La Veglia Pasquale nella Chiesa di Padre Pio
Definita, da Sant’Agostino «la veglia madre di tutte le veglie», la veglia di Pasqua è stata presieduta dal guardiano della fraternità dei frati minori cappuccini, fr. Carlo Laborde.
La Veglia articolata in quattro parti è cominciata fuori dalla Chiesa, lasciata completamente al buio. Fra Carlo dinanzi ad un braciere precedentemente preparato, ha accesso il cero pasquale benedice. Lo ha poi benedetto tracciandovi una croce, le lettere greche alfa e omega e le cifre dell’anno. Ha quindi preso cinque cinque grani di incenso e li ha conficcati alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato.
Quindi il diacono ha poi portato il cero pasquale, in chiesa, intonando per la prima volta “Lumen Christi” (la luce di Cristo), e il popolo ha risposto “Deo Gratias” (rendiamo grazie a Dio). Dal Cero Pasquale i fedeli presenti in chiesa hanno acceso la propria candela. Dinanzi al presbiterio il diacono ha quindi intonato per la terza volta “Lumen Christi” e così si sono accese le luci della chiesa.
“Fuoco e Luce” così si è aperta questa Celebrazione – ha ricordato il guardiano durante l’omelia. “Il fuoco è quello dello Spirito Santo che guida e sostiene la sua Chiesa; la Luce è quella del Cristo Risorto”. Nello spirito del Risorto, “la Chiesa di pone come Luce delle genti, come ha voluto ricordare il Concilio Vaticano II.
Questa nostra Celebrazione è iniziata con la Chiesa al buio”, poi illuminata con la processione del popolo santo di Dio, che “ha attinto la luce della propria candela, quella che richiama il Battesimo, dal cero pasquale. È Cristo Risorto che ci illumina”.
“Nel Cero Pasquale – ha spiegato fra Carlo – è stata impressa la sua Croce”. È stata sigillata, “una professione di fede: Gesù è l’alfa e l’omega” E poi è stato impresso l’anno che stiamo vivendo: il 2019″. Per dire che “il tempo trova senso in Cristo e in Cristo Risorto”. Quando il sacerdote imprime “i cinque grani di incenso“, intende richiamare le cinque piaghe che lo accompagnano anche nel suo stato di Risorto.
“Quando Gesù Risorto apparirà ai suoi discepoli, in più occasioni, mostrerà a loro le sue piaghe. Il tutto a voler dire che il Signore anche nel suo stato di Risorto ha voluto mantenere il passaggio della sofferenza nel suo corpo”.
Il passaggio dal buoi alla luce sono immagini tipicamente battesimali: cammino dell’esperienza dei credenti. “La notte si attraversa vegliando e pregando. Solo così – ha continuato il padre guardiano – essa si apre alla Luce. Torna in mente il momento della trasfigurazione di Gesù quando i discepoli vegliando e pregando videro la sua gloria. La benedizione del fuoco accende nei fedeli il desiderio del cielo e introduce i credenti nello splendore del Risorto”.
“Durante la settimana santa la Chiesa ci ha mostrato come è stato grande l’amore di Gesù per noi. Lui si è alleato con noi malgrado il nostro peccato. Il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, mostrano i nostri peccati. Anche noi possiamo aderire a Cristo per un puro calcolo o tendiamo a rinnegarlo nel tempo della prova.
Avere consapevolezza del proprio peccato è la condizione per poter accogliere la grazia salvifica della Resurrezione. Da risorti con Cristo potremo camminare nello splendore della luce del Signore.”
Le foto realizzate da Francesco Cuvino sono tratte dall’archivio fotografico di Voce di Padre Pio
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