Padre Pio il 1 luglio del 1917, si è recato a Monte Sant’Angelo per visitare l’Arcangelo San Michele, in occasione di una gita fatta con i ragazzi del seminario serafico. La devozione al principe degli Angeli è stata costantemente coltivata dal frate. Egli parlava di San Michele alle anime con una certa frequenza, esortandoli a ricorrere a lui sempre durante le tentazioni.
PADRE PIO E SAN MICHELE
I pellegrini, che si recavano a San Giovanni Rotondo e vi rimanevano per più giorni, erano da incitati a recarsi a Monte Sant’Angelo per venerare San Michele. A tanti imponeva addirittura, dopo la confessione, come penitenza sacramentale, una visita al principe delle schiere celesti, per ottenere sotto la sua protezione la propria anima, e chiedendogli l’aiuto per vincere sempre il demonio e lusinghe del peccato. Inoltre Padre Pio esortava sempre caldamente tutti quelli, che inviava a Monte sant’Angelo, a rivolgere a San Michele un’accurata preghiera per lui.
Lo stigmatizzato del Gargano era anche devotissimo dell’angelo custode. E allo stesso tempo inculcava un riverente verso questo tutore che il Signore ci ha dato come compagno per tutta la vita. Ben consapevole di quanto l’angelo custode fa per le anime, specie nei momenti in cui le tentazioni sono violente e preoccupanti, Padre Pio raccomandava alle figlie spirituali una grande devozione all’Angelo santo, invisibile compagno del nostro pregare pellegrinaggio terreno. Padre Pio esortava le anime che lo avvicinavano ad avere grande devozione verso questo benefico angelo, senza mai dimenticarlo, avendolo sempre davanti agli occhi, pregandolo assiduamente, anche perché è sempre pronto ad ascoltare, e più ancora sempre pronto a consolare. Questo messaggero celeste, questo inseparabile compagno, questo angelo benefico a tutta prova, dice Padre Pio, “sta sempre con noi, non ci lascia mai: si fa nostra corazza per parare i colpi che ci tirano in continuazione i nemici della nostra eterna salute.