“Sanremo? ha avuto stagioni più felici”
E’ garbato e pieno di tatto come sempre, Paolo Limiti, ma il suo giudizio sulle canzoni del festival italiano per eccellenza non è tenero. Intervistato da Maria Pia Picciafuoco nel corso del programma “La cultura di Arlecchino”, il noto conduttore televisivo, che è anche autore di molte celebri canzoni(lungo il suo sodalizio con Mina), ha espresso ai microfoni di Radio Padre Pio la sua valutazione sulla musica leggera italiana di oggi, e sull’evento che bene o male la rappresenta ogni anno: il Festival di Sanremo.
“Ho trovato ottimo solo Gino Paoli. Alessandro Safina presenta un brano che non mette in luce le qualità della sua voce (che io ho lanciato cinque anni fa in televisione); gli altri hanno pezzi poco melodici, con rime non proprio originali…
Avevo già ascoltato con attenzione le canzoni di questa 52esima edizione del festival, in anteprima; e temo che –come succede ormai da anni- domani non ne canticchieremo i ritornelli, cosa che invece accadeva regolarmente quando la canzone italiana seguiva la sua tradizione melodica.”
Altri tempi, allora non si era bombardati di musica di ogni genere; e altre voci, forse…
“Certo, ma il fatto che le Mina, Vanoni, Zanicchi eccetera non abbiano eredi è la prova che non si è fatta un’operazione come si deve. I cantautori, scrivendo pezzi per le proprie caratteristiche vocali, non hanno poi le canzoni per gli altri! Occorrono voci che abbiano personalità, impatto, e brani che diano la possibilità di valorizzarle. Purtroppo, in nome dello stile ritmico, si è perso l’esempio della nostra grande tradizione, che gli stranieri hanno sempre cercato di imitare. Ormai non si può tornere all’antico, ma bisogna un po’ mescolare le carte: recuperare il melodico senza perdere del tutto il nuovo stile. Ai produttori dico: attenti al talento, non solo al bel faccino! E a chi vuol fare il cantante, raccomando molta cura nella scelta dei pezzi: meglio aspettare un mese un più e avere i pezzi giusti”.