“Chi non sa ridere non è una persona seria”, parola di Pino Caruso, morto ieri all’età di 84 anni. Palermitano di nascita, attore, scrittore, giornalista e comico. Lo ricordiamo con questa intervista realizzata il 17 gennaio del 2004 in occasione dell’uscita del suo libro “Il venditore di racconti” (editore Marsilio). Un libro con le storie e le esperienze più significative e divertenti della sua vita. Un’intervista in cui ci ha raccontato la sua grande passione per i libri, il cinema e i “Carabinieri”.
Si pubblicano tantissimi libri, più di quanti se ne possano leggere. Ci sono attori che s’improvvisano scrittori. Io voglio precisare che è da una vita che lavoro sulla scrittura, non mi sono svegliato una mattina con l’idea di scrivere un libro.
Fin da ragazzo la mia più grande aspirazione era quella di diventare scrittore ma poi mi sono accorto che avevo bisogno degli strumenti per diventarlo, perché non ho frequentato le scuole e studiato da solo, anzi continuo a considerarmi uno studente.
Uno studente della vita desideroso di apprendere tutto quello che questa gli offre?Sì, ma non solo la vita, perché se non hai gli strumenti per leggerla e come se non ti passasse sotto gli occhi. Bisogna leggere moltissimo per potersi esprimere, non solo per l’esercizio della scrittura, ma perché la lettura fornisce testimonianza di mondi e persone che altrimenti non riusciremmo a conoscere, e soprattutto è testimonianza del passato. È necessario sapere quello che è accaduto prima di noi per capire il presente.
Hanno scritto che lei è collocabile nel filone Pirandello, Sciascia, Camilleri.
Un grande onore? Potrei anche offendermi. Io penso di essere migliore! (risata…)
Sono i lettori il nostro metro di valutazione, mi basta che non si annoino quando leggono.
Ha lavorato anche nel cinema, girando numerosi film accanto a Peppino De Filippo, Bice Valori, Laura Antonelli. Che ricordo ha di quel periodo? Quando si dice di un attore che ha lavorato con grandi nomi del cinema vuol dire che lui non lo è. Ho girato più di 26 film, ma all’epoca non ero pronto per il cinema. Di un film in particolare sono moderatamente orgoglioso “La donna della domenica”. Certamente dove mi sono potuto esprimere al meglio è nella fiction “Carabinieri” dove interpreto il ruolo del commissario Capello.
Come si sente a dover vestire i panni di un commissario dell’Arma? Mi sento molto a mio agio. Anzi le dirò di più ho sentito dire che il commissario Capello si sente molto bene nei panni di Pino Caruso.
Nel libro “Il venditore di racconti” lei scrive che “Se va via la luce il libro non si spegne”. E se non c’è luce come facciamo a leggere? Ma perché? Lei legge solo di notte? Premetto che io amo tutte le invenzioni. Anzi mi rammarico di essere nato troppo presto chissà quante altre cose verranno fuori. Non esistono invenzioni diaboliche esistono uomini diabolici. Io amo tutto ciò che è moderno e sorprendente. Ho il computer, mi piace la televisione, intesa come apparecchio. La tv è un mezzo straordinario, anche nella sua struttura, mentre il libro è uno strumento povero e semplice, composto da carte e inchiostro. Ma aprendolo ci troviamo le stesse cose che troviamo in un film: azione, amore, sentimenti, emozioni e storia.