Si è conclusa ieri la mostra “Naufragi – Approdi”, un’esposizione di straordinaria intensità, ospitata presso il complesso di San Michele a Ripa Grande. In occasione del finissage, sarà presentato il libro dedicato all’esposizione, un evento che precede la Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata il 3 dicembre. La mostra, curata da Alessandro Zuccari, ha unito arte, memoria e impegno sociale, ponendo al centro temi cruciali come il dramma dei migranti e la forza creativa delle persone con disabilità.
Arte e memoria: la tragedia dei naufragi e l’umanità dei corridoi
L’esposizione si compone di tre opere potenti e simboliche. La prima è un’installazione di 3.129 piccole barche di carta, realizzate da artisti con disabilità dei laboratori di Sant’Egidio in collaborazione con César Meneghetti. Ogni barca rappresenta un migrante che ha perso la vita nei viaggi della speranza nel 2023. Queste piccole imbarcazioni, poste davanti a un mare digitale in cui scorrono i nomi delle vittime, trasformano la tragedia in un monumento visivo di dolore e dignità. A fianco dell’installazione, una rivisitazione grafica de La Zattera della Medusa di Théodore Géricault, realizzata da Marianna Caprioletti, evoca la drammaticità dei naufragi, mentre il trittico di Roberto Mizzon celebra il valore dei corridoi umanitari, luoghi di approdo sicuro e di speranza.
Il contributo della Comunità di Sant’Egidio
Questa esposizione testimonia l’impegno della Comunità di Sant’Egidio nel costruire una società più giusta e inclusiva. I laboratori artistici della Comunità non sono semplicemente luoghi di formazione, ma spazi di riscatto personale e sociale. Gli artisti con disabilità che vi partecipano non solo sviluppano le proprie capacità espressive, ma entrano in contatto con linguaggi artistici innovativi e con intellettuali contemporanei, rompendo barriere e superando stereotipi. Parallelamente, l’impegno di Sant’Egidio per i migranti trova una sintesi nel progetto dei corridoi umanitari, avviato nel 2015 e divenuto un modello riconosciuto a livello internazionale. Attraverso questi percorsi sicuri e legali, la Comunità ha garantito protezione e dignità a migliaia di persone in fuga da conflitti e persecuzioni, offrendo loro una nuova possibilità di vita in Europa.
La forza dell’arte nell’inclusione sociale
L’aspetto più innovativo e toccante della mostra è la sua capacità di coniugare temi globali, come le migrazioni e i diritti umani, con la narrazione del riscatto individuale e collettivo delle persone con disabilità. Attraverso le opere esposte, si percepisce come l’arte possa diventare uno strumento di inclusione sociale, abbattendo muri e costruendo ponti tra mondi apparentemente lontani.
Un dialogo aperto sulla dignità umana
Alla presentazione del libro dedicato all’esposizione interverranno personalità di spicco come Mattia Ferrari, sacerdote e cappellano delle ONG impegnate nei salvataggi in mare, Laura Iamurri, storica dell’arte, e Filippo Ceccarelli, giornalista. I loro contributi aiuteranno a riflettere sul significato profondo dell’arte come veicolo di memoria e giustizia, e sul ruolo di iniziative come quella di Sant’Egidio nel promuovere un dialogo inclusivo sulla dignità umana. L’esposizione “Naufragi – Approdi” rappresenta non solo un tributo ai migranti che hanno perso la vita cercando un futuro migliore, ma anche un inno alla forza della creatività come mezzo per superare le disuguaglianze e costruire una società più solidale. Nell’arte, Sant’Egidio trova un potente alleato per portare avanti la sua missione: trasformare il dolore in memoria, e la memoria in azione concreta per un mondo più giusto.