Sabato scorso, l’Università di Makerere a Kampala è stata testimone di un significativo incontro interreligioso e interculturale, sotto il segno della pace e del dialogo. Promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, l’evento ha riunito rappresentanti delle principali religioni e fedi, e giovani studenti, con l’obiettivo di “Immaginare la pace”, una riflessione comune sul futuro del paese e del continente africano, in un periodo particolarmente complesso per l’Uganda.
Questo incontro si inserisce in un contesto internazionale più ampio che ha visto eventi simili in diverse città, tra cui Parigi lo scorso settembre, in cui il messaggio di pace di Papa Francesco è stato ripreso e rilanciato. A Kampala, la presenza di leader religiosi, tra cui Mons. Gerevers Mukasa per la diocesi di Kampala, lo sceicco Salim per la comunità musulmana di Nakulabye, il delegato dei Sikh N.H. Singh e il reverendo Mugabi Christopher della Chiesa di Uganda, ha sottolineato l’importanza di un dialogo inclusivo e costruttivo tra le diverse fedi. Durante la cerimonia finale, è stato acceso il candelabro della pace, simbolo di speranza e di unità tra le religioni, e tutti i partecipanti hanno firmato l’”Appello per la pace”, chiudendo l’incontro con un abbraccio simbolico.
Un paese tra speranze e sfide
Il contesto ugandese, tuttavia, è tutt’altro che privo di sfide. L’Uganda, uno dei paesi con la crescita demografica più rapida al mondo, sta affrontando una serie di problemi legati a conflitti interni, povertà e disuguaglianze. Nonostante i progressi economici degli ultimi decenni, il paese rimane segnato da tensioni politiche e sociali, che minano la stabilità e la coesione sociale. Inoltre, le minoranze religiose e etniche, tra cui i musulmani e le comunità protestanti, vivono a volte situazioni di marginalizzazione, che complicano ulteriormente il quadro di un dialogo sincero e fruttuoso.
In questo scenario, l’incontro di Kampala ha voluto lanciare un messaggio di speranza. Secondo il comunicato diffuso dalla Comunità di Sant’Egidio, uno degli aspetti più significativi della giornata è stato proprio il coinvolgimento dei giovani, in particolare degli studenti delle università di Makerere e Metropolitan, che hanno partecipato attivamente al dibattito e ascoltato le parole di Papa Francesco. Il messaggio del Papa, letto da un giovane partecipante, ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare insieme per costruire un mondo di pace e giustizia, ispirando i giovani a diventare protagonisti di cambiamento nelle loro comunità.
Un dialogo che non si ferma
A distanza di tempo dall’incontro, uno degli aspetti più rilevanti emersi è la volontà di proseguire il dialogo tra le diverse fedi e culture presenti nel territorio africano. La Comunità di Sant’Egidio ha sottolineato come l’incontro di Kampala non si esaurisca in un singolo evento, ma sia parte di un impegno costante volto a costruire ponti di comprensione e di cooperazione tra le diverse realtà religiose e culturali. Nel contesto del continente africano, dove la pluralità religiosa è una realtà quotidiana, questi momenti di incontro sono fondamentali per promuovere una cultura di pace, che, purtroppo, spesso è minata da conflitti etnici e religiosi di cui poco la stampa estera s’interessa.
A Kampala, come in altri luoghi dove la Comunità di Sant’Egidio è attiva, il dialogo interreligioso è diventato uno strumento per affrontare le sfide sociali e politiche, cercando di prevenire l’escalation dei conflitti e promuovendo una convivenza pacifica. Le parole dell’ambasciatore italiano Mauro Massoni, presente all’evento, hanno confermato l’impegno dell’Italia a sostenere iniziative come queste, che contribuiscono al rafforzamento della pace e della stabilità in Africa.
Conclusioni: una speranza per il futuro
L’incontro di Kampala ha rappresentato non solo un’occasione di riflessione, ma anche un invito ad agire. La situazione dell’Uganda, come quella di molte altre nazioni africane, è tuttora segnata da incertezze e conflitti, ma l’incontro interreligioso dello scorso sabato ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, esiste una forte volontà di voler instaurare un dialogo, di costruire e di pensare al futuro in un’ottica di pace. In questo scenario, l’Uganda ha l’opportunità di diventare un modello di coesistenza tra le diverse fedi e culture, dove la speranza di un domani migliore può davvero diventare realtà, se supportata dall’impegno e dalla volontà di tutti i cittadini, dai leader religiosi ai giovani studenti.