Accogliamo i migranti “con le braccia aperte proprio così (…) Con le braccia ben aperte. Così quando le braccia sono ben aperte, sono pronte a un abbraccio sincero, a un abbraccio affettuoso, a un abbraccio avvolgente, un po’ come questo colonnato di piazza San Pietro, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune”.
Queste le bellissime parole di Papa Francesco che durante l’ultima udienza ha dato così il benvenuto a oltre 20.000 persone radunate in Piazza San Pietro per ascoltarlo.
Ancora una volta il nostro Pontefice ci incita all’accoglienza, alla fraternità, alla condivisione.
Ancora una volta ci spinge a superare i nostri personali egoismi e ad “aprire le braccia” e il cuore verso chi ha bisogno.
Certo l’accoglienza, è inutile negarlo, è un atto difficile. Le migliaia di persone che quasi ogni giorno sbarcano sulle nostre coste mettono le nostre coscienze di Cristiani davanti a tanti dubbi e resistenze.
Le notizie che giungono dai media non sempre poi sono rassicuranti: si apprende continuamente che queste persone sono oggetto di veri e propri traffici umani, organizzati da associazioni criminali per lucrare sui “viaggi della speranza” di questi poveri migranti che, magari terrorizzati dalle atrocità della guerra, si allontanano dal loro mondo per cercare un migliore possibile futuro per sé e per i propri figli.
Finiamo così per sentirci noi stessi sfruttati da queste realtà delinquenziali e costretti ad una convivenza “forzata” che non abbiamo scelto e non siamo comunque riusciti a metabolizzare per tempo; la convivenza nelle diversità è difficile. Comporta sacrifici ed adattamento.
Ma le parole di Papa Francesco devono farci riflettere; siamo tutti un po’ migranti in questo viaggio comune che è la vita. Andiamo tutti verso una “Terra Promessa” che sarà un mondo migliore, privo di ingiustizie.
Ci sentiamo tutti a volte un po’ soli e lontani da casa e vorremmo tanto due “braccia aperte” che ci regalino un “abbraccio avvolgente e affettuoso”.
Seguiamo le parole del nostro Pontefice e cerchiamo tutti di essere, nel nostro piccolo, affetto, sincerità, accoglienza, perdono, fraternità, sincerità e amore per tutti i nostri fratelli, bisognosi compagni del nostro “viaggio comune”.