giovedì 22 Maggio 2025
  • Login
Tele Radio Padre Pio
Accendi una candela - Teleradio Padre Pio
  • Home
  • Chi siamo
    • Tele Radio Padre Pio
  • News
    • All
    • Chiesa
    • Eventi
    • Missioni
    • Padre Pio
    • Papa Francesco
    • Salute
    • Santi
    • Sociale
    • Sostenibilità
    • Spiritualità
    • Storie e cultura
    L’appello di Papa Leone XIV ai potenti della terra: “mai più la guerra”

    L’appello di Papa Leone XIV ai potenti della terra: “mai più la guerra”

    La prima omelia di Papa Leone XIV: la sfida della Missione

    La prima omelia di Papa Leone XIV: la sfida della Missione

    Papa Leone XIV. Il messaggio dei confratelli di Padre Pio

    Papa Leone XIV. Il messaggio dei confratelli di Padre Pio

    Papa leone XIV: Dobbiamo essere una Chiesa missionaria, che costruisce i ponti, il dialogo

    Papa leone XIV: Preghiamo per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo

    Papa Leone XIV: Sono un agostiniano “con voi sono cristiano e per voi vescovo”

    Papa Leone XIV: Sono un agostiniano “con voi sono cristiano e per voi vescovo”

    Papa Leone XIV saluta la diocesi di Chiclayo in Perù

    Papa Leone XIV saluta la diocesi di Chiclayo in Perù

    Papa Leone XIV: grazie confratelli Cardinali

    Papa Leone XIV: grazie confratelli Cardinali

    Papa Leone XIV: Grazie Papa Francesco

    Papa Leone XIV: Grazie Papa Francesco

    Papa Leone XIV: La Pace sia con voi, una pace disarmante, umile e perseverante

    Papa Leone XIV: La Pace sia con voi, una pace disarmante, umile e perseverante

  • Padre Pio per Te
    • Invia la tua preghiera
  • Frequenze
  • Contatti
  • Offerte
    • Coordinate bancarie
    • Accendi una candela
    • La tua offerta
No Result
View All Result
  • Home
  • Chi siamo
    • Tele Radio Padre Pio
  • News
    • All
    • Chiesa
    • Eventi
    • Missioni
    • Padre Pio
    • Papa Francesco
    • Salute
    • Santi
    • Sociale
    • Sostenibilità
    • Spiritualità
    • Storie e cultura
    L’appello di Papa Leone XIV ai potenti della terra: “mai più la guerra”

    L’appello di Papa Leone XIV ai potenti della terra: “mai più la guerra”

    La prima omelia di Papa Leone XIV: la sfida della Missione

    La prima omelia di Papa Leone XIV: la sfida della Missione

    Papa Leone XIV. Il messaggio dei confratelli di Padre Pio

    Papa Leone XIV. Il messaggio dei confratelli di Padre Pio

    Papa leone XIV: Dobbiamo essere una Chiesa missionaria, che costruisce i ponti, il dialogo

    Papa leone XIV: Preghiamo per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo

    Papa Leone XIV: Sono un agostiniano “con voi sono cristiano e per voi vescovo”

    Papa Leone XIV: Sono un agostiniano “con voi sono cristiano e per voi vescovo”

    Papa Leone XIV saluta la diocesi di Chiclayo in Perù

    Papa Leone XIV saluta la diocesi di Chiclayo in Perù

    Papa Leone XIV: grazie confratelli Cardinali

    Papa Leone XIV: grazie confratelli Cardinali

    Papa Leone XIV: Grazie Papa Francesco

    Papa Leone XIV: Grazie Papa Francesco

    Papa Leone XIV: La Pace sia con voi, una pace disarmante, umile e perseverante

    Papa Leone XIV: La Pace sia con voi, una pace disarmante, umile e perseverante

  • Padre Pio per Te
    • Invia la tua preghiera
  • Frequenze
  • Contatti
  • Offerte
    • Coordinate bancarie
    • Accendi una candela
    • La tua offerta
No Result
View All Result
Tele Radio Padre Pio
No Result
View All Result
Home Programmes Sotto la croce si impara ad amare

Sotto la croce si impara ad amare

Redazione by Redazione
12 anni ago
in Sotto la croce si impara ad amare
Reading Time: 6 mins read
0 0
A A
0
Sotto la croce si impara ad amare
0
SHARES
0
VIEWS
Condividi su FacebookTwitterWhatsappTelegram

Articoli correlati

Padre Pio e sorella morte

Nascita del Rosario

Il santo Rosario

Nascita ed evoluzione del rosario
Durante tutto il mese di ottobre, parlerò sul rosario
La recita del rosario
La recita del rosario è un pio esercizio, con una lunga storia dietro di sé, da sempre pregato e raccomandato dalla Chiesa. A causa della crisi della preghiera, si è sentito la necessità di ripresentarlo, in un contesto piú ampio del culto verso la vergine Maria, visto sotto gli insegnamenti del CEV II, dell’esortazione apostolica Marialis cultus (2-2-1974), del papa Paolo VI, che tiene in considerazione l’altra sua esortazione apostolica Recurrens mensis October, (7-10-1969), e, soprattutto, della lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (16-10-2002), del b. Giovanni Paolo II. Se il rosario viene presentato e pregato, secondo queste nuove direttive, esso diventa veramente, come diceva Pio XII, “un compendio del Vangelo”. Attraverso la vergine Maria, questa preghiera ci fa uscire, dallo spazio e dal tempo, ed entrare in intimità con Dio eterno!
Come nasce e si evolve il rosario
Con il termine di rosario si indica una corona di 150 grani (di 200, dopo la lettera apostolica Rosarium virginis Mariae), divisi in diecine, concluse con un chicco piú grande e isolato. L’uso di pietre o collane di grani, per accompagnare una preghiera, simile al rosario, era in vigore, anche fuori dal cristianesimo. Nella nostra religione, un esempio, è quello della celebre Lady Godiva di Coventry (Inghilterra), che morí intorno al 1075, lasciando in eredità, come scrive Guglielmo di Malmesbury , “il giro di pietre preziose, che aveva infilato in una corona, in modo che, toccandole con le dita una dopo l’altra, poteva contare esattamente le proprie preghiere”. Nel mondo cristiano, questo pio esercizio, come antenato del rosario, fa parte di un patrimonio di devozioni, che viene da molto lontano. Infatti, già i padri della Tebaide (Egitto), nei primi secoli, usavano cordicelle nodate, per pregare 150 Ave Maria, nell sua sola prima parte. (La seconda parte fu aggiunta da s. Pio V, nel 1566). Esso era una forma di devozione parallela alla Liturgia delle ore, in cui si recitavano i 150 Salmi. Questa forma di devozione appare, con chiarezza, dal secolo XII. Nell’Ordine domenicano vi è la leggenda (= non inventata, ma da leggersi), secondo cui il rosario sarebbe stato dato da Madonna a s. Domenico di Guzmán (cognome della sua nobile famiglia), nato nella cittadina spagnola di Calervega, come arma per combattere contro gli albigesi. Questa loro paternità è confermata anche da Paolo VI, nell’esortazione apostolica Marialis cultus: “I figli di s. Domenico, per tradizione, sono custodi e propagatori di cosí salutare devozione” (MC 43). Sebbene s. Domenico possa esser stato favorito da una visione, non si tratta, comunque, del rosario, com’è nella forma attuale. Fino all’inizio del XV secolo, in cui nacquero due forme diverse del rosario, ancor oggi in vigore, è difficile, chiaramente, far presente le loro nascite. Con certezza, prima di allora, sappiamo che il certosino, Enrico di Kalkar, nel secolo XIV, nella struttura del rosario, che allora era chiamato “florilegio”, lo divide, in 15 decine di Ave Maria, e inserisce, tra una decina e l’altra, la recita del Padre nostro. Il rosario era chiamato “florilegio”, in quanto, nel medioevo, che finisce con la scoperta dell’America (1492), “rosario”, era una corona di fiori, che i cavalieri vincitori offrivano alla propria dama, quindi un termine, che sapeva di profanità. All’inizio del XV secolo, cui accennavo sopra, nascono due forme della recita del rosario, che tuttora sono ancora in vigore. a) La prima forma, soprattutto nel mondo tedesco, è stata presentata da un altro certosino, Domenico le Chartreux di Prussia, tra il 1410 e 1439. Il rosario-florilegio veniva ed è, tuttora, recitato in questo modo. Dopo ogni Ave, Maria (sola prima parte), costui ha aggiunto, a modo d’intervallo, una “clausola” o “chiusura”, che evoca episodi della vita di Cristo e della vergine Maria. Porto un solo esempio. Considero i misteri gaudiosi … e benedetto il frutto del tuo seno, Gesú, che all’annunzio dell’angelo ha concepito, per opera dello Spirito santo”, senza aggiungere la seconda parte dell’Ave. b) Il secondo modo di recitare il rosario, che da “florilegio” prese il nome di “Nuovo salterio della Vergine”, ha trovato il piú importante codificatore, nel frate domenicano francese della Bretagna, il beato Alain de La Roche (1428-1475), il quale, ha cominciato a predicarlo, nel 1464, a Douai: una cittadina del nord della Francia, ai confini col Belgio. Forse, si deve a lui la struttura delle tre serie di misteri: gaudiosi, dolorosi e gloriosi, corrispondenti agli aspetti fondamentali del mistero di Cristo: incarnazione, passione-morte e risurrezione. Questa preghiera mariana, incentrata sui misteri di Cristo, ebbe un rapido sviluppo, per merito delle Confraternite del Rosario, di cui la prima fu fondata a Colonia (Germania), dai domenicani, nel 1475. La lista dei 15 misteri tradizionali si impose, tra il 1480 e il 1500, in varie nazioni europee, grazie alla stampa, facilitata, dall’enorme sviluppo, con l’introduzione della tipografia a caratteri mobili, inventata dal tedesco Johannes Gutenberg (1400-1468). Qualunque sia l’origine di questa preghiera, è comunque certo che la forma attuale è stata standardizzata e approvata, dal papa s. Pio V, con la bolla Consueverunt romani pontifices (17-9-1569), se si esclude l’aggiunta dei misteri della luce, del b. Giovanni Paolo II. Egli, cioè s. Pio V, con la pubblicazione del Breviario, nel 1566, aveva già aggiunto, ufficialmente, la seconda parte dell’Ave, Maria, frutto della sintesi delle varie preghiere verso la vergine Maria, soprattutto di quelle di s. Bernardino da Siena, anche se di essa si ha un primo documento, datato 1483. Il papa, s. Pio V, nella bolla Consueverunt romani pontifices, del 17-9-1569, definì il rosario “una modalità d’orazione e di preghiera a Dio, facile, alla portata di tutti e, oltremodo, pia, mediante la quale la beatissima Vergine è venerata con il saluto dell’angelo, ripetuto 150 volte, secondo il numero dei Salmi di Davide, interponendo, a ogni decina, la preghiera del Signore nostro Gesú Cristo”. Oltre questo, in essa, s. Pio V chiede, a tutta l’umanità, un coinvolgimento spirituale da attuarsi, mediante la recita del rosario, per affiancare la mobilitazione bellica di una flotta comune europea: la “santa lega”, che intendeva smantellare il predominio, nel Mediterraneo, della marina turca. Grazie alla preghiera del rosario, la flotta minoritaria cristiana sconfisse, nel golfo di Lepanto, l’odierna città greca Náupaktos, nelle acque dello stretto, che divide il golfo di Patrasso dal golfo di Corinto, la domenica 7 ottobre 1571, quella islamica, perciò il papa, s. Pio V, con la bolla Salvatoris Domini (17-3-1572), istituí la festa liturgica, a suo ricordo, dal titolo Commemoratio B. Mariae V. de Victoria, senza, tuttavia, accennare al rosario. In questo stesso tempo, e, per lo stesso motivo, i fedeli fecero aggiungere, nelle litanie lauretane, l’invocazione Auxilium christianorum.
Solo l’anno dopo, il papa, Gregorio XIII, con la bolla Monet apostolus, del 1° aprile 1573, istituì la festa liturgica propria della Madonna del rosario, da celebrarsi la prima domenica d’ottobre, indipendentemente dalla festa della Madonna della vittoria. Questa festa del rosario, era riservata, solo all’Ordine domenicano e alle congregazioni del rosario spagnole. Nel centenario della vittoria di Lepanto, la regina, Maria di Spagna, il 26 settembre 1671, chiese al papa, Clemente X, la festa del rosario, per tutti i paesi della Corona spagnola, senza la limitazione, posta da Gregorio XIII. Poi, la sacra Congregazione dei Riti seguitò a concedere detta festa, senza i suddetti limiti, a molte altre diocesi. Finalmente, in seguito alle grandiose vittorie, riportate sui turchi, dall’assedio di Vienna, nel 1683, fino alla battaglia di Pietrovaradino, il 5 agosto 1716, e l’abbandono dell’assedio di Cipro, il 22 agosto dello stesso anno, cioè 1716, nell’ottava dell’Assunzione, Carlo VI ottenne da Clemente XI, il 13 ottobre dello stesso anno, cioè del 1716, la festa della Madonna del rosario, per la Chiesa universale. In questa data, cioè nella prima domenica di ottobre, rimase questa festa, fin quando il papa, s. Pio X, il 23 ottobre 1913, nel riordinamento generale del calendario delle feste, la fissò al 7 di ottobre, in quanto la domenica è il giorno dedicato al Signore. Mese di ottobre, che, precedentemente, il papa, Leone XIII, con l’enciclica sul rosario, Supremi apostolatus, del 1° settembre 1883, aveva consacrato e dedicato interamente alla Vergine del rosario, convinto, com’era, che il “rosario costituisce la piú eccellente forma di preghiera privata e il mezzo piú efficace, per conseguire la vita eterna”. In quello stesso anno, e, precisamente, il 24 dicembre 1883, nelle litanie lauretane, lo stesso pontefice, cioè Leone XIII, fece aggiungere l’invocazione Regina sacratissimi rosarii.
Altre forme di preghiera del rosario
a) Prima della forma definitiva del rosario, approvato da s. Pio V, nella famiglia francescana, agli inizi del XV secolo, quindi con sola prima parte dell’Ave, Maria, nasce il “Rosario francescano”, noto anche come “Corona francescana”. Com’è nato questo rosario? Secondo la tradizione, questa forma di preghiera prende vita, dopo quest’episodio. Un giovane, entrato nell’Ordine francescano, tentato ad abbandonare la sua vocazione, fu visitato dalla vergine Maria, che lo incoraggiò a perseverare, nel cammino intrapreso. La Madonna gli insegnò, inoltre, a meditare, ogni giorno, sette episodi gaudiosi della sua vita. Questa pratica-preghiera si diffuse, ben presto, in tutto l’Ordine, e il papa, Leone X, la approvò ufficialmente, nel 1517. Come si recita? Come tutti gli altri rosari. Si meditano i 5 misteri gaudiosi tradizionali, solo che al posto del quarto mistero, cioè al posto della “presentazione al tempio di Gesú”, si riflette sulla “adorazione dei magi”. A questi cinque misteri se ne aggiungono gli altri due: l’incontro con Cristo risorto e l’incoronazione di Maria regina. In piú, dopo la settimana e ultima decina, si recitano altre due Ave, Maria, per arrivare a un totale di 72: un numero, che rappresenta, secondo la tradizione, l’età raggiunta da Maria, sulla terra. Questo rosario si conclude, con un Padre nostro, una Ave, Maria, e un Gloria al Padre, secondo l’intenzione del papa. Seguono la Salve, Regina e l’orazione finale.
b) Per incrementare il rosario, nella sua dimensione comunitaria, verso il 1630, il domenicano fiorentino, Timoteo Ricci, ideò il “rosario perpetuo”, fondato sull’impegno, da parte di 8.760 devoti, a pregare, in una precisa ora, tutti i 15 misteri, in modo da garantire la costante copertura dell’intero anno.
c) Un’altra iniziativa fu quella del “rosario vivente”, avviata da Paolina Jaricot, nel 1826, a Lione, basata su piccole associazioni di 15 devoti, ciascuno dei quali s’impegnava a recitare, ogni giorno, un prestabilito mistero, in modo che l’intero rosario fosse recitato, dal gruppo, quotidianamente.
d) L’ultima riforma del rosario si ha con il papa, Giovanni Paolo II, che passa da 15 a 20 i misteri, trasformandolo, anche se lui non l’ha detto, espressamente, dal modello “salterio mariano” alla meditazione sulla vita di Gesú, con il cuore della vergine Maria.

Redazione

Redazione

Potrebbe interessarti anche:

Padre Pio e sorella morte

Padre Pio e sorella morte

by Redazione
09/06/2017
0

Siamo nel mese, che la Chiesa ha dedicato, consacrato ai nostri cari defunti: il mese di novembre. Tutti, chi prima,...

Nascita del Rosario

Nascita del Rosario

by Redazione
09/06/2017
0

La recita del rosario La recita del rosario è un pio esercizio, con una lunga storia dietro di sé, da...

Il santo Rosario

Il santo Rosario

by Redazione
09/06/2017
0

Alcune caratteristiche del rosario Le caratteristiche principali del rosario sono almeno cinque. a) La prima caratteristica è la sua indole...

Apparizioni e pellegrinaggi

Apparizioni e pellegrinaggi

by Redazione
09/06/2017
0

Le parole “apparizioni” e “pellegrinaggio” hanno sempre avuto un gran fascino sull’uomo, per allontanarsi per un po’ dalla propria casa,...

Maria e il mese di Maggio

Maria e il mese di Maggio

by Redazione
09/06/2017
0

Da un paio di giorni è incominciato il mese di maggio: mese dedicato alla vergine Maria. Maggio è il mese,...

San Pio la cui goria è la croce per noi

San Pio la cui goria è la croce per noi

by Redazione
09/06/2017
0

Il b. Giovanni Paolo II, nel messaggio per la XII giornata mondiale per il malato, che ebbe luogo l’11 febbraio...

  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contatti
  • Credits
Telefono: +39.0882.413113

© 2022 Fondazione Voce di Padre Pio Partita IVA IT03466760711 C.F. 94067460710 - Powered by Slogin

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Home
  • Chi siamo
    • Tele Radio Padre Pio
  • News
  • Frequenze
  • Invia la tua preghiera
  • Contatti
  • Offerte
    • Accendi una candela
    • La tua offerta

© 2022 Fondazione Voce di Padre Pio Partita IVA IT03466760711 C.F. 94067460710 - Powered by Slogin