Oggi, 28 novembre 2024, la Sala Benedetto XIII di Roma ospita il XIV Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Un evento che riunisce rappresentanti di oltre 20 Paesi, abolizionisti e mantenitori della pena capitale, per un confronto su come liberare il mondo dalla pena di morte.
Un impegno decennale per la dignità umana
La Comunità di Sant’Egidio è da tempo in prima linea nella battaglia contro la pena di morte, un simbolo di violenza istituzionale che la Comunità considera incompatibile con una giustizia autentica. Dal 2002, Sant’Egidio promuove la campagna globale “Cities for Life” che coinvolge ogni anno migliaia di città in tutto il mondo in una giornata dedicata alla vita e alla dignità umana. Grazie a queste iniziative, l’attenzione sulla pena capitale è cresciuta, contribuendo a una trasformazione culturale che vede un numero sempre maggiore di Paesi scegliere la moratoria o l’abolizione. L’appuntamento odierno rappresenta un momento chiave in questo percorso. Ministri della Giustizia di nazioni abolizioniste, come Malawi e Zambia, si confronteranno con rappresentanti di Stati mantenitori, tra cui Pakistan e Indonesia, in un dialogo aperto e coraggioso per individuare strategie concrete che portino verso l’eliminazione definitiva delle esecuzioni capitali.
La forza del dialogo e dell’azione concreta
Negli anni, Sant’Egidio ha dimostrato che la lotta contro la pena di morte non si limita alle dichiarazioni di principio. La Comunità ha costruito una rete globale che collega governi, associazioni, e persone condannate a morte. Attraverso il dialogo con i governi mantenitori, è riuscita a ottenere sospensioni delle esecuzioni e riduzioni delle condanne. Un esempio significativo è stato il lavoro svolto in Africa, dove, anche grazie al sostegno di Sant’Egidio, diversi Paesi hanno abolito la pena capitale, come il Benin nel 2016 e il Ciad nel 2020. Ma l’impegno non si ferma qui. La Comunità lavora a fianco dei detenuti nei bracci della morte, offrendo supporto legale, psicologico e spirituale. Questa vicinanza è simbolo di una convinzione profonda: ogni vita umana ha valore, anche nelle situazioni più difficili.
Un mondo che cambia: segnali di speranza
La recente votazione delle Nazioni Unite per una moratoria universale sulle esecuzioni è un segnale di progresso. Il numero crescente di Paesi che sostengono questa proposta dimostra che il mondo sta gradualmente abbracciando una visione di giustizia senza morte. Tuttavia, restano sfide significative: esecuzioni extragiudiziali, linciaggi e una cultura dell’odio che alimenta la violenza. Sant’Egidio si impegna anche su questo fronte, cercando di umanizzare le società e combattere il ciclo di violenza. Attraverso campagne di sensibilizzazione e conferenze come quella di domani, la Comunità stimola un dibattito globale su giustizia, diritti umani e pace.
Non c’è giustizia senza vita
Il congresso del 28 novembre, che vedrà interventi di figure di spicco come il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e il coordinatore della campagna contro la pena di morte Mario Marazziti, riafferma un messaggio fondamentale: la giustizia vera non si costruisce con la vendetta, ma con il rispetto della vita. Sant’Egidio ci ricorda che il cammino verso l’abolizione della pena di morte non è solo una battaglia legale o politica, ma una sfida culturale e morale che riguarda l’intera umanità. Perché, come dimostra il loro impegno, il futuro appartiene a chi sceglie la vita.