L’abbraccio dei bambini, l’incontro con i frati, la venerazione delle spoglie di Padre Pio e la Santa Messa
A San Giovanni Rotondo, Papa Francesco scalda i cuori dei fedeli. E’ la seconda tappa del suo pellegrinaggio nei luoghi di Padre Pio. Qui trascorre momenti di grande emozione.
Il terzo Papa a San Giovanni Rotondo
Papa Francesco arriva a San Giovanni Rotondo. L’elicottero di Francesco, proveniente da Pietrelcina, la terra natale di Padre Pio, atterra nel campo sportivo “Antonio Massa”. L’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, e il sindaco Costanzo Cascavilla accolgono il terzo papa che giunge nella cittadina garganica.
Verso Casa Sollievo della Sofferenza
Nella papamobile accompagnato dall’arcivescovo attraversa le strade cittadine per giungere alla Casa Sollievo della Sofferenza. “Santo Padre i figli spirituali di Padre Pio invocano la sua benedizione”: è la voce commossa del segretario generale dei gruppi di preghiera, fr. Luciano Lotti che dal pronao saluta il Papa. Il papa non rompe il protocollo, fa fermare la vettura panoramica e saluta dall’auto i malati. Dall’auto saluta e benedice gli ammalati affacciati alle finestre e i fedeli presenti.

La visita ai bambini del reparto di Oncoematologia Pediatrica
Poi, come previsto dal programma, prosegue la sua visita, percorre viale Padre Pio e giunge dinanzi al poliambulatorio dell’Opera di Padre Pio, intitolato a Giovanni Paolo II, qui lo accoglie il dott. Domenico Crupi, direttore generale di Casa Sollievo della Sofferenza e si reca in visita ai bambini degenti (al terzo piano) nel reparto di Oncoematologia Pediatrica. Il primario il dott. Saverio Ladogana lo accompagna nel reparto.
Doveva essere una visita privata, ma il Centro Televisivo Vaticano ha voluto condividere col mondo intero delle immagini toccanti. Papa Francesco visita i 25 bambini degenti e ai loro genitori visibilmente emozionati. Scatta selfie, abbraccia i piccoli, parla con i genitori e scrive messaggi con dedica. Un bimbo malato di 13 anni, si rivolge al Papa dicendo: “Voi come state? Un giorno voglio venire a Roma” e Francesco: “Ti aspetto, organizza con i dottori, così ti faccio entrare”.
Nel Santuario Santa Maria delle Grazie
Terminata la visita ai bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia pediatrica, Papa Francesco percorre nuovamente viale Padre Pio, ma in senso inverso per tornare nel Santuario ‘Santa Maria delle Grazie’ per incontrare la fraternità dei frati Cappuccini. Dinanzi al santuario è accolto dal ministro generale dei frati minori cappuccini fr. Mauro Jhori, dal ministro provinciale di Sant’Angelo e Padre Pio, fr. Maurizio Placentino, dal guardiano della fraternità, fr. Carlo Laborde e dal rettore del santuario fr. Francesco Dileo.
Poi entra in chiesa salutando uno per uno i consiglieri generali dell’ordine presenti, i frati della fraternità, e giunge dinanzi alle reliquie del corpo di Padre Pio e al crocifisso delle Stimmate, poste per l’occasione dinanzi al presbiterio della chiesa conventuale.
Qui il Papa sosta in preghiera per qualche minuto. Quindi si avvicina al crocifisso dinanzi al quale il frate di Pietrelcina pregava il 20 settembre 1918, lo tocca e gli bacia il ginocchio.
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Il dono del Papa: una stola rossa
Poi torna nuovamente in preghiera dinanzi alla teca che custodisce il corpo di Padre Pio, lasciando una stola rossa: un dono del Papa a ricordo della sua devozione verso san Pio e della sua visita. E’ la seconda volta che Papa Francesco venera il corpo di Padre Pio.
Il 5 febbraio 2016, durante la traslazione temporanea nella basilica di San Pietro, in occasione del giubileo della misericordia, era sceso in preghiera per recitare il Santo Rosario. Dopo la preghiera i frati fanno dono al Papa di alcuni calici, pissidi e ostensori.
Il fuori programma dai frati ammalati
Ecco il primo fuori programma della visita. Salutando i cappuccini, i frati portano i saluti di altri confratelli ammalati che si trovano nell’infermeria provinciale, un edifico posto accanto al convento. Tra i degenti vi è anche Mons. Antonio Santucci vescovo emerito di Trivento.

Subito Papa Francesco chiede di poter salire e salutare il vescovo e gli altri confratelli ammalati. Attraversando il convento, il secondo fuoriprogramma. Fr. Carlo accompagna il Papa nella nella n.1 dove cinquanta anni, il 23 settembre 1968, Padre Pio è volato al cielo. Quindi si reca nell’infermeria provinciale dove saluta increduli i degenti ed il personale. Un fuoriprogramma che dura 15 minuti.

La Santa Messa
Poi finalmente l’abbraccio con gli oltre trentamila fedeli. Con la papamobile attraversa il sagrato della chiesa di San Pio, si dirige in sacrestia per prepararsi alla Celebrazione Eucaristica. Durante l’omelia. Il Papa sofferma l’attenzione di tutti su tre parole: “preghiera, piccolezza, sapienza”.
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Preghiera
Prima parola: preghiera. Si rivolge all’assemblea chiedendo: “Noi cristiani preghiamo abbastanza? Spesso, al momento di pregare, vengono in mente tante scuse, tante cose urgenti da fare… A volte, poi, si mette da parte la preghiera perché presi da un attivismo che diventa inconcludente quando si dimentica la parte migliore. Poi ricorda che San Pio, “a cinquant’anni dalla sua andata in Cielo, ci aiuta, perché in eredità ha voluto lasciarci la preghiera.
Padre Pio raccomandava: “Pregate molto, figli miei, pregate sempre, senza mai stancarvi“. “Le nostre preghiere assomigliano a quella di Gesù o si riducono a saltuarie chiamate di emergenza?” chiede il Papa. “La preghiera – dice – è un gesto di amore, è stare con Dio e portargli la vita del mondo: è un’indispensabile opera di misericordia spirituale. Per questo Padre Pio ci ha lasciato i gruppi di preghiera. A loro disse: «E’ la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che guarisce gli ammalati”.
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Piccolezza
Seconda parola: piccolezza. Partendo dalla lettura del Vangelo il Papa spiega che “i piccoli hanno il cuore umile e aperto, povero e bisognoso, che avvertono la necessità di pregare, di affidarsi e di lasciarsi accompagnare”. Il mistero di Gesù Cristo è mistero di piccolezza: “Lui si è abbassato, si è annientato”. Gesè è presente nello “speciale santuario” perchè qui “si trovano tanti piccoli da Lui prediletti”: il tempio di preghiera e di scienza.
Citando San Pio ricorda che “nell’ammalato si trova Gesù, e nella cura amorevole di chi si china sulle ferite del prossimo c’è la via per incontrare Gesù”. E ribadisce che chi “si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio e vince la cultura dello scarto, che, al contrario, predilige i potenti e reputa inutili i poveri. Chi preferisce i piccoli proclama una profezia di vita contro i profeti di morte di ogni tempo, anche di oggi, che scartano la gente, scartano i bambini, gli anziani, perché non servono”.
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Sapienza
Terza parola: sapienza. Il Papa spiega che “la vera sapienza non risiede nell’avere grandi doti e la vera forza non sta nella potenza e l’unica arma sapiente e invincibile è la carità animata dalla fede, perché ha il potere di disarmare le forze del male”. San Pio ha “combattuto il male per tutta la vita e l’ha combattuto sapientemente, come il Signore: con l’umiltà, con l’obbedienza, con la croce, offrendo il dolore per amore”.
Ancora una volta rivolgendosi ai fedeli chiede: “tanti parlano bene, ma quanti imitano? Molti sono disposti a mettere un “mi piace” sulla pagina dei grandi santi, ma chi fa come loro? Perché la vita cristiana non è un “mi piace”, è un “mi dono”. La vita profuma quando è offerta in dono; diventa insipida quando è tenuta per sé”.
Il papa conclude l’omelia affermando che “i gruppi di preghiera, gli ammalati della Casa Sollievo, il confessionale” sono i tre segni visibili che ci ricordano tre eredità preziose: la preghiera, la piccolezza e la sapienza di vita. Chiediamo la grazia di coltivarle ogni giorno”.
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Papa Francesco: pellegrino tra pellegrini
Prima della Benedizione finale prende la parola l’arcivescovo Castoro per dire al Papa: “Grazie Padre Santo”. Castoro facendosi si fa portavoce dei presenti ed in particolare dei frati cappuccini impegnati a custodire e a diffondere l’eredità di Padre Pio da Pietrelcina, di Casa Sollievo della Sofferenza e dei gruppi di preghiera: le dico Grazie per essersi fatto pellegrino a San Giovanni Rotondo. Pellegrino tra pellegrini“.