo sa Padre – riprese P. Pio – lo sa che io sto alla cella n. 5 occupata un tempo da S. Camillo? – era la cella degli ospiti – Sì, risposi. E Lui: Ma non sa una cosa!… che S. Camillo la abitò una sola notte e si fece santo… ed io che vi abito da trenta anni sono ancora un povero diavolo… e scoppiò in una fragorosa risata, mentre ridandomi la mano da baciare mi salutò dicendo: Preghi per me.
Nati nello stesso giorno dell’anno, il 25 maggio, del 1550 San Camillo e del 1887 San Pio, i due uomini di Dio sono testimoni in grado eroico della Carità e della Passione del Signore : Padre Pio portando visibilmente nel corpo le Stimmate del Cristo Crocifisso, Padre Camillo in cinque parte del corpo infermità pesanti – da lui chiamate le “cinque misericordie del Signore” – che ugualmente lo tennero strettamente unito al Cristo Crocifisso, servito e venerato nei fratelli ammalati: “…habbiate sempre à mente questa sententia che chi serve et ministra gli Infermi, et poveri, serve et ministra à Christo nostro Redentore…”