Martedì 10 dicembre, nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, la piazza di Santa Maria in Trastevere a Roma sarà il cuore pulsante di un messaggio universale: la pace è possibile, ma richiede azione e preghiera. La Comunità di Sant’Egidio organizzerà una Veglia di Preghiera per la Pace, presieduta dal Cardinale Matteo Zuppi, in un momento cruciale per il mondo, segnato da conflitti armati e minacce nucleari.
Mentre il focus della veglia sarà rivolto alla protezione dei popoli colpiti dalla guerra e alla fine delle violenze globali, l’evento rappresenta anche un’occasione per riflettere su un altro aspetto fondamentale del lavoro della Comunità di Sant’Egidio: la lotta instancabile contro la pena di morte, che è parte integrante del loro impegno per la dignità umana.
Un mondo senza pena di morte: il sogno di Sant’Egidio
Negli ultimi decenni, la Comunità di Sant’Egidio si è affermata come uno dei principali attori nella campagna globale per l’abolizione della pena capitale. Attraverso conferenze internazionali, eventi di sensibilizzazione come “Cities for Life” e un dialogo diretto con governi e istituzioni, Sant’Egidio ha contribuito a cambiare il corso della storia in molti paesi.
Il movimento per l’abolizione della pena di morte ha visto progressi significativi negli ultimi anni, grazie anche all’impegno della Comunità. Paesi come Ciad e Kazakistan hanno eliminato la pena capitale, mentre molti altri hanno adottato moratorie sulle esecuzioni. In Africa, continente centrale per gli sforzi di Sant’Egidio, il lavoro di sensibilizzazione ha creato un effetto domino, spingendo molte nazioni verso una giustizia senza morte.
La connessione tra pace e giustizia
Il messaggio che Sant’Egidio porterà nella Veglia del 10 dicembre è chiaro: la pace si costruisce attraverso la riconciliazione, il dialogo e il rispetto per ogni vita umana. Questa convinzione guida anche la loro opposizione alla pena di morte, vista come una forma di violenza che perpetua l’idea che la giustizia possa essere ottenuta con la morte.
Le guerre, così come la pena capitale, sono per Sant’Egidio espressioni di una cultura della violenza che deve essere superata. Come ricordato recentemente da Papa Francesco, il nostro mondo è “lacerato da tensioni e odi”, ma credere nella pace e agire per essa rappresenta una scelta di speranza e responsabilità.
Un appello all’azione
La veglia di preghiera, aperta a credenti e non credenti, è un invito alla mobilitazione: per fermare i conflitti armati, per sostenere le vittime di guerre e persecuzioni, e per ribadire che nessuna vita è sacrificabile. Questo spirito anima anche il lavoro di Sant’Egidio contro la pena di morte, che non è solo un tema giuridico, ma una questione di civiltà.
Uno sguardo verso il futuro
In un periodo storico in cui il ritorno alla guerra sembra essere accettato come inevitabile e la pena di morte continua a essere praticata in molte parti del mondo, Sant’Egidio ci ricorda che esiste un’alternativa. La preghiera, il dialogo e l’azione concreta sono strumenti potenti per costruire un mondo più umano e giusto.
Il 10 dicembre, mentre le luci illumineranno la piazza di Trastevere, si accenderà anche la speranza di un futuro in cui la pace e il rispetto della vita non siano eccezioni, ma la regola. Un futuro che Sant’Egidio lavora per rendere possibile, un passo alla volta.