Sono giunti ieri mattina a Roma, con un volo di linea proveniente dal Pakistan, 20 migranti afghani che per circa due anni sono stati confinati in condizioni precarie in un campo di prima accoglienza pakistano dopo la loro fuga dall’Afghanistan. Si tratta di nuclei familiari e di persone singole, alcune delle quali si ricongiungeranno in Italia con parenti che vivono già da tempo nel nostro Paese, che si aggiungono a quelli già arrivati in Italia utilizzando i “Corridoi Umanitari”
Frutto di un Protocollo d’intesa tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese, la Cei-Caritas e il governo italiano, i “Corridoi Umanitari” sono un progetto interamente autofinanziato di accoglienza e integrazione di migranti e rifugiati in “condizioni di vulnerabilità” (ad esempio, vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità). Il programma garantisce ingressi regolari e controllati in Italia, scongiurando quei “viaggi della speranza” che molto spesso si trasformano in veri e propri “viaggi della morte”. A quelli umanitari si sono poi aggiunti più di recente i “Corridoi Universitari” che danno il supporto necessario a completare gli studi e a favorire l’integrazione dei giovani rifugiati nella vita universitaria e i “Corridoi Lavorativi”, nati con l’obiettivo di trasferire in aziende operanti in Italia un certo numero di beneficiari individuati sulla base delle loro competenze professionali.
Le associazioni coinvolte in questi Progetti inviano sul posto dei volontari che prendono contatti diretti con i rifugiati predisponendo una lista di potenziali beneficiari che viene poi trasmessa alle autorità consolari italiane. Dopo il controllo da parte del Ministero dell’Interno vengono rilasciati dei visti umanitari con Validità Territoriale Limitata, validi cioè solo per l’Italia. Una volta arrivati nel nostro Paese legalmente e in sicurezza, i profughi possono presentare domanda di asilo.
A partire dal 2016, questo progetto ha consentito l’ingresso in Italia di oltre 6000 rifugiati di diversa nazionalità provenienti da vari Paesi tra cui il Libano, l’Etiopia, il Niger, la Giordania, la Libia, l’Iran ed il Pakistan (da questi ultimi due esclusivamente rifugiati afghani).
Dopo l’atterraggio a Roma Fiumicino, i profughi afghani hanno effettuato le procedure di identificazione e successivamente sono stati accolti presso la mensa della Comunità di Sant’Egidio in Via Dandolo dove hanno partecipato ad un pranzo di benvenuto con menù tradizionale afghano, preparato dai loro parenti e connazionali giunti nei mesi precedenti in Italia grazie ai Corridoi Umanitari. Qui hanno ricevuto il saluto di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che con commozione ha ricordato il suo viaggio in Pakistan dicendo: “Mi fa molto piacere incontrarvi, vi trovo molto meglio di quando vi ho incontrato a Islamabad sotto le tende” dove “la vostra era una situazione veramente impossibile”. Ha continuato dicendo: “Allora ho fatto un sogno: che voi poteste uscire da quella situazione e venire in Italia. Sogno realizzato in pochi mesi. E questo sogno me lo sono portato dentro, grazie a due persone di voi che mi hanno molto colpito: una donna, Alina, e un uomo, a cui ho chiesto, tra le tende: Ma tu sei così impegnato per gli altri? E Lui mi ha risposto: Duty of Humanity.”
Nei prossimi giorni i profughi verranno accolti a Roma in diverse strutture, alcune fornite da congregazioni religiose, e avviati verso l’integrazione nella loro nuova terra, a partire dall’apprendimento della lingua italiana, alla scuola e all’inserimento nel mondo del lavoro.